mercoledì 18 marzo 2009

I pm: «Processate Stasi: ha ucciso Chiara»


di Claudia Guasco
VIGEVANO ( 18 marzo) - «Alberto Stasi ha ucciso Chiara. Ed è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio». Quattro ore di ricostruzione minuziosa, di relazioni tecniche, di testimonianze e intercettazioni telefoniche per approdare a una richiesta pesante come un macigno per il biondino di Garlasco: deve essere rinviato a giudizio e processato davanti alla Corte d’Assise.

E’ il giorno dell’accusa, nell’udienza preliminare davanti al gup di Vigevano, e a prendere la parola sono il pm Rosa Muscio e il collega Claudio Michelucci. Che nel loro intervento si alternano e puntano il dito: «Stasi è colpevole dell’omicidio della fidanzata, che ha assassinato con l’aggravante della crudeltà».

Come al solito il ragazzo è in aula. E’ pallido e teso, inciampa su un gradino prima di entrare. Sa che l’accusa metterà tutte le sue carte in tavola, che dopo tre udienze di schermaglie processuali adesso si fa sul serio. Rosa Muscio prende la parola e riavvolge il nastro dalle ore successive alla morte di Chiara: Alberto che telefona al 118 e, calmo e controllato, senza la minima emozione nella voce, chiede aiuto «per una persona che sta male, forse è morta». E ancora: Alberto che si precipita alla caserma dei carabinieri, consegna loro un paio di scarpe perfettamente pulite nonostante abbia camminato in una stanza piena di sangue, la sua vita con Chiara passata al setaccio, le fratture in una coppia modello ormai solo all’apparenza.

L’estate 2007, nel racconto dei pm, è un susseguirsi di eventi che portano al baratro: la mattina del 13 agosto Chiara apre la porta della villetta a una persona che conosce bene, viene colpita con un pugno in faccia e massacrata con un’arma mai trovata. «A impugnarla era Stasi», sostiene l’accusa.
Giuseppe Poggi, la moglie Rita e il figlio Marco seguono ogni parola, impietriti. Per loro è il momento più duro dall’inizio dell’udienza preliminare, ma come ripete la mamma di Chiara «dobbiamo andare avanti, vogliamo giustizia». Adesso che nei confronti di Stasi c’è una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio, oltre che per detenzione di materiale pedopornografico, l’ora della verità di avvicina.

Con un unico elemento a far scricchiolare la tesi accusatoria: il gup Stefano Vitelli lascia aperta la possibilità di una super perizia da eseguire sul computer dell’imputato, che dal 14 al 29 agosto (quando è stato consegnato ai Ris) registra 42 accessi effettuati dai carabinieri e dunque potrebbe risultare alterato. L’ipotesi di manomissione del pc è comunque stata respinta al giudice, insieme alle altre eccezioni presentate dalla difesa.
Il messaggero 18 marzo 2009

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