sabato 7 marzo 2009

OMICIDIO GARLASCO: TRE NUOVE CONSULENZE CONTRO ALBERTO STASI


Stampa l' articolo Testo piccolo Testo medio Testo grande

Vigevano, 7 mar. - (Adnkronos) - Accusa e parte civile sono pronte a dimostrare, attraverso nuove consulenze, che le prove finora raccolte contro Alberto Stasi sono indiscutibili e resta lui il colpevole dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Durate la seconda udienza preliminare, che si e' tenuta davanti al gup di Vigevano Stefano Vitelli, il pm Rosa Muscio ha consegnato una nuova relazione firmata dal Ris di Parma guidato dal colonnello Luciano Garofano. Poche pagine per ribadire i punti centrali dell'accusa: sono di Alberto le impronte, miste al dna della vittima, trovate sull'erogatore del sapone liquido del bagno al piano terra della villetta di via Pascoli in cui e' avvenuto il delitto del 13 agosto 2007.

Inoltre, secondo gli esperti, il 25enne non poteva scoprire il corpo di Chiara senza sporcarsi le scarpe. Troppo imbrattato di sangue, per l'accusa, il pavimento dell'abitazione. Teorie, supportate da dati tecnici e scientifici, che ribattono alle conclusioni della difesa che, il 23 febbraio scorso, aveva depositato una memoria corposa per dimostrare l'innocenza del bocconiano. Pagine, quelle del Ris, che si affiancano alle due brevi relazioni affidate ai consulenti della famiglia Poggi. Il biologo Marzio Capra ha fornito, in una mini memoria di quattro pagine, nuove prove a supporto della sua tesi.

Il biologo-genetista si scaglia contro le insinuazioni fatte dai consulenti della difesa: "e' assolutamente inaccettabile e scorretto il tentativo di invalidare i risultati delle analisi condotte sull'erogatore", scrive. Non solo: il Dna trovato sul portasapone e' stato "rilevato nonostante la preventiva e necessaria esecuzione di parzialmente distruttivi trattamenti chimico-fisici per l'esaltazione delle impronte digitali".
Adnkronos) - Per quanto esigua quella traccia non lascia dubbi: Alberto ha toccato il portasapone con le mani sporche del sangue di Chiara. Una conclusione accolta in pieno e rafforzata dagli esperti del Ris. Inoltre Capa difende la sua ipotesi, denigrata dai consulenti dell'unico indagato, che il 25enne abbia lavato la sua bicicletta per cancellare ogni traccia. Sui pedali, pero', c'e' il dna della vittima.

Infine, l'esperto, e' categorico: impossibile ''al di la di ogni ragionevole dubbio'' che Alberto non si sia sporcato le scarpe Lacoste, color bronzo, che indossava quando ha scoperto il cadavere della fidanzata. "La diffusione di tracce ematiche visibili sulla scena del crimine e' enormemente inferiore alla reale ed effettiva distribuzione sui medesimi luoghi di Dna della povera ragazza". Parole confermate dagli esperti dell'accusa che 'smontano' la teoria del consulente della difesa: qualunque sia stata la 'falcata' di Alberto doveva sporcarsi le suole. A puntare il dito contro il biondino e' anche Paolo Reale.

In 9 pagine, l'ingegnere al quale la famiglia della vittima si e' affidato per analizzare il computer dell'indagato ribatte alle conclusioni di Enrico Cerati, consulente della difesa. Un'analisi precisa con una sola conclusione: non c'e' stata nessuna violazione dei diritti dell'indagato e tra documenti e memorie 'virtuali' non c'e' l'alibi di Alberto. Cosi' ai 18 faldoni gia' esistenti si sommano nuovi riscontri per ribadire che quella della difesa, sussurra qualche inquirente, e' una ricostruzione ''aprioristica e approssimativa''.

Nessun commento:

VIAGGI

Partenza:
Camere:
Adulti:
Ritorno: