OMICIDIO GARLASCO:HOBBY E SEGRETI DI ALBERTO STASI
di Francesca Bacinotti
Nel processo per l’omicidio di Garlasco (l’udienza preliminare è fissata per il 24 febbraio) entra in scena un teste chiave quanto anomalo. I carabinieri del Ris, infatti, hanno «torchiato» il computer portatile di Alberto Stasi, l’unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Hanno passato al setaccio le immagini di cuccioli, delle moto e delle auto preferite. La barche, la casa dei sogni, le spiaggia di Spotorno, le tenerezze con Chiara. Ma non solo. Interrogando il pc di Stasi emerge, tassello dopo tassello, cartella dopo cartella, foto dopo foto, una personalità complessa, solare e cupa, dove i contrari diventano speculari. Ai cuccioli si contrappongono immagini pedoporno e hard, schedate maniacalmente; migliaia di sequenze a luci rosse, specialmente fetish.
Il 24 febbraio si deciderà il destino di Stasi e del processo: rinvio a giudizio o proscioglimento. Ma chi è veramente questo ragazzo? Il suo curriculum, in primo piano, ha la laurea in Economia alla Bocconi a pieni voti; ora sta svolgendo uno stage nello studio legale dei suoi avvocati difensori. È stato definito «il biondino dagli occhi di ghiaccio», preciso, tanto da controllare anche le virgole nei verbali degli interrogatori. La sua pignoleria è confermata anche dalla ferrea organizzazione del suo hard disk. E il latpop Compaq, sequestrato ed esaminato dal Ris, racconta molto di lui: ne esce a prima vista il ritratto di un ragazzo normale. Certo, ci sono immagini pornografiche, ma quanti ragazzi non ne hanno? Nel suo caso, però, sono tantissime e, alcune, hanno protagonisti inquietanti: minori e, in altri casi, violenze e perversioni.
Come la maggior parte dei ragazzi, Stasi scaricava file dal sistema pair to pair eMule. Ma, oltre ai 566 file musicali che ascoltava con I-tunes o con Media player, con Nero masterizzava i file: in alcuni casi i suoi cd o i dvx sembravano quasi originali, copertine comprese. Ma eMule serviva anche per incrementare il suo archivio personale. Alberto è un collezionista di immagini: scattate con la macchina fotografica o con il cellulare, scaricate da internet. Tra queste, 21 foto (in formato jpg) e sette video di carattere pedopornogarfico per i quali Stasi risulta indagato, insieme ad altre 102 persone, in seguito a un’operazione della polizia postale della Lombardia, coordinata dal vicequestore Filippo Ninni, che ha portato alla chiusura del sito R@ygold. Il volto delle piccole vittime è sempre visibile, mentre non si vedono mai completamente gli adulti. Si tratta, secondo le indagini, di documenti scaricati dopo il 22 ottobre 2006, data in cui è stato installato eMule, e copiati su un hard disk esterno non prima del 18 novembre 2006 (data in cui è stato acquistato). Secondo l’accusa, questo fatto «evidenzia la volontà - e non la casualità - dell’utente di archiviare il materiale per poterne usufruire in momenti successivi».
E poi ci sono 7.064 immagini pornografiche archiviate e suddivise in 22 sottocartelle. Scaricate e poi salvate secondo criteri precisi, comprendono anche donne violentate, persone anziane sofferenti, caviglie e piedi con o senza scarpe, oggetti fallici stravaganti. Tutte custodite in una «nuova cartella» all’interno del folder «Militare»: 423 foto di aerei e poi quella cartella inquietante. Alcune immagini provengono dalla navigazione in vari sexy shop online. Ci sono le foto amatoriali. Molte sono di piedi: Stasi adora le scarpe, ne riprende a decine con il cellulare anche all’interno del London Eye o all’aeroporto durante la sua vacanza a Londra con Chiara. E poi tre filmati in formato mpg («Primo maggio», «Parte prima» e «Parte terza»), che riprendono Alberto e Chiara che fanno l’amore.
Ma il pc non contiene solo questo archivio di immagini e video (la cartella video era vuota, ma tramite Encase, nei file perduti sono state trovate altre 6.131 foto pornografiche. Nelle cartelle recuperate, invece, 109 sottocartelle con all’interno 32.130 foto hard. Tramite Photorec, i periti hanno recuperato 7.064 immagini prevalentemente a luci rosse. Ci sono anche sette racconti hard, di cui uno a sfondo omosessuale con un protagonista africano.
Ovviamente il computer non è fatto solo di pornografia. Tra i documenti ci sono 25 cartelle riguardanti gli esami e la tesi. E poi gli animali: ha una cartella con 65 foto di varie specie, quasi tutti cani. E i cuccioli, che meritano uno spazio a sè, con 14 immagini scattate nel 2006. Ci sono anche 148 foto di ville e arredamenti d’interni. E, ancora, 209 foto di auto di varie marche e 42 di moto, più altre immagini da utilizzare come sfondo per il desktop o come screensaver. Infine le barche e il salone Nautico di Genova, visitato nel 2005 e nel 2006.
Alberto come gran parte dei ragazzi, utilizza Messenger per parlare con gli amici. Anche con Chiara, la sua «Tatina»: così la chiamava, e così ha salvato le sue immagini. Ma di lei sola ci sono 24 foto in tutto per quasi quattro anni di fidanzamento, poche per un amante delle immagini e collezionista seriale. Chiara è anche insieme con altri: per esempio con il padre e Alberto nelle 49 «Immagini da stampare». O a Natale, in cinque immagini con gli amici. E ancora in vacanza a Nizza e a Montecarlo, il 16 luglio 2005. O nelle 51 foto delle vacanze al mare il 9 settembre 2006. La cartella che le contiene si chiama «incendio». In quel periodo bruciavano i boschi della Liguria, vicino alla spiaggia. Lui li ha ripresi, come mille altri turisti. Ma oltre al fuoco anche tenerezze. Lui che abbraccia lei tra gli ombrelloni della spiaggia di Spotorno, dove Alberto ha casa. Chiara è presente anche al matrimonio dell’amico Vito, il 22 dicembre 2006.
Il computer oltre a fornire il ritratto di Alberto Stasi dice anche cosa ha fatto durante la mattina del 13 agosto, quella del delitto (vedere riquadro a pag. 67). Quando lavorava alla tesi Stasi salvava le modifiche con cadenza regolare, come dimostra lo storico del laptop. Quella mattina lui dice di aver lavorato alla tesi, ma non ci sono tracce di modifiche sul file «documenti/tesi/parti del testo/core preventivo.doc». L’ultimo salvataggio risulta effettuato dall’utente alle 18,59 del 12 agosto, giorno in cui c’è anche un trasferimento dati dal pc di Alberto a quello di Chiara, per copiare le foto delle vacanze a Londra e la cartella con la tesi di Alberto. Il trasferimento è avvenuto tra le 22,02 e le 22,03, tramite un supporto informatico non meglio definito. Ed è qui che l’accusa prova a insinuare un dubbio: Chiara potrebbe essersi imbattuta nel lato oscuro del fidanzato? Nei filmini pedopornografici? Potrebbe essersi scatenato un litigio a causa delle strane manie di Alberto, scoperte in quel momento o magari solo in parte conosciute ma mai accettate? Quella sera, poi, il pc di Alberto si arresta in modo anomalo. Per l’accusa il ragazzo avrebbe forse cercato di nascondere così il suo archivio segreto, anche perché quel pc quasi mai è stato spento manualmente, più spesso restava in standby. È su questo spegnimento anomalo che la parte civile vuole capire di più, con una nuova perizia richiesta dall’avvocato Gianluigi Tizzoni. l
Blog Panorama 7 febbraio 2009
Trovati centinaia di file sconvolgenti. Chiara aveva scoperto il suo lato oscuro?
Bimbi stuprati e storie "hard" nel pc di Stasi
GARLASCO 07/02/2009 - Bambini stuprati, video "fetish", donne violentate, immagini porno e racconti erotici. Ma anche cuccioli indifesi, aerei militari e fotografie di una storia d'amore che andava avanti da quattro anni.Il prossimo 24 febbraio il giallo di Garlasco finirà sui banchi del Tribunale di Vigevano. Prove, indizi, testimonianze, per tentare di dare un nome al colpevole, ma l'elemento chiave dell'accusa rimane il computer di Alberto Stasi, unico indagato per l'omicidio. I carabinieri del Ris, infatti, hanno «torchiato» il computer portatile, hanno passato al setaccio file e cartelle salvate o cancellate maldestramente. E dall'archivio elettronico del "bocconiano" laureato a pieni voti sono venute a galla immagini raccapriccianti: foto di bambini costretti ad atti sessuali e a rapporti orali con adulti, bambini di 5 anni nudi e in pose esplicite. E costretti a sorridere, a mostrare i loro visi angelici.
L'ARCHIVIO
Interrogando il pc di Stasi emerge, tassello dopo tassello, cartella dopo cartella, foto dopo foto, personalità complessa, solare e cupa, dove i contrari diventano speculari. Alle foto di cuccioli si contrappongono immagini pedoporno e hard, schedate maniacalmente; migliaia di sequenze a luci rosse, specialmente fetish. Il laptop Compaq, sequestrato ed esaminato dal Ris, racconta molto di lui: ne esce a prima vista il ritratto di un ragazzo normale. Ci sono immagini pornografiche. Tantissime, migliaia. E alcune hanno protagonisti inquietanti: minori e, in altri casi, violenze e perversioni.
IMMAGINI RACCAPRICCIANTI
Come la maggior parte dei ragazzi, Stasi scaricava file dal sistema pair to pair eMule. Ma tra i migliaia di file salvati sul pc ce ne sono 21 (in formato jpg) e sette video di carattere pedopornografico per i quali Stasi risulta indagato, insieme ad altre 102 persone, in seguito a un'opera- zione della polizia postale della Lombardia, coordinata dal vicequestore Filippo Ninni, che ha portato alla chiusura del sito R@ygold.Il volto delle piccole vittime è sempre visibile, mentre non si vedono mai completamente gli adulti. Si tratta, secondo le indagini, di documenti scaricati dopo il 22 ottobre 2006 e copiati su un hard disk esterno. Secondo l'accusa, questo fatto «evidenzia la volontà - e non la casualità - dell'utente di archiviare il materiale per poterne usufruire in momenti successivi». E poi ci sono 7.064 immagini pornografiche archiviate e suddivise in 22 sottocartelle. Scaricate e poi salvate secondo criteri precisi, comprendono anche donne violentate, persone anziane sofferenti, caviglie e piedi con o senza scarpe, oggetti fallici stravaganti. Alcune immagini provengono dalla navigazione in vari sexy shop online. Ci sono poi le foto amatoriali. E si sono anche sette racconti hard, di cui uno a sfondo omosessuale con un protagonista africano.
Il computer oltre a fornire il ritratto di Alberto Stasi dice anche cosa ha fatto durante la mattina del 13 agosto, quella del delitto. «Stavo lavorando alla tesi» si è sempre difeso, ma oggi gli esperti dimostrano che mentiva: quella mattina infatti non ci sono tracce di modifiche sul file. L'ultimo salvataggio risulta effettuato dall'utente la sera del 12 agosto, giorno in cui c'è anche un trasferimento dati dal pc di Alberto a quello di Chiara, per copiare le foto della vacanza a Londra. Ed è qui che l'accusa prova a insinuare un dubbio: Chiara potrebbe essersi imbattuta nel lato oscuro del fidanzato?
Cronaca qui 7 febbraio 2009
Le tracce di nicotina fra i capelli della vittima E lui insinua dubbi: «Uccisa con una stampella»
Delitto di Garlasco: il killer fumava? Alberto "accusa" le gemelle Cappa
MILANO 07/02/2009 - Chi è stato, prima del delitto, a fumare una sigaretta davanti a Chiara Poggi, così da lasciare tracce di nicotina sui suoi capelli castani? C’è davvero un’altra persona, finora neppure sfiorata (o sfiorata solo marginalmente) dalle indagini, che ha passato con la ragazza le sue ultime ore di vita?Nè lei né il fidanzato Alberto, infatti, sono mai stati fumatori.
A poche settimane dalla data dell’udienza preliminare (il 24 febbraio) in cui il giudice per le indagini preliminari deciderà se Alberto Stasi verrà processato per il delitto della sua fidanzato o se invece sarà prosciolto, fra le carte della difesa sarà ripescata, sicuramente, anche questa. Le analisi tossicologiche effettuare sul corpo della ragazza di 26 anni, uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, parlano chiaro. Sul cadavere, martoriato da una decina di colpi inferti da un corpo contundente mai identificato, infatti, nessuna traccia di droghe, medicinali o sostanze particolari. Solo una nota stonata: quella nicotina impressa sui suoi capelli. Tracce superficiali, che rivestono il fusto, quasi sicuramente lasciate poche ore, massimo giorni, prima del delitto.
ACCUSE ALLE CUGINE
E mentre la data dell’udienza preliminare si avvicina, emergono nuove intercettazioni che riguardano l’unico indagato per il delitto: Alberto Stasi, 25 anni, neo laureato all’università Bocconi e aspirante commercialista. Il ragazzo, che fin dai primi interrogatori non aveva mai fatto mistero della sua antipatia per le cugine di Chiara, le sorelle gemelle Paola e Stefania Cappa, ora arriva ad accusarle apertamente. Ad Alberto, emerge dalle intercettazioni, interessano soprattutto gli sviluppi delle indagini. Il giovane riferisce di una lettera che è in suo possesso e annuncia che chiederà al professor Francesco Avato, il suo consulente tecnico, se è possibile che Chiara sia stata colpita da una stampella. Una supposizione - ipotizzano gli investigatori - suggerita dalla stessa lettera. «Ma perché non vanno neanche a controllare?», chiede Stasi.
Il centro di una delle discussioni con il suo amico di sempre Marco Panzarasa, diventa inoltre in una delle intercettazioni l’imminente uscita di un servizio fotografico sul settimanale “Chi” che ritraeva Alberto in un uscita notturna con un gruppo di amici, servizio del quale Stefania sembrava essere informata e della cui pubblicazione aveva avvertito un’amica di Alberto.
«Quella lì deve soltanto stare attenta che gli vengano a sequestrare le macchine, le biciclette, le stampelle». I due amici convengono sul fatto che «sarebbe anche ora!». Alberto, poi, in un passaggio, diventa ancora più esplicito: «Altro che la fotografia... Non mi parlare di quelle lì ché mi viene la pelle d'oca solo a pensarci». L’idea di essere stato messo sotto torchio dai carabinieri, e la diffusione dei verbali che lo riguardano, lo fanno sentire un « perseguitato». «Mentre ad altri...». L’amico lo segue a ruota: «... si è visto che su di loro (le gemelle Cappa, ndr) non hanno fatto praticamente un c... ». E Stasi: «Sì, vanno lì, perquisizione, tre scontrini!... ».
Alberto, fin dai primi giorni successivi al delitto, aveva fatto mettere a verbale i suoi sospetti. Dichiarava ai carabinieri che «Chiara non voleva uscire con la cugina Stefania, loro due erano molto diverse, era sempre lei a chiedere di poter uscire con noi». Un rapporto particolare, poi, la legava a Paola Cappa, la più “fragile” delle due sorelle, per lungo tempo malata di anoressia per sua stessa ammissione. Chiara Poggi, emerge dalle indagini, pochi giorni prima della sua morte aveva persino impedito alla ragazza di uccidersi.
MORTE TREMENDA
Ma i dubbi sull’assassinio di Chiara Poggi sono ancora tanti. Se è vero che è stata ricostruita dal medico legale la “forbice” di tempo, compresa fra le 10.30 e le 12 del mattino, intorno alla quale la ragazza è stata uccisa, mancano ancora all’appello l’arma del delitto e un movente valido.
Sul corpo di Chiara sono stati trovati decine di colpi, soprattutto al capo, quattro di questi inferti con violenza maggiore, uno letale. Le tracce lasciate sul cadavere fanno pensare a un oggetto con una “punta a farfalla”, come un martelletto da carpentiere. Lo stesso martello che mancherebbe dalla cassetta degli attrezzi del papà della ragazza. E manca, appunto, anche un movente. I rapporti fra la coppia, che stava insieme da quasi 4 anni, erano buoni. Lo testimoniano le decine di mail e messaggi che Chiara e Alberto si erano scambiati prima del delitto.
Nessuno screzio o rancore maturato, quindi, apparentemente. Qualche settimana prima della sua atroce morte, Chiara aveva persino raggiunto Alberto in un college di Londra, dove il 25enne era andato per perfezionare la lingua inglese in vista della sua laurea.
Scritto da: Arianna Giunti - arianna.giunti@cronacaqui.it
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