La ragazzina disabile lancia l´allarme con il telefonino: i carabinieri lo colgono sul fatto. Lui nega tutto
Franca Selvatici
La ragazza e sua madre hanno sporto denuncia qualche giorno fa, dopo essersi consultate con un parente, l´avvocato Salvatore Tridico che ha studio in provincia di Milano. I carabinieri hanno organizzato l´indagine in modo da cogliere possibilmente l´insegnante sul fatto. Uno di loro si è fatto mostrare dalla ragazza l´aula dove si teneva il corso di informatica e dove il professore, secondo la denuncia, la tratteneva a fine lezione per abusare di lei. Poi le ha trascritto il suo numero di cellulare sul telefonino e le ha spiegato che nel momento in cui il professore avesse cominciato a molestarla non doveva fare altro che premere il numero. Così è avvenuto. Il carabiniere è salito, ha aperto la porta e ha trovato il professore avvinghiato alla sua allieva, che palpeggiava appassionatamente tanto da non accorgersi neppure dell´ingresso di un estraneo nell´aula. «Potrei essere tua figlia, non mi toccare», diceva la ragazza. E il docente - secondo la denuncia - replicava: «Non sono tuo padre, non c´è niente di male».
Ultima di una numerosa nidiata di figli, la giovane donna soffre, probabilmente per effetto di una amniocentesi, di problemi fisici e di un lieve deficit cognitivo, per cui è stata dichiarata invalida e alle scuole medie ha avuto bisogno di un insegnante di sostegno che faceva anche ore di recupero con lei. Il professore era G. S. Nei giorni scorsi, quando dopo anni di silenzio la ragazza si è confidata con la madre, ha raccontato che già allora l´insegnante la baciava, la toccava, si strusciava a lei raggiungendo l´orgasmo. Dopo essersi iscritta a un istituto superiore, la ragazzina ha continuato a frequentare la scuola media perché ci lavorava un suo familiare e - secondo la sua denuncia - il professore trovava il modo di portarla in qualche stanza e di compiere atti sessuali, senza che lei riuscisse a sottrarsi alle sue attenzioni. Qualche mese fa, poi, il docente ha annunciato alla madre della ragazza che avrebbe potuto aiutarla a trovare un lavoro, le ha chiesto la documentazione sanitaria e le ha suggerito di mandare la figlia a un corso di computer che si teneva nella sede della Uil. I corsi prevedevano due lezioni alla settimana di due ore ciascuna, dalle 18,30 alle 20,30. E, secondo la denuncia, a fine lezione il docente trovava il modo di trattenere la ragazza e di abusare di lei. Mercoledì sera, dopo averlo sorpreso in atteggiamenti espliciti, i carabinieri lo hanno fatto rivestire, lo hanno portato in caserma, hanno eseguito una perquisizione trovando sul suo computer materiale definito pedopornografico e lo hanno dichiarato in arresto per violenza sessuale e atti sessuali su minori. L´indagine prosegue.
(Espresso Local 16 gennaio 2009)
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