lunedì 20 ottobre 2008

Napoli: la vergogna bipartisan del quinto inceneritore

lunedì 20 ottobre 2008
Il video(presente anche su Yahoo video)
La scelta di costruire a Napoli un quinto inceneritore(impropriamente e furbescamente chiamato termovalorizzatore) accolto dal vergognoso silenzio bipartisan della politica napoletana e dal plauso dei quotidiani locali è la rappresentazione plastica del degrado della classe politica e della classe dirigente campana. E' possibile che non ci sia un partito, un politico o un opininista di grido che senta il bisogno di difendere il proprio territorio da una scelta così scellerata? Non si tatta di essere d'accordo o meno sulle tecniche di smaltimento dei rifiuti(inceneritori si o no) ma di un soprassalto di dignità. Insomma qualcuno che dica.. se si tratta di smaltire i nostri rifiuti siamo d'accordo e discutiamo con quali tecnologie ma se, come dice Berlusconi, la motivazione per costruire 5 inceneritori mira ad accogliere rifiuti anche dalle altre regioni allora non siamo d'accordo! Napoli e la campania non possono diventare lo sversatoio legale dei rifiuti italiani! Di questo soprattutto si parla nell'intervista che N.Gallo ha fatto a Luca Stamati e all'on. del pd Eugenio Mazzarella... ecco di seguito il link al video......L'intervista del 17 ottobre 2008 - Diventeremo la pattumiera d'Italia?
Il video è presente sul blog di Norberto gallo (www.napolionline.org)
Fonte: I forum di Pangea Blu

Rifiuti:L’emergenza approda alla Biennale di Venezia



Oggi alle ore 12:00 un gruppo di 100 studenti della facoltà di architettura di napoli ha messo in atto una performance di fronte al padiglione Italia, ai giardini di castello, presso la biennale di architetura di Venezia, disponendo vicino l’ingresso del padiglione decine di bustoni di immondizia che riportavano su di un cartello affisso, le informazioni sulle scorie tossiche esportate dalle aziende del nord italia presso la discarica napoletana di pianura. Mentre venivano distribuiti dei volantini è stato letto un comunicato della rete campana salute e ambiente che denunciava la disinformazione dei media sull’emergenza ambientale napoletana e le responsabilità politiche, locali e nazionali, che determinano il cicilico riprodursi della crisi, malgrado le miracolistiche afffermazioni di Berlusconi e Bertolaso.
segue il testo del volantino distribuito:


Immaginate un futuro distopico.
Uno strano mondo in cui si decide di premiare con finanziamenti statali chi brucia i rifiuti invece di riciclarli. Chi produce diossina, polveri ultrasottili e ceneri tossiche.
E immaginate anche una terra benvoluta dal sole e dal mare, ma molto meno dal governo degli uomini. E una potente azienda privata che decide di guadagnare più soldi possibili dall’incenerimento. E così, con l’aiuto di governatori di destra e di sinistra e la pressione delle banche vince l’appalto per gestire tutti i rifiuti. Ma vince con l’imbroglio, facendo l’offerta peggiore per la salute dei cittadini, cambiando in corso d’opera le regole del gioco, cancellando perfino delle righe dal contratto. Il governatore di “sinistra” dirà di non averlo letto quel contratto. In fondo quelle due pagine valevano solo un miliardo di euro e il benessere di tutti i cittadini.
Ma la grande azienda non si accontenta, vuole bruciare tutto il possibile e, in attesa di avere i forni, mette nel combustibile tutto quello che raccoglie, perfino quello che non dovrebbe andarci, perfino le cose umide e marce. Arriva a sabotare i suoi stessi impianti per riuscirci! Perché la pagano a tonnellate. E con queste balle di combustibile comincia a edificare una città, un enorme città della monnezza. E’ una città invivibile per gli esseri umani, ma non per le banche, che cominciano a quotarla. Già ora vale più di un miliardo di euro.
Naturalmente la grande azienda sa di non poter mangiare da sola. In quella terra ci sono predoni rapaci, abituati a farsi pagare per interrare ovunque rifiuti tossici. Bisogna tenerli a bada. Una mano la danno ancora i governanti: l’impresa può scegliere a suo piacimento dove mettere le discariche, disinteressandosi delle conseguenze sulla natura e sui cittadini.
Si possono così fittare i terreni dei predoni e comprare le loro discariche.
Si permette loro di sversare rifiuti speciali nelle discariche autorizzate per quelli ordinari e perfino di metterli nelle balle di combustibile, così pesano di più.
La grande impresa privata, in nome del denaro, sta mettendo le basi per un’opera grandiosa: il più grande disastro ambientale dell´Europa occidentale, i più alti tassi tumorali, il 45% di tutto il suolo inquinato dell’intera nazione è qui.
Mancano ancora dei tasselli, bisogna accontentare i camerieri dei potenti, quelli che preparano le pietanze e quelli che ne certificano la bontà: burocrati e docenti universitari. Ma con questi si fa prima, basta gratificarli di consulenze ben pagate, centinaia di migliaia di euro.
E poi c´è L´Emergenza, il grande film che va in replica da quindici anni, appassionando e spaventando milioni di spettatori. La scenografia é povera e trash, con milioni di sacchetti di immondizia, ma il successo è mondiale e l’effetto garantito. Così lo spettacolo viene continuamente ri-finanziato.
Ansia, Scandalo e Miracolo sono i tre atti principali. Con virtuosa simmetria emozionale, ogni atto prepara ciclicamente i successivi.
Eppure la gente comincia a ribellarsi. Non le va proprio di ammalarsi o di veder disintegrata la sua terra. Qualcuno è anche stufo di vedere sempre lo stesso film. Ha imparato che ci sono metodi alternativi all’autodistruzione, come la raccolta differenziata, il riciclaggio dei materiali, il trattamento “a freddo”. E questi metodi sono stati boicottati per denaro. Tanti sentono puzza di tradimento, o forse è solo la puzza dei rifiuti. Ecco che si rivoltano. Si rivoltano e non gli importa niente se gli amici dei potenti ribaltano su di loro la responsabilità di tutto: eco-fondamentalisti li chiamano. Forse lo sono. Ma eco-fondamentalisti della propria sopravvivenza e della propria dignità. Addirittura, della democrazia. E non si riesce a tenerli a bada…
Finchè arriva un predone più grande e potente. Sfrutta il momento più emozionante, “l’atto del miracolo”, quello in cui i sacchetti improvvisamente scompaiono, per riscrivere ancora le regole. Quello che altrove è bianco qui sarà nero, quello che altrove è pericoloso qui non lo è più. E’ un apoteosi: più discariche, più forni, più soldi e niente regole inutili. Basta con tutti questi regolamenti sulla salute, sull’ambiente, perfino sulla sicurezza del lavoro.
Stavolta sarà un suo emissario a decidere tutto, a stabilire come, quando e dove. Niente paura: è uno che ha già dimostrato di saper trattare gli amici. Oppure volete che ritornino i sacchetti, che bussino alla porta di casa, che si infilino dalla finestra del bagno?! Per chi non è ancora convinto ci sarà l´esercito, che gioca da mesi una bizzarra guerra ai rifiuti, ma, si sà, è più bravo a farla agli esseri umani.
Tuttavia gli eco-fondamentalisti resistono. Sono insegnanti, agricoltori, studenti, precari e perfino sbandati. In comune hanno ben chiari i nomi di questa favola distopica: Impregilo, Rastrelli, Bassolino, Ecomafie, Confindustria, Bertolaso, Berlusconi… E i luoghi: Acerra, Giugliano, Savignano, Andretta, Terzigno, Gianturco, Serre, Pianura, Ponticelli… Chiaiano è tra questi. Un luogo densamente popolato nell´area metropolitana di Napoli. Incuneato tra l’area ospedaliera e un parco naturale. Il grande predone vuole costruirci un´enorme discarica su cui campeggerà il cartello “buona per tutto”. Solo che migliaia di eco-fondamentalisti continuano a mobilitarsi per salvare la Campania dagli speculatori e dagli eserciti: è lo Jatevenne Movement. Siamo donne e uomini che hanno smesso di essere spettatori per sentirsi finalmente una comunità. La nostra lotta è appena cominciata.
RETE CAMPANA SALUTE E AMBIENTE http://www.rifiutizerocampania.org/
Autore:
tpa
link autore:
http://www.ecn.org/
(tratto da napoli.indymedia.org)

Sannio:Tecnico muore in cantiere discarica

(ANSA)- BENEVENTO, 20 OTT- Un geometra di 19 anni e' morto schiacciato da un cingolato durante lavori nella discarica di S. Arcangelo Trimonte, nel Sannio. La vittima si chiamava Pasquale Russo. Nell'incidente e' rimasto ferito anche un altro tecnico. Sul posto anche due rappresentanti del sottosegretariato all'emergenza rifiuti. I carabinieri stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell'incidente, avvenuto nei pressi della nuova vasca della discarica.

martedì 14 ottobre 2008

Scuola Occupata: si dorme tra i banchi

Genitori e insegnanti passano all'azione contro il decreto Gelmini: occupazioni, manifestazioni e scioperi bianchi. Boicottate uscite e gite

di Laura Santini GENOVA, 14 OTTOBRE 2008
Vuoi dire la tua su questo argomento? Scrivi a redazione@mentelocale.it
«In Liguria non sarà tagliata alcuna scuola, la Regione si prende le sue responsabilità e non applicherà le norme del Ministro Gelmini, ma assumerà le proposte fatte dalle Province». Lo ha detto questa mattina, martedì 14 ottobre, il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all'Istruzione Massimiliano Costa, a margine della seduta del consiglio regionale, in merito alle anticipazioni non veritiere diffuse circa ipotetiche chiusure di istituti scolastici liguri. «Noi non priveremo nessuna realtà ligure - continua Costa - della presenza scolastica, tantomeno i piccoli comuni dell'entroterra, il dimensionamento scolastico proposto dalle Province vedrà la Regione impegnata a promuovere la creazione di istituti comprensivi, a mantenere i plessi, anche piccoli, all'interno di istituzioni scolastiche autonome e a potenziare l'offerta formativa sul territorio». Per quanto riguarda le piccole scuole, Costa assicura che «verranno mantenute all'interno della stessa istituzione scolastica autonoma, così da garantire alla popolazione una presenza scolastica adeguata alle esigenze del territorio» - in base alla legge, per rimanere aperte come istituzioni scolastiche autonome, le scuole devono avere non meno di 500 alunni (che scendono a 300 nelle zone montane).
Non è certo una notizia che il mondo della scuola sia in agitazione (consulta il sito che mette in rete varie scuole nazionali). Le critiche accese rivolte al decreto legge n. 137 del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca Gelmini - appena passato alla Camera (leggi qui l'estratto dal sito della Camera dei deputati) e in attesa di passare al Senato - circolano da settimane sui media e rimbalzano di riunione in riunione nelle scuole di ogni ordine e grado. E questo forse è meno noto, perché non sempre tutti i genitori partecipano, perché non tutti sono genitori, e perché purtroppo le tematiche della scuola sono a scadenza, ovvero preoccupano moltissimo finché i figli sono in ballo poi sono relegate nello scantinato con i libri di testo e tutt'al più osservate come fossero giochi da bambini che non ci appartengono più.Però non si tratta solo del ritorno al 7 in condotta. C'è molto di più. La notizia è che in questi giorni in tanti, tra genitori e insegnanti, sono pronti a passare ad azioni concrete tra cui spiccano lo sciopero bianco, ovvero l'annullamento di tutte le attività che vanno al di là della didattica tradizionale di tipo frontale (progetti, concorsi, funzioni strumentali, collaborazioni con enti o soggetti esterni, coordinamenti interni e di plesso); l'occupazione per mercoledì 15 ottobre 2008 partita da Bologna e sollecitata da retescuole.net; l'annullamento di tutte le uscite e le gite, che a Genova sta suscitando grosse preoccupazioni e malumori in particolare in coincidenza con il Festival della Scienza (che sarà il primo evento culturale a soffrirne le conseguenze economiche); oltre a una fitta serie di assemblee e manifestazioni per le strade. Ma colpire l'aspetto economico del turismo scolastico è una delle poche opportunità che restano per scuotere opinione pubblica e politici.L'azione diffusa e in fase di coordinamento (a Genova sosscuola rintracciabile per ora solo tramite l'email sosscuola@alice.it) non è semplicemente una protesta, bensì una dimostrazione degli effetti del decreto, una prefigurazione di quello che sarà la scuola se il decreto sarà effettivamente convertito. Il dissenso è mosso da reali preoccupazioni per uno scenario già configurato dagli articoli del decreto: chiusura di piccole scuole (già in atto); scuola primaria di 24 ore, quindi niente tempo pieno se non a pagamento; un/una unico/a insegnante in classe, sempre nella primaria e in generale un corpo docente sempre più ridotto in tutti gli ordini e gradi di scuole; un ritorno nella valutazione alla freddezza dei numeri (sì, anche per i giovanissimi della scuola primaria); l'assenza di sostegno a chi ha problemi o bisogni specifici legati all'apprendimento e di compresenze (che per altro sono finite già da qualche anno insieme alla possibilità di avere supplenti piuttosto che oscene soluzioni di emergenza con smistamenti su più classi e disagi per tutti: e qui forse bisognerebbe dare a Fioroni quello che è suo). Cosa sono le compresenze? Un meccamismo molto virtuoso se ben applicato che permetteva alle/agli insegnanti di lavorare in coppia sulla classe agevolando così una maggiore fluidità nella didattica, favorendo il confronto fra corpo docente e generando un tempo di approfondimento interdisciplinare.Come diceva correttamente un papà in una delle ultime riunioni a scuola a cui ho partecipato come mamma, «c'è bisogno di superare la mancanza di fiducia verso la categoria degli insegnanti», che per molti restano ancora quelli che hanno tre mesi di vacanze. Ma qui non si sta difendendo una corporazione, la scuola che lavora e sa di essere un anello forte del microsistema culturale di ogni società vuole stanare i politici e gli interessi economici che ruotano intorno ad essa per far comprendere quante opportunità stanno per essere schiacciate, ridotte e semplificate - al di là del gravissimo disinvestimento che la scuola ha comunque subito negli ultimi anni da entrambi le sponde politiche. Una mamma rincara: «ci vuole un progetto forte di comunicazione, che sappia anche dar fastidio». Di sicuro c'è bisogno di tutti.Siccome a Genova il coordinamento sosscuola che accoglie più scuole, circoli didattici e anche esponenti del precariato dall'università (di cui bisognerebbe parlare altrettanto diffusamente) sta ancora costruendo la sua rete e il suo sito, diamo spazio su mentelocale.it a una prima agenda di appuntamenti (segnalatene altri a redazione@mentelocale.it).
Agenda eventi iniziative a Genovada Ottobre@ Direzione didattica Lagaccio (3 scuole materne e 3 primarie): sciopero bianco su delibera del colleggio docenti con riduzione del POF (Piano dell'Offerta Formativa) per dimostrare quello che succederà: bloccate tutte le uscite, i progetti, i concorsi, le funzioni strumentali, i coordinamenti di plesso. Queste attività corrispondevano a retribuzioni di circa 1.000/1.100 Eu a persona e coinvolgevano diversi insegnanti oltre l'orario della didattica.
mercoledì 15 ottobre: assemblea serale ad oltranza delle scuole primarie Anna Frank (piazzale Polvalleri, a Marassi) e Daneo (nei locali della Descalzi/Polacco, in via Ricci, Circolo Didattico La Maddalena).@ Anna Frank: alle ore 17 assemblea; ore 20 coro; ore 21.30 tavola rotonda con esponenti varie scuole;@ Descalzi/Polacco: programma simile con inizio alle ore 17; con maggiore attenzione al tema dell'integrazione;@ Pontedecimo, Campomorone, Bolzaneto: boicottaggio delle lezioni da parte dei genitori che porteranno i bambini davanti alla scuola senza farli entrare dando vita a manifestazioni;
giovedì 16 ottobre: assemblea congiunta di scuola e università in via Balbi 4, ore 18.45;
venerdì 17 ottobre: sciopero degli insegnanti indetto dai Cobas;
giovedì 30 ottobre: sciopero nazionale indetto dai sindacati;
prima settimana di novembre: genitori, insegnanti e bambini delle scuole primarie Garaventa e Daneo daranno vita a un attraversamento lento per confluire in piazza Cavour (dalle 16.30)









Chiaiano, prof Ortolani: cava a rischio frane, un pericolo per esercito e cittadini














Cave Canem
Diamo spazio a due interessanti articoli sul ‘day after’ della visita al sito destinato ad accogliere la discarica a Chiaiano da parte di una delegazione istituzionale del Comune di Marano. Il primo, a firma di Simona Cipollaro, riguarda l’iniziativa del sottosegretariato ai rifiuti di permettere agli internauti di “visitare” l’ex poligono di Chiaiano, per promuoverne, almeno sulla carta, la presunta idoneità. Il secondo è un intervento di Franco Ortolani, il quale illustra ciò di cui ieri ha preso visione insieme a De Medici ed al sindaco Perrotta (ed ai vigili urbani). Attenti alle cave!!!

Un tour virtuale nell’ex poligono di Chiaiano per mostrare ai cittadini lo stato dei lavori all’interno della cava. Un’iniziativa per placare gli animi di chi ha ancora dubbi sulla realizzazione della discarica. Così, lo staff di Bertolaso ha deciso di inserire sul sito http://www.emergenzarifiuticampania.it/erc/ERC-ERC_Layout_locale-1199880667264_Home.htmle foto ed i video dell’interno della cava.
Si possono scorrere le immagini della zona prima dell’inizio lavori; della caratterizzazione dei materiali rinvenuti nel corso della bonifica; delle opere di bonifica stessa; dei lavori di consolidamento delle pareti ed infine delle planimetrie e dei progetti.
Vengono passati in rassegna, attraverso i video, tutti gli argomenti che sono stati alla base delle contestazioni contro la realizzazione della discarica: i costi; il consolidamento delle pareti di tufo; le opere di bonifica e la viabilità.
Secondo chi si sta occupando della realizzazione della discarica, dunque, le opere di bonifica e consolidamento delle pareti costano 2 euro per tonnellata di rifiuti, mentre il costo totale, una volta che la discarica andrà a regime, sarà di 100 euro a tonnellata di rifiuto. Per quanto riguarda il consolidamento delle pareti, le immagini mostrano l’inserimento al loro interno chiodi di tre metri, legati ad una rete metallica poi consolidata al terreno. La bonifica è stata prevista in tre fasi, la prima, già realizzata, è consistita nell’allontanamento dei materiali accumulati, si procederà poi con l’allontanamento dei cumuli di terreno usati come separazione delle aree di tiro ed infine, bisognerà capire se il terreno sottostante è inquinato, nel qual caso verrà portato via.
Sulla questione della mobilità, lo staff di Bertolaso ha assicurato che non ci saranno aumenti di traffico, poiché, i camion che attraverseranno le strade di Chiaiano saranno in numero uguale a quelli che oggi si occupano della raccolta nel quartiere, a Mugnano e nella terza, quinta ed ottava municipalità di Napoli.
(Simona Cipollaro, ECO delle CITTA’)

La preparazione della discarica di Chiaiano: un’offesa all’Esercito Italiano
di Franco Ortolani


Oggi 13 ottobre 2008 è stata eseguita la visita tecnica, richiesta dal sindaco di Marano al Sottosegretario Bertolaso, per verificare i lavori in corso per trasformare la Cava del Poligono di Chiaiano in discarica urbana nell’ambito di un parco regionale. Il sopralluogo è stato guidato dai militari dell’Esercito Italiano che ci hanno vietato di eseguire fotografie nella cava dove di militare non c’è assolutamente niente (tranne gli accompagnatori che ci hanno scrupolosamente scortato con le armi imbracciate, in base ai severi ordini loro impartiti.
Benché l’ambiente commissariale sapesse che la visita si sarebbe svolta questa mattina, non abbiamo trovato nessun tecnico con cui dialogare; non era presente nemmeno il responsabile civile del cantiere e alcuni operai non lavoravano in condizioni di sicurezza come previsto dalle vigenti leggi, nonostante l’autorevole richiamo fatto recentemente dal Presidente della Repubblica. Le considerazioni principali scaturite dal sopralluogo sono le seguenti:1- l’alveo-strada Cupa del Cane che scorre al di sopra della cava a fossa e che determina una situazione di rischio di inondazione del sottostante piazzale di lavoro, come evidenziato dalla competente Autorità di Bacino, non è ancora stato oggetto di messa in sicurezza idrogeologica. In caso di evento piovoso significativo la cava può essere invasa rovinosamente dalle acque e detriti con portate stimate di oltre 10.000 litri/secondo. La sistemazione idrogeologica deve essere propedeutica ai lavori nel piazzale di cava. La strada in gran parte alveo-strada è stata ricoperta di pietrisco senza adeguate sistemazioni idrauliche per cui le piogge intense provocheranno erosione e trasporto di terreno e detriti fino nell’abitato di Marano a valle.

2- Gli autoveicoli pesanti percorrono il tratto di alveo-strada ubicato alla sommità di una parete di tufo giallo, alta oltre 20 metri, molto fratturato e incombente sulla cava. Tale parete, larga 10-15 metri circa, fa da muro di contenimento a circa 20 m di terreno eterogeneo accumulato in passato per riempire la cava presente a sinistra (scendendo) dell’alveo strada. Lo scrivente ha segnalato ai militari la pericolosità della situazione e il rischio corso da civili e militari che transitano lungo l’alveo-strada instabile.

3- Il piazzale di cava non è stato ancora bonificato; è stato accumulato e ricoperto con teloni il terreno che divideva le piazzole di tiro. Il substrato del piazzale dove sono stati prelevati i campioni risultati inquinati non è ancora stato ripulito mediante l’asportazione dello strato di terreno che deve essere bonificato.
4- Alcuni lavoratori stavano sistemando le reti, rinforzate da cavi d’acciaio a maglie, chiodate nel tufo delle pareti della cava. Le reti erano state messe al di sopra del tufo delle pareti sud ed est fino a ricoprire per alcuni metri anche i sovrastanti sedimenti piroclastici sciolti. Qualche blocco di tufo pericolante è stato disgaggiato. Lo scrivente ha fatto notare ai militari che nella parte alta della parete sud si erano verificate alcune piccole colate di fango innescatesi al di sopra delle reti, vale a dire nella parte sommitale del versante. Le piccole frane si sono distaccate proprio come è stato segnalato ripetutamente dai tecnici di Marano durante gli incontri tenutisi presso il Commissariato tra giugno e luglio. Permane quindi il rischio per le persone che transitano o operano alla base delle pareti di essere investiti da masse di fango (il peso si aggira tra 2000 e 2500 kg per metro cubo) distaccatesi 70 metri più in alto. Si è colta l’occasione per illustrare ai militari il pericolo di crollo di enormi masse di tufo fratturato in relazione alla spinta fatturazione dell’ammasso roccioso. In particolare è stato evidenziato il grave errore commesso dall’ARPAC e dai progettisti nel non comprendere l’instabilità della parete sud dove il tufo è interessato da una serie di fratture che immergono verso valle con inclinazione di circa 80 gradi predisponendo il distacco improvviso e rovinoso di enormi quantità di roccia come accaduto nel 1999 in una cava vicina (circa 6000 metri cubi).
5- Le strade (alvei strada) per entrare e uscire dalla Cava del Poligono non sono state modificate per cui gli autoveicoli pesanti non sono in grado di transitare in sicurezza.Il sopralluogo ha evidenziato: a- un cantiere senza sicurezza per i lavoratori e i militari che frequentano la cava del Poligono;
b- un cantiere nel quale si stanno eseguendo lavori di “messa in sicurezza“ delle pareti di cava assolutamente inadeguati, basati su dati geostrutturali sbagliati e non protetto dal pericoli di inondazione; c- una strada di accesso al cantiere (il tratto di alveo-strada di Cupa del Cane incombente sulla cava) che è ubicata su una parete di tufo fratturato instabile.I dati emersi evidenziano che l’Esercito Italiano è stato coinvolto in una operazione non trasparente: in base agli ordini ricevuti i militari sono stati costretti a scortarci armati, pur sapendo che eravamo rappresentanti istituzionali del Comune di Marano e non malavitosi, anche mentre illustravamo loro i pericoli ambientali ai quali erano incoscientemente esposti, connessi all’instabilità delle pareti della cava. Pericoli non compresi dai progettisti. Con amarezza si evidenzia che l’Esercito Italiano è usato per “fare la guardia” affinché non venga disturbato chi opera realizzando interventi inadeguati e per di più in situazioni che non garantiscono la sicurezza a chi lavora e a chi frequenta la cava. L’Esercito non può essere usato spregiudicatamente in operazioni che non hanno niente da fare con le attività militari come la sorveglianza ad un cantiere civile dove sono in corso lavori che, per errori professionali dei progettisti, mettono a rischio la sicurezza delle persone compresi i militari.
Prof. Franco OrtolaniOrdinario di Geologia, Università di Napoli Federico II


13 ottobre 2008
Fonte: La voce dell'emergenza il blog (http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2008/10/14/cave-canem/

giovedì 9 ottobre 2008

Dalle stalle alle stelle: alcuni soci della cordata Alitalia sono reduci dal disastro rifiuti pagato dai cittadini


Dal Sito: Articolo 21

In Campania 5 inceneritori. Quello di Acerra sarà gestito dall’A2A
di Nello Trocchia

Ogni viaggio del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Napoli aggiunge una perla. Berlusconi, da bravo intrattenitore, disegna il piano rifiuti a puntate. Ogni volta una nuova uscita per tenere acceso il dibattito, ribadendo a microfoni e tv la risoluzione definitiva dell'emergenza. Il disegno del governo è chiaro ed è ben descritto nel decreto legge N.120 del maggio scorso. Con il passare delle settimane si aggiungono nuovi elementi e tutto diventa più chiaro: l'esecutivo prepara la Campania ad una lunga agonia, ad una emergenza interminabile.
Il piano prevede discariche e quattro inceneritori, ora 5 dopo l'ultimo approdo del Presidente spazzino in terra partenopea. Da ultimo, la notizia che il forno di Acerra sarà gestito dall'A2a che si è fiondata sull'affare, visto che l'impianto beneficia degli incentivi Cip6, destinati alle rinnovabili, che solo in Italia premiano anche l'energia prodotta dagli inceneritori.La strategia, dicono gli esperti, è fallimentare ed avrà come unico effetto di rendere eterna l'emergenza. Con questo approfondimento analizziamo le proposte del governo. Serve un altro inceneritore? Chi pagherà l'aggiornamento tecnologico dell'inceneritore di Acerra? Quanto guadagnerà A2a grazie ai Cip6, incentivi che dovrebbero andare alle rinnovabili e ,invece, vanno a chi produce energia bruciando i rifiuti? Come uscirà Impregilo da questa emergenza? Le discariche previste sono sicure, sono a norma? Che fine fanno le ecoballe? E la raccolta differenziata quando parte?Ospiti dello speciale: Nicola Capone, coordinatore dell'Assise Palazzo Marigliano, Franco Ortolani, ordinario di Geologia alla Federico II di Napoli e Tommaso Sodano, già presidente della commissione ambiente del Senato.
Ascolta la prima parte dello speciale realizzato da Nello Trocchia per Econews


Ascolta la terza ed ultima parte dello speciale
Il Quinto inceneritore e la truffa delle ecoballeIl presidente del consiglio ha dichiarato che sorgerà nell'area Nord-Ovest della Campania un quinto inceneritore. "Gli impianti saranno tecnologicamente molto avanzati e in quello di Acerra - ha affermato Berlusconi - ci saranno anche tecnologie aggiuntive che consentiranno di arrivare ad un tasso di inquinamento vicino allo zero". L'ulteriore inceneritore servirà a smaltire le ecoballe( circa 8 milioni) che sono state accumulate fino ad ora. Nicola Capone, coordinatore dell'Assise Palazzo Marigliano, ci spiega l'inutilità del forno e l'impossibilità di bruciare le ecoballe.
Ascolta l'intervista a Nicola Capone sul quinto inceneritore.
Le eco-balle non possono essere bruciate, semplicemente perché non hanno i requisiti previsti dalla legge mancano del potere calorifico necessario. Le eco-balle prodotte dagli impianti ex C.d.r. sono una vera truffa ai danni del contribuente che oggi diventano una vera gallina dalle uova d'oro per chi le brucerà, visti gli incentivi previsti dai Cip6. Bisogna partire da questo assunto per analizzare gli ultimi risvolti della vicenda. Ecoballe, modello di spreco ed inefficienza. Ancora Nicola Capone.
Nicola Capone la fine delle ecoballe e l'inutilità dei C.d.r.

Le ecoballe dovrebbero essere spacchettate e trattate in vagliatori mobili, macchinari esistenti, ad oggi inutilizzati.
Le discariche previste e il disastro annunciatoContinuiamo ad analizzare punto per punto le dichiarazioni e l'impegno del governo sui rifiuti. "Si procede con le discariche di Savignano Irpino e con quella di Sant'Arcangelo Trimonte". Le discariche previste sono 10 dal decreto 120. Per Berlusconi tutto procede per il meglio, le rassicurazioni non mancano. Il premier sottolinea, in più occasioni, che "non c'è alcun motivo per protestare".Il professore Franco Ortolani, ordinario di geologia, alla Federico II di Napoli, ci racconta cosa è accaduto a Sant'Arcangelo ad agosto.
Franco Ortolani.

San'Arcangelo Nota a margine. Il Professore Franco Ortolani veniva definito, nelle intercettazioni dell'inchiesta citata, da Marta Di Gennaro, commissaria vicaria e braccio destro di Guido Bertolaso, un Ortolani qualsiasi dileggiandone il ruolo rappresentandolo come un disturbatore che avrebbe provocato problemi, nel caso di una falsificazione del prodotto da conferire in discarica.
Quello campano, insomma, è un disastro annunciato, ma nessuno paga, nonostante la militarizzazione del territorio. Se protesti vieni denunciato, come successo all'ex sindaco di Marano, in barba alla democrazia, ma se individui una discarica in un sito non idoneo continui a lavorare, anzi continui il disastro. E Chiaiano?
Nessuna motivazione neanche per i cittadini di Chiaiano e Marano che. Il Cavaliere ha infatti sottolineato che non esistono problemi per la salute e che non ci saranno problemi neanche di viabilità per il passaggio degli auto-compattatori nella zona. Chiaiano, "invece di un'orrenda ferita", avrà un parco e non ci saranno "infiltrazioni nelle falde acquifere".

Su questo ortolani è illuminante.
Franco Ortolani su Chiaiano

Un ultimo tassello. I sindaci irpirni che da giorni protestano per la discarica individuata nella loro zona. Il premier ha precisato che, nonostante le proteste dei sindaci irpini, il sito in allestimento nel Formicoso non sarà "smilitarizzato". Nel territorio di Andretta sono ancora in corso delle indagini tecniche.
Franco Ortolani su Andretta
La differenziata impossibile

La soluzione è differenziare i rifiuti, visto che la metà vengono prodotti a Napoli e provincia, bisognerebbe iniziare da lì. Ma la differenziata non s'adda fare.
Franco Ortolani differenziata

La metà dei rifiuti campani è prodotta a Napoli ed in provincia. L'Asia, l'azienda municipalizzata napoletana che dovrebbe avviare la differenziata vede come amministratore delegato Daniele Fortini. Fortini è anche presidente di Federambiente, che ha tra le associate anche A2a che gestirà l'inceneritore di Acerra. Fortini è iscritto a pieno titolo nel partito dei favorevoli all'incenerimento dei rifiuti.
Se, come dicono gli esperti, più differenzi, meno incenerisci e meno guadagni, diciamo che Fortini si trova, parafrasando un proverbio napoletano con due piedi in una scarpa. Ma non basta. Gli incarichi in conflitto non finiscono.
A2a, l'impianto di Acerra ed il regalo all'Impregilo.A vincere la gara per la gestione dell'impianto di Acerra, infatti, è stata la società A2a. Quando il governo Prodi aveva eliminato gli incentivi dei Cip6 sia l'A2a che la Veolia, l'altra concorrente, avevano fatto sapere: " Acerra? Impianto vecchio, non ci sono le condizioni". La realtà è cambiata quando con un decreto lo stesso governo di Romano Prodi ha esteso gli incentivi Cip6 all'impianto di Acerra. Ora la gestione diventa conveniente. L'impianto nato vecchio con tecnologie vetuste deve essere ammodernato, come ha ribadito, lo stesso Berlusconi. Ma a chi tocca e quanto costa ammodernarlo? E Impregilo, responsabile del disastro come uscirà dalla vicenda?
Tommaso SodanoAscoltiamo Tommaso Sodano, ex presidente della commissione ambiente del Senato che chiarisce alcuni punti che lasciano sconcertati. L'A2a guadagnerà, utilizzando gli incentivi Cip6, 100 milioni di euro ogni anno. L'utile dell'azienda lo pagano i cittadini. Non solo. L'Impregilo venderà l'impianto di Acerra al commissariato e non pagherà neanche un euro per ammodernarlo, ma non solo. Tommaso Sodano sostiene che Impregilo potrebbe addirittura vendere le ecoballe che ha prodotto.
In Impregilo ci sono i Gilberto Benetton, i Salvatore Ligresti ed i Marcellino Gavio attraverso la Igli Spa. I tre imprenditori fanno parte della cordata per il rilancio di Alitalia. Dopo il disastro rifiuti decollano. A pagare sono sempre i cittadini. Le bugie hanno le gambe corte, anche se tg e giornali raccontano la bella Napoli senza rifiuti. Una Napoli che non c'è e che con questo piano non ci sarà.

Modugno, sequestrato il termovalorizzatore di Ecoenergia Srl (Gruppo Marcegaglia)

Guarda il video http://it.youtube.com/watch?v=DLqarpM_AZQ
Michele Parisi, GIP del Tribunale di Bari ha convalidato, nei giorni scorsi, il sequestro (disposto il 22 settembre scorso) del termovalorizzarore della Eco Energia Srl (Gruppo Marcegaglia) perché non rispetta una serie di vincoli.
I lavori, fino ad oggi, sarebbero stati condotti, secondo l’accusa sulla base di autorizzazioni illegittime emesse dal Comune di Modugno e dalla Regione Puglia e senza che sia stato emesso il parere vincolante dell’Aurtorità di bacino, il nulla osta paesaggistico e il nulla osta dell’Enac poiché:
le opere supererebbero in altezza il limite consentito nel raggio di tre chilometri dall’aeroporto di Bari Palese.

Come riferisce il portale Modugno .it
Il sequestro arriva dopo la nullità della V.I.A. rilasciata all’inceneritore di EcoEnergia, denunciata della locale sede dei Verdi di Modugno che “esultano per un altro importantissimo colpo inferto al colosso industriale del Gruppo Marcegaglia”.
Il sequestro era stato diposto il 22 settembre scorso dalla Procura di Bari e tocca un area di 35mila metri. I capi d’accusa sono stanzialmente ter: l’area è sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici e perché non è stata utilizzata per la progettazione la migliore tecnologia possibile. L’indagine sta analizzando anche le responsabilità della società esecutrice dei lavori, i progettisti e un dipendente della Regione che avrebbe rilasciato il parere favorevole nella V.I.A.
Via Modugno.it, La Gazzetta del Mezzogiorno, e-polis

Chiaiano, rinvio della sentenza del Tar e difesa dei beni comuni

L’avvocato del Comune di Marano ha ottenuto il rinvio per l’esigenza di accorpare tutti i ricorsi.

Un breve rinvio, di circa un mese, è stato richiesto ed ottenuto dall’avvocato Raffaele Capunzo per conto del Comune di Marano nella udienza svoltasi stamattina dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiamata ad esprimersi sulla sospensiva dei provvedimenti volti alla realizzazione della discarica nella cava del Poligono a Chiaiano. Il rinvio è stato chiesto per chiedere formalmente l’accorpamento di tutti i ricorsi presentati dal Comune di Marano: oltre al ricorso introduttivo, infatti, i legali hanno contestato anche le successive ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e gli atti della Conferenza dei Servizi sulla Valutazione di Impatto Ambientale, con ricorsi supplementari rispetto a quello iniziale. La richiesta è stata motivata con la necessità e l’opportunità di ottenere un giudizio completo e per fare in modo che il Tar possa esprimersi compiutamente su tutto il procedimento amministrativo nella sua interezza. La seduta odierna rappresentava già la continuazione della Camera di Consiglio del 30 luglio scorso, quando il Tar aveva chiesto alla Protezione Civile di produrre atti e documentazioni in grado di fornire chiarimenti su diversi aspetti della procedura.
Fonte http://www.9online.it

martedì 7 ottobre 2008

Rimborsi truffa per i pasti: nei guai ex subcommissario

Intascava sessanta euro al giorno dallo Stato per pranzi non consumati. Arresti domiciliari per il geologo Leonardo Serva

NAPOLI — Trenta euro a pasto per due pasti al giorno: se lo Stato li rimborsa perché non approfittarne? Questo pensava Leonello Serva, direttore del Servizio geologico d’Italia — Dipartimento difesa del suolo dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat), socio ordinario della European academy of sciences and arts, class VI, technical and enviromental sciences — e professore a contratto presso l’Università dell’Insubria. Questo però gli è costato l’arresto: da ieri il cinquantasettenne ex subcommissario all’emergenza rifiuti, gestioni Pansa e De Gennaro, è ai domiciliari nella sua casa di Roma con le accuse di truffa aggravata e falso ideologico. Quei pasti, infatti, Serva (che percepisce un sostanzioso stipendio e, all’epoca dei fatti, un’altrettanto sostanziosa indennità di missione) non li aveva mai consumati: se li era fatti rimborsare grazie a ricevute false rilasciate dal ristorante Ciro a Medina (nella foto a sinistra). Per gli stessi reati è indagato il suo autista, Antonio Cafaro, di 51 anni.L’inchiesta, costola di quella nota come «Rompiballe» dello scorso maggio, nella quale è coinvolto anche il prefetto, Alessandro Pansa, è dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo; la misura cautelare è stata emessa dal gip di Roma Maurizio Caivano, competente in quanto il danno — quantificato più o meno in 5.000 euro — lo ha subito il ministero dell’Ambiente. Le pratiche di rimborso, infatti, venivano liquidate dall’avvocato Giancarlo Viglione, capo di gabinetto del ministero, tramite la Bnl. Le indagini non sono concluse: perché a Leonello Serva, oltre che i pasti, venivano rimborsati i pernottamenti. L’ex subcommissario risultava alloggiare all’hotel Vesuvio: i carabinieri del Servizio tutela ambiente stanno ora esaminando alcune ricevute rilasciate dallo splendido albergo del lungomare. I reati che gli vengono contestati vanno dal primo ottobre 2007 al 18 gennaio 2008. Stando alla documentazione presentata, Serva andava due volte al giorno nel ristorante Ciro a Medina. Le intercettazioni telefoniche, però, hanno consentito agli 007 della tutela ambiente di accertare che, nei giorni indicati, il dirigente del ministero era da tutt’altre parti.Il 24 dicembre scorso, per esempio, era in riunione in Prefettura con il colonnello Agocella e il generale Giannini, due ufficiali dell’Esercito distaccati al commissariato straordinario. Il 5 ottobre precedente, invece, era addirittura a Roma per assistere all’incontro di calcio Lazio-Real Madrid.
Durissimo il commento del gip: «Dalla disamina della vicenda emerge in tutta evidenza la gravità e la reiterazione dei fatti che ha visto il coinvolgimento di un alto dirigente della pubblica amministrazione, Serva, il quale, in spregio ai valori che devono presiedere all’esercizio di una funzione pubblica, ha, in modo sistematico, spregiudicato e disinvolto, richiesto ed ottenuto il rimborso di spese mai sostenute, procurandosi ricevute fiscali ed arrecando in tal modo un nocumento patrimoniale alla pubblica amministrazione». Tutto questo, rileva ancora il gip, «pur essendo l’indagato remunerato con uno stipendio consistente ed essendo indennizzato nello specifico del disagio relativo allo svolgimento di una missione fuori sede con apposito e sostanzioso trattamento economico».
(Titti Beneduce, corrieredelmezzogiorno.it)

Arresti Pianura.«Arriva la polizia»: l'assessore al telefono guidava la protesta degli ultrà di Pianura
















Nugnes del Pd avvisava gli antidiscarica, insieme a un consigliere di An. Arrestate 37 persone per gli scontri

DAL NOSTRO INVIATO

NAPOLI — «Fai una cosa, vai a pisciare là, dove successe il fatto». Il 6 aprile 2008 uno dei capi ultrà si rammarica di non poter partecipare alla trasferta di Catania.

Da buon dirigente, lascia però le consegne ad un suo sottoposto, invitandolo — tra le risate — a fare la pipì nel luogo preciso dove morì l'agente Filippo Raciti. Il verbo «picchiare», declinato anche in varie forme dialettali, è quello che ricorre più spesso nelle conversazioni telefoniche degli affiliati di «Niss» e «Teste matte», gli esecutori della «guerra totale» ordinata a tavolino da Giorgio Nugnes e Marco Nonno, due rappresentanti delle istituzioni, o presunti tali. Intercettazioni davvero illuminanti. Gli ultrà commentano i «macelli» fatti a Milano con l'aggressione a due passanti. Le parole si fanno febbrili nel tramandare la «speronata» di un'auto di sostenitori della Roma, aggrediti con cinghiate sui finestrini. Mica da fermo, ma in corsa, ai 190 chilometri all'ora, sull'autostrada del Sole. Non parlano mai di calcio. Un mondo a parte

Le prime duecento pagine dell'ordinanza sui fatti di Pianura non si limitano a ripercorrere una dozzina di episodi violenti avvenuti negli ultimi anni prima o dopo le partite del Napoli. Sono anche un documento antropologico sugli ultrà. «Un luogo extraterritoriale — sostiene il Gip — nel quale le regole da rispettare non sono le leggi dello Stato ma altre, dove vige un forte senso di omertà e una radicata convinzione di impunità, e i cui appartenenti non sono estranei agli ambienti della criminalità comune e organizzata». Si scrive Napoli e «Niss», si potrebbe leggere con il nome di molte altre città e relative curve. C'è una telefonata che esprime meglio di qualunque trattato di sociologia l'esistenza di «un vero e proprio stile di vita» che unisce il mondo ultrà. Riccardo, tifoso del Verona, chiama Giuseppe Nota, capo delle Teste matte per scusarsi. Uno dei loro, dopo essere stato accoltellato da un napoletano, ha osato andare alla polizia per fare denuncia. «Non sono cose che ci appartengono, a nessuno di noi. Cioè, nemici per sempre, oltre la morte, ma infami mai». I politici A questa gente si sono consapevolmente affidati Nugnes e Nonno, entrambi definiti «mandanti» degli scontri di Pianura. «Chi li ha chiamati in causa — scrive il Gip — l'ha fatto verosimilmente con l'intento di portare la violenza organizzata in seno alla protesta». Gli arresti di ieri riscrivono le responsabilità di ciò che avvenne a gennaio. La ritirata da Pianura di uno Stato molle e assente.

Una sconfitta senza attenuanti, a braghe calate, con la polizia che si allontanava tra ali di ultrà festanti. In quei giorni, Marco Nonno almeno non agiva nell'ombra ma sempre in favore di telecamera. Si aggirava tra i rivoltosi con giubbotto di pelle, cappellino da baseball, Rayban neri. Sulla manica sinistra portava uno stemma delle SS Fallschirmjäger, unità di truppe paracadutiste dell'esercito tedesco. Al collo, una croce celtica. Ogni tanto si metteva un elmetto nazista in testa. Non c'è problema, diceva lui, «tanto ho anche aderito alla svolta di Fiuggi, che volete di più». Nonno è l'anello che congiunge gli ultrà alla politica. È lui, pianurese di nascita, che li fa entrare in gioco e li guida. «Faccio parte della guerriglia urbana, bisogna scendere di nuovo e assaltare le forze di polizia» dice in una conversazione filmata a sua insaputa. Agisce per la carriera, come sottolinea un suo amico («Là sopra tu stai pigliando tremila voti»), e per «le braciole», i soldi. I magistrati lo considerano uomo di fiducia dei costruttori abusivi della zona, coinvolto anche in una piccola speculazione immobiliare.

L'assessore

L'unica vera sorpresa di questa inchiesta è il nome del suo alleato. Anche Giorgio Nugnes è di Pianura. Ex impiegato regionale, a tutti gli effetti un politico di professione, vestito di regolamentare grisaglia. Nel primo mandato di Rosa Russo Iervolino è stato il capogruppo della Margherita. Alle elezioni del 2006 è stato nominato assessore sull'onda delle migliaia di preferenze ricevute. Il mite ex democristiano che nelle interviste rivendicava con orgoglio gli esordi in politica «sulle ginocchia di De Mita» è la stessa persona che avrebbe sfruttato la sua posizione di governo per fornire all'esponente di An e ai suoi «ragazzi» informazioni preziose sulla posizione delle forze dell'ordine. «Stanno al viale Augusto, sono cinque camion dei carabinieri... prima avevo visto anche la Celere non so che fine ha fatto». «Fammelo sapere in tempo speciale», lo incita Nonno. L'esponente del Pd dice la sua anche sulle strategie di occupazione del territorio. «Ma via Sartania è libera!! Mannaggia 'a capa vostra. Via Sartania chiudetela subito». Nonno esegue con teutonica efficienza. Gli autobus che percorrono la via vengono dirottati e bruciati. L'assessore si dimostra sempre attivo, manifesta il desiderio di scendere dall'auto e unirsi alla lotta: «Avrei lo sfizio di buttarmi davanti, mi credi?».

La polizia sospetta anche di una sua partecipazione diretta all'assalto di una sede di An. La voce di Nugnes sparisce dall'inchiesta a metà della rivolta, quando capisce di essere «ascoltato». Ma lui continua a incontrarsi con Nonno, fino al momento in cui si accorge che la misura è colma. «Io vi ho aiutato, vi sto aiutando» dice a Nonno. «Ma ora fai il consigliere comunale e non il terrorista». Fuori tempo massimo. «Nugnes — scrive il gip — ha offerto un contributo concreto e materiale al compimento delle violenze su Pianura». Lo avrebbe fatto senza fini di lucro, partecipando alla vergogna di quei giorni per contendere il consenso all'alleato-rivale. Dovrebbe essere un'attenuante, sembra il segno del cinismo che permea un certo ceto politico napoletano. Le Mani sulla città, in versione da stadio.



Corriere della Sera Marco Imarisio
07 ottobre 2008

VIAGGI

Partenza:
Camere:
Adulti:
Ritorno: