lunedì 20 ottobre 2008

Napoli: la vergogna bipartisan del quinto inceneritore

lunedì 20 ottobre 2008
Il video(presente anche su Yahoo video)
La scelta di costruire a Napoli un quinto inceneritore(impropriamente e furbescamente chiamato termovalorizzatore) accolto dal vergognoso silenzio bipartisan della politica napoletana e dal plauso dei quotidiani locali è la rappresentazione plastica del degrado della classe politica e della classe dirigente campana. E' possibile che non ci sia un partito, un politico o un opininista di grido che senta il bisogno di difendere il proprio territorio da una scelta così scellerata? Non si tatta di essere d'accordo o meno sulle tecniche di smaltimento dei rifiuti(inceneritori si o no) ma di un soprassalto di dignità. Insomma qualcuno che dica.. se si tratta di smaltire i nostri rifiuti siamo d'accordo e discutiamo con quali tecnologie ma se, come dice Berlusconi, la motivazione per costruire 5 inceneritori mira ad accogliere rifiuti anche dalle altre regioni allora non siamo d'accordo! Napoli e la campania non possono diventare lo sversatoio legale dei rifiuti italiani! Di questo soprattutto si parla nell'intervista che N.Gallo ha fatto a Luca Stamati e all'on. del pd Eugenio Mazzarella... ecco di seguito il link al video......L'intervista del 17 ottobre 2008 - Diventeremo la pattumiera d'Italia?
Il video è presente sul blog di Norberto gallo (www.napolionline.org)
Fonte: I forum di Pangea Blu

Rifiuti:L’emergenza approda alla Biennale di Venezia



Oggi alle ore 12:00 un gruppo di 100 studenti della facoltà di architettura di napoli ha messo in atto una performance di fronte al padiglione Italia, ai giardini di castello, presso la biennale di architetura di Venezia, disponendo vicino l’ingresso del padiglione decine di bustoni di immondizia che riportavano su di un cartello affisso, le informazioni sulle scorie tossiche esportate dalle aziende del nord italia presso la discarica napoletana di pianura. Mentre venivano distribuiti dei volantini è stato letto un comunicato della rete campana salute e ambiente che denunciava la disinformazione dei media sull’emergenza ambientale napoletana e le responsabilità politiche, locali e nazionali, che determinano il cicilico riprodursi della crisi, malgrado le miracolistiche afffermazioni di Berlusconi e Bertolaso.
segue il testo del volantino distribuito:


Immaginate un futuro distopico.
Uno strano mondo in cui si decide di premiare con finanziamenti statali chi brucia i rifiuti invece di riciclarli. Chi produce diossina, polveri ultrasottili e ceneri tossiche.
E immaginate anche una terra benvoluta dal sole e dal mare, ma molto meno dal governo degli uomini. E una potente azienda privata che decide di guadagnare più soldi possibili dall’incenerimento. E così, con l’aiuto di governatori di destra e di sinistra e la pressione delle banche vince l’appalto per gestire tutti i rifiuti. Ma vince con l’imbroglio, facendo l’offerta peggiore per la salute dei cittadini, cambiando in corso d’opera le regole del gioco, cancellando perfino delle righe dal contratto. Il governatore di “sinistra” dirà di non averlo letto quel contratto. In fondo quelle due pagine valevano solo un miliardo di euro e il benessere di tutti i cittadini.
Ma la grande azienda non si accontenta, vuole bruciare tutto il possibile e, in attesa di avere i forni, mette nel combustibile tutto quello che raccoglie, perfino quello che non dovrebbe andarci, perfino le cose umide e marce. Arriva a sabotare i suoi stessi impianti per riuscirci! Perché la pagano a tonnellate. E con queste balle di combustibile comincia a edificare una città, un enorme città della monnezza. E’ una città invivibile per gli esseri umani, ma non per le banche, che cominciano a quotarla. Già ora vale più di un miliardo di euro.
Naturalmente la grande azienda sa di non poter mangiare da sola. In quella terra ci sono predoni rapaci, abituati a farsi pagare per interrare ovunque rifiuti tossici. Bisogna tenerli a bada. Una mano la danno ancora i governanti: l’impresa può scegliere a suo piacimento dove mettere le discariche, disinteressandosi delle conseguenze sulla natura e sui cittadini.
Si possono così fittare i terreni dei predoni e comprare le loro discariche.
Si permette loro di sversare rifiuti speciali nelle discariche autorizzate per quelli ordinari e perfino di metterli nelle balle di combustibile, così pesano di più.
La grande impresa privata, in nome del denaro, sta mettendo le basi per un’opera grandiosa: il più grande disastro ambientale dell´Europa occidentale, i più alti tassi tumorali, il 45% di tutto il suolo inquinato dell’intera nazione è qui.
Mancano ancora dei tasselli, bisogna accontentare i camerieri dei potenti, quelli che preparano le pietanze e quelli che ne certificano la bontà: burocrati e docenti universitari. Ma con questi si fa prima, basta gratificarli di consulenze ben pagate, centinaia di migliaia di euro.
E poi c´è L´Emergenza, il grande film che va in replica da quindici anni, appassionando e spaventando milioni di spettatori. La scenografia é povera e trash, con milioni di sacchetti di immondizia, ma il successo è mondiale e l’effetto garantito. Così lo spettacolo viene continuamente ri-finanziato.
Ansia, Scandalo e Miracolo sono i tre atti principali. Con virtuosa simmetria emozionale, ogni atto prepara ciclicamente i successivi.
Eppure la gente comincia a ribellarsi. Non le va proprio di ammalarsi o di veder disintegrata la sua terra. Qualcuno è anche stufo di vedere sempre lo stesso film. Ha imparato che ci sono metodi alternativi all’autodistruzione, come la raccolta differenziata, il riciclaggio dei materiali, il trattamento “a freddo”. E questi metodi sono stati boicottati per denaro. Tanti sentono puzza di tradimento, o forse è solo la puzza dei rifiuti. Ecco che si rivoltano. Si rivoltano e non gli importa niente se gli amici dei potenti ribaltano su di loro la responsabilità di tutto: eco-fondamentalisti li chiamano. Forse lo sono. Ma eco-fondamentalisti della propria sopravvivenza e della propria dignità. Addirittura, della democrazia. E non si riesce a tenerli a bada…
Finchè arriva un predone più grande e potente. Sfrutta il momento più emozionante, “l’atto del miracolo”, quello in cui i sacchetti improvvisamente scompaiono, per riscrivere ancora le regole. Quello che altrove è bianco qui sarà nero, quello che altrove è pericoloso qui non lo è più. E’ un apoteosi: più discariche, più forni, più soldi e niente regole inutili. Basta con tutti questi regolamenti sulla salute, sull’ambiente, perfino sulla sicurezza del lavoro.
Stavolta sarà un suo emissario a decidere tutto, a stabilire come, quando e dove. Niente paura: è uno che ha già dimostrato di saper trattare gli amici. Oppure volete che ritornino i sacchetti, che bussino alla porta di casa, che si infilino dalla finestra del bagno?! Per chi non è ancora convinto ci sarà l´esercito, che gioca da mesi una bizzarra guerra ai rifiuti, ma, si sà, è più bravo a farla agli esseri umani.
Tuttavia gli eco-fondamentalisti resistono. Sono insegnanti, agricoltori, studenti, precari e perfino sbandati. In comune hanno ben chiari i nomi di questa favola distopica: Impregilo, Rastrelli, Bassolino, Ecomafie, Confindustria, Bertolaso, Berlusconi… E i luoghi: Acerra, Giugliano, Savignano, Andretta, Terzigno, Gianturco, Serre, Pianura, Ponticelli… Chiaiano è tra questi. Un luogo densamente popolato nell´area metropolitana di Napoli. Incuneato tra l’area ospedaliera e un parco naturale. Il grande predone vuole costruirci un´enorme discarica su cui campeggerà il cartello “buona per tutto”. Solo che migliaia di eco-fondamentalisti continuano a mobilitarsi per salvare la Campania dagli speculatori e dagli eserciti: è lo Jatevenne Movement. Siamo donne e uomini che hanno smesso di essere spettatori per sentirsi finalmente una comunità. La nostra lotta è appena cominciata.
RETE CAMPANA SALUTE E AMBIENTE http://www.rifiutizerocampania.org/
Autore:
tpa
link autore:
http://www.ecn.org/
(tratto da napoli.indymedia.org)

Sannio:Tecnico muore in cantiere discarica

(ANSA)- BENEVENTO, 20 OTT- Un geometra di 19 anni e' morto schiacciato da un cingolato durante lavori nella discarica di S. Arcangelo Trimonte, nel Sannio. La vittima si chiamava Pasquale Russo. Nell'incidente e' rimasto ferito anche un altro tecnico. Sul posto anche due rappresentanti del sottosegretariato all'emergenza rifiuti. I carabinieri stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell'incidente, avvenuto nei pressi della nuova vasca della discarica.

martedì 14 ottobre 2008

Scuola Occupata: si dorme tra i banchi

Genitori e insegnanti passano all'azione contro il decreto Gelmini: occupazioni, manifestazioni e scioperi bianchi. Boicottate uscite e gite

di Laura Santini GENOVA, 14 OTTOBRE 2008
Vuoi dire la tua su questo argomento? Scrivi a redazione@mentelocale.it
«In Liguria non sarà tagliata alcuna scuola, la Regione si prende le sue responsabilità e non applicherà le norme del Ministro Gelmini, ma assumerà le proposte fatte dalle Province». Lo ha detto questa mattina, martedì 14 ottobre, il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all'Istruzione Massimiliano Costa, a margine della seduta del consiglio regionale, in merito alle anticipazioni non veritiere diffuse circa ipotetiche chiusure di istituti scolastici liguri. «Noi non priveremo nessuna realtà ligure - continua Costa - della presenza scolastica, tantomeno i piccoli comuni dell'entroterra, il dimensionamento scolastico proposto dalle Province vedrà la Regione impegnata a promuovere la creazione di istituti comprensivi, a mantenere i plessi, anche piccoli, all'interno di istituzioni scolastiche autonome e a potenziare l'offerta formativa sul territorio». Per quanto riguarda le piccole scuole, Costa assicura che «verranno mantenute all'interno della stessa istituzione scolastica autonoma, così da garantire alla popolazione una presenza scolastica adeguata alle esigenze del territorio» - in base alla legge, per rimanere aperte come istituzioni scolastiche autonome, le scuole devono avere non meno di 500 alunni (che scendono a 300 nelle zone montane).
Non è certo una notizia che il mondo della scuola sia in agitazione (consulta il sito che mette in rete varie scuole nazionali). Le critiche accese rivolte al decreto legge n. 137 del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca Gelmini - appena passato alla Camera (leggi qui l'estratto dal sito della Camera dei deputati) e in attesa di passare al Senato - circolano da settimane sui media e rimbalzano di riunione in riunione nelle scuole di ogni ordine e grado. E questo forse è meno noto, perché non sempre tutti i genitori partecipano, perché non tutti sono genitori, e perché purtroppo le tematiche della scuola sono a scadenza, ovvero preoccupano moltissimo finché i figli sono in ballo poi sono relegate nello scantinato con i libri di testo e tutt'al più osservate come fossero giochi da bambini che non ci appartengono più.Però non si tratta solo del ritorno al 7 in condotta. C'è molto di più. La notizia è che in questi giorni in tanti, tra genitori e insegnanti, sono pronti a passare ad azioni concrete tra cui spiccano lo sciopero bianco, ovvero l'annullamento di tutte le attività che vanno al di là della didattica tradizionale di tipo frontale (progetti, concorsi, funzioni strumentali, collaborazioni con enti o soggetti esterni, coordinamenti interni e di plesso); l'occupazione per mercoledì 15 ottobre 2008 partita da Bologna e sollecitata da retescuole.net; l'annullamento di tutte le uscite e le gite, che a Genova sta suscitando grosse preoccupazioni e malumori in particolare in coincidenza con il Festival della Scienza (che sarà il primo evento culturale a soffrirne le conseguenze economiche); oltre a una fitta serie di assemblee e manifestazioni per le strade. Ma colpire l'aspetto economico del turismo scolastico è una delle poche opportunità che restano per scuotere opinione pubblica e politici.L'azione diffusa e in fase di coordinamento (a Genova sosscuola rintracciabile per ora solo tramite l'email sosscuola@alice.it) non è semplicemente una protesta, bensì una dimostrazione degli effetti del decreto, una prefigurazione di quello che sarà la scuola se il decreto sarà effettivamente convertito. Il dissenso è mosso da reali preoccupazioni per uno scenario già configurato dagli articoli del decreto: chiusura di piccole scuole (già in atto); scuola primaria di 24 ore, quindi niente tempo pieno se non a pagamento; un/una unico/a insegnante in classe, sempre nella primaria e in generale un corpo docente sempre più ridotto in tutti gli ordini e gradi di scuole; un ritorno nella valutazione alla freddezza dei numeri (sì, anche per i giovanissimi della scuola primaria); l'assenza di sostegno a chi ha problemi o bisogni specifici legati all'apprendimento e di compresenze (che per altro sono finite già da qualche anno insieme alla possibilità di avere supplenti piuttosto che oscene soluzioni di emergenza con smistamenti su più classi e disagi per tutti: e qui forse bisognerebbe dare a Fioroni quello che è suo). Cosa sono le compresenze? Un meccamismo molto virtuoso se ben applicato che permetteva alle/agli insegnanti di lavorare in coppia sulla classe agevolando così una maggiore fluidità nella didattica, favorendo il confronto fra corpo docente e generando un tempo di approfondimento interdisciplinare.Come diceva correttamente un papà in una delle ultime riunioni a scuola a cui ho partecipato come mamma, «c'è bisogno di superare la mancanza di fiducia verso la categoria degli insegnanti», che per molti restano ancora quelli che hanno tre mesi di vacanze. Ma qui non si sta difendendo una corporazione, la scuola che lavora e sa di essere un anello forte del microsistema culturale di ogni società vuole stanare i politici e gli interessi economici che ruotano intorno ad essa per far comprendere quante opportunità stanno per essere schiacciate, ridotte e semplificate - al di là del gravissimo disinvestimento che la scuola ha comunque subito negli ultimi anni da entrambi le sponde politiche. Una mamma rincara: «ci vuole un progetto forte di comunicazione, che sappia anche dar fastidio». Di sicuro c'è bisogno di tutti.Siccome a Genova il coordinamento sosscuola che accoglie più scuole, circoli didattici e anche esponenti del precariato dall'università (di cui bisognerebbe parlare altrettanto diffusamente) sta ancora costruendo la sua rete e il suo sito, diamo spazio su mentelocale.it a una prima agenda di appuntamenti (segnalatene altri a redazione@mentelocale.it).
Agenda eventi iniziative a Genovada Ottobre@ Direzione didattica Lagaccio (3 scuole materne e 3 primarie): sciopero bianco su delibera del colleggio docenti con riduzione del POF (Piano dell'Offerta Formativa) per dimostrare quello che succederà: bloccate tutte le uscite, i progetti, i concorsi, le funzioni strumentali, i coordinamenti di plesso. Queste attività corrispondevano a retribuzioni di circa 1.000/1.100 Eu a persona e coinvolgevano diversi insegnanti oltre l'orario della didattica.
mercoledì 15 ottobre: assemblea serale ad oltranza delle scuole primarie Anna Frank (piazzale Polvalleri, a Marassi) e Daneo (nei locali della Descalzi/Polacco, in via Ricci, Circolo Didattico La Maddalena).@ Anna Frank: alle ore 17 assemblea; ore 20 coro; ore 21.30 tavola rotonda con esponenti varie scuole;@ Descalzi/Polacco: programma simile con inizio alle ore 17; con maggiore attenzione al tema dell'integrazione;@ Pontedecimo, Campomorone, Bolzaneto: boicottaggio delle lezioni da parte dei genitori che porteranno i bambini davanti alla scuola senza farli entrare dando vita a manifestazioni;
giovedì 16 ottobre: assemblea congiunta di scuola e università in via Balbi 4, ore 18.45;
venerdì 17 ottobre: sciopero degli insegnanti indetto dai Cobas;
giovedì 30 ottobre: sciopero nazionale indetto dai sindacati;
prima settimana di novembre: genitori, insegnanti e bambini delle scuole primarie Garaventa e Daneo daranno vita a un attraversamento lento per confluire in piazza Cavour (dalle 16.30)









Chiaiano, prof Ortolani: cava a rischio frane, un pericolo per esercito e cittadini














Cave Canem
Diamo spazio a due interessanti articoli sul ‘day after’ della visita al sito destinato ad accogliere la discarica a Chiaiano da parte di una delegazione istituzionale del Comune di Marano. Il primo, a firma di Simona Cipollaro, riguarda l’iniziativa del sottosegretariato ai rifiuti di permettere agli internauti di “visitare” l’ex poligono di Chiaiano, per promuoverne, almeno sulla carta, la presunta idoneità. Il secondo è un intervento di Franco Ortolani, il quale illustra ciò di cui ieri ha preso visione insieme a De Medici ed al sindaco Perrotta (ed ai vigili urbani). Attenti alle cave!!!

Un tour virtuale nell’ex poligono di Chiaiano per mostrare ai cittadini lo stato dei lavori all’interno della cava. Un’iniziativa per placare gli animi di chi ha ancora dubbi sulla realizzazione della discarica. Così, lo staff di Bertolaso ha deciso di inserire sul sito http://www.emergenzarifiuticampania.it/erc/ERC-ERC_Layout_locale-1199880667264_Home.htmle foto ed i video dell’interno della cava.
Si possono scorrere le immagini della zona prima dell’inizio lavori; della caratterizzazione dei materiali rinvenuti nel corso della bonifica; delle opere di bonifica stessa; dei lavori di consolidamento delle pareti ed infine delle planimetrie e dei progetti.
Vengono passati in rassegna, attraverso i video, tutti gli argomenti che sono stati alla base delle contestazioni contro la realizzazione della discarica: i costi; il consolidamento delle pareti di tufo; le opere di bonifica e la viabilità.
Secondo chi si sta occupando della realizzazione della discarica, dunque, le opere di bonifica e consolidamento delle pareti costano 2 euro per tonnellata di rifiuti, mentre il costo totale, una volta che la discarica andrà a regime, sarà di 100 euro a tonnellata di rifiuto. Per quanto riguarda il consolidamento delle pareti, le immagini mostrano l’inserimento al loro interno chiodi di tre metri, legati ad una rete metallica poi consolidata al terreno. La bonifica è stata prevista in tre fasi, la prima, già realizzata, è consistita nell’allontanamento dei materiali accumulati, si procederà poi con l’allontanamento dei cumuli di terreno usati come separazione delle aree di tiro ed infine, bisognerà capire se il terreno sottostante è inquinato, nel qual caso verrà portato via.
Sulla questione della mobilità, lo staff di Bertolaso ha assicurato che non ci saranno aumenti di traffico, poiché, i camion che attraverseranno le strade di Chiaiano saranno in numero uguale a quelli che oggi si occupano della raccolta nel quartiere, a Mugnano e nella terza, quinta ed ottava municipalità di Napoli.
(Simona Cipollaro, ECO delle CITTA’)

La preparazione della discarica di Chiaiano: un’offesa all’Esercito Italiano
di Franco Ortolani


Oggi 13 ottobre 2008 è stata eseguita la visita tecnica, richiesta dal sindaco di Marano al Sottosegretario Bertolaso, per verificare i lavori in corso per trasformare la Cava del Poligono di Chiaiano in discarica urbana nell’ambito di un parco regionale. Il sopralluogo è stato guidato dai militari dell’Esercito Italiano che ci hanno vietato di eseguire fotografie nella cava dove di militare non c’è assolutamente niente (tranne gli accompagnatori che ci hanno scrupolosamente scortato con le armi imbracciate, in base ai severi ordini loro impartiti.
Benché l’ambiente commissariale sapesse che la visita si sarebbe svolta questa mattina, non abbiamo trovato nessun tecnico con cui dialogare; non era presente nemmeno il responsabile civile del cantiere e alcuni operai non lavoravano in condizioni di sicurezza come previsto dalle vigenti leggi, nonostante l’autorevole richiamo fatto recentemente dal Presidente della Repubblica. Le considerazioni principali scaturite dal sopralluogo sono le seguenti:1- l’alveo-strada Cupa del Cane che scorre al di sopra della cava a fossa e che determina una situazione di rischio di inondazione del sottostante piazzale di lavoro, come evidenziato dalla competente Autorità di Bacino, non è ancora stato oggetto di messa in sicurezza idrogeologica. In caso di evento piovoso significativo la cava può essere invasa rovinosamente dalle acque e detriti con portate stimate di oltre 10.000 litri/secondo. La sistemazione idrogeologica deve essere propedeutica ai lavori nel piazzale di cava. La strada in gran parte alveo-strada è stata ricoperta di pietrisco senza adeguate sistemazioni idrauliche per cui le piogge intense provocheranno erosione e trasporto di terreno e detriti fino nell’abitato di Marano a valle.

2- Gli autoveicoli pesanti percorrono il tratto di alveo-strada ubicato alla sommità di una parete di tufo giallo, alta oltre 20 metri, molto fratturato e incombente sulla cava. Tale parete, larga 10-15 metri circa, fa da muro di contenimento a circa 20 m di terreno eterogeneo accumulato in passato per riempire la cava presente a sinistra (scendendo) dell’alveo strada. Lo scrivente ha segnalato ai militari la pericolosità della situazione e il rischio corso da civili e militari che transitano lungo l’alveo-strada instabile.

3- Il piazzale di cava non è stato ancora bonificato; è stato accumulato e ricoperto con teloni il terreno che divideva le piazzole di tiro. Il substrato del piazzale dove sono stati prelevati i campioni risultati inquinati non è ancora stato ripulito mediante l’asportazione dello strato di terreno che deve essere bonificato.
4- Alcuni lavoratori stavano sistemando le reti, rinforzate da cavi d’acciaio a maglie, chiodate nel tufo delle pareti della cava. Le reti erano state messe al di sopra del tufo delle pareti sud ed est fino a ricoprire per alcuni metri anche i sovrastanti sedimenti piroclastici sciolti. Qualche blocco di tufo pericolante è stato disgaggiato. Lo scrivente ha fatto notare ai militari che nella parte alta della parete sud si erano verificate alcune piccole colate di fango innescatesi al di sopra delle reti, vale a dire nella parte sommitale del versante. Le piccole frane si sono distaccate proprio come è stato segnalato ripetutamente dai tecnici di Marano durante gli incontri tenutisi presso il Commissariato tra giugno e luglio. Permane quindi il rischio per le persone che transitano o operano alla base delle pareti di essere investiti da masse di fango (il peso si aggira tra 2000 e 2500 kg per metro cubo) distaccatesi 70 metri più in alto. Si è colta l’occasione per illustrare ai militari il pericolo di crollo di enormi masse di tufo fratturato in relazione alla spinta fatturazione dell’ammasso roccioso. In particolare è stato evidenziato il grave errore commesso dall’ARPAC e dai progettisti nel non comprendere l’instabilità della parete sud dove il tufo è interessato da una serie di fratture che immergono verso valle con inclinazione di circa 80 gradi predisponendo il distacco improvviso e rovinoso di enormi quantità di roccia come accaduto nel 1999 in una cava vicina (circa 6000 metri cubi).
5- Le strade (alvei strada) per entrare e uscire dalla Cava del Poligono non sono state modificate per cui gli autoveicoli pesanti non sono in grado di transitare in sicurezza.Il sopralluogo ha evidenziato: a- un cantiere senza sicurezza per i lavoratori e i militari che frequentano la cava del Poligono;
b- un cantiere nel quale si stanno eseguendo lavori di “messa in sicurezza“ delle pareti di cava assolutamente inadeguati, basati su dati geostrutturali sbagliati e non protetto dal pericoli di inondazione; c- una strada di accesso al cantiere (il tratto di alveo-strada di Cupa del Cane incombente sulla cava) che è ubicata su una parete di tufo fratturato instabile.I dati emersi evidenziano che l’Esercito Italiano è stato coinvolto in una operazione non trasparente: in base agli ordini ricevuti i militari sono stati costretti a scortarci armati, pur sapendo che eravamo rappresentanti istituzionali del Comune di Marano e non malavitosi, anche mentre illustravamo loro i pericoli ambientali ai quali erano incoscientemente esposti, connessi all’instabilità delle pareti della cava. Pericoli non compresi dai progettisti. Con amarezza si evidenzia che l’Esercito Italiano è usato per “fare la guardia” affinché non venga disturbato chi opera realizzando interventi inadeguati e per di più in situazioni che non garantiscono la sicurezza a chi lavora e a chi frequenta la cava. L’Esercito non può essere usato spregiudicatamente in operazioni che non hanno niente da fare con le attività militari come la sorveglianza ad un cantiere civile dove sono in corso lavori che, per errori professionali dei progettisti, mettono a rischio la sicurezza delle persone compresi i militari.
Prof. Franco OrtolaniOrdinario di Geologia, Università di Napoli Federico II


13 ottobre 2008
Fonte: La voce dell'emergenza il blog (http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2008/10/14/cave-canem/

giovedì 9 ottobre 2008

Dalle stalle alle stelle: alcuni soci della cordata Alitalia sono reduci dal disastro rifiuti pagato dai cittadini


Dal Sito: Articolo 21

In Campania 5 inceneritori. Quello di Acerra sarà gestito dall’A2A
di Nello Trocchia

Ogni viaggio del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Napoli aggiunge una perla. Berlusconi, da bravo intrattenitore, disegna il piano rifiuti a puntate. Ogni volta una nuova uscita per tenere acceso il dibattito, ribadendo a microfoni e tv la risoluzione definitiva dell'emergenza. Il disegno del governo è chiaro ed è ben descritto nel decreto legge N.120 del maggio scorso. Con il passare delle settimane si aggiungono nuovi elementi e tutto diventa più chiaro: l'esecutivo prepara la Campania ad una lunga agonia, ad una emergenza interminabile.
Il piano prevede discariche e quattro inceneritori, ora 5 dopo l'ultimo approdo del Presidente spazzino in terra partenopea. Da ultimo, la notizia che il forno di Acerra sarà gestito dall'A2a che si è fiondata sull'affare, visto che l'impianto beneficia degli incentivi Cip6, destinati alle rinnovabili, che solo in Italia premiano anche l'energia prodotta dagli inceneritori.La strategia, dicono gli esperti, è fallimentare ed avrà come unico effetto di rendere eterna l'emergenza. Con questo approfondimento analizziamo le proposte del governo. Serve un altro inceneritore? Chi pagherà l'aggiornamento tecnologico dell'inceneritore di Acerra? Quanto guadagnerà A2a grazie ai Cip6, incentivi che dovrebbero andare alle rinnovabili e ,invece, vanno a chi produce energia bruciando i rifiuti? Come uscirà Impregilo da questa emergenza? Le discariche previste sono sicure, sono a norma? Che fine fanno le ecoballe? E la raccolta differenziata quando parte?Ospiti dello speciale: Nicola Capone, coordinatore dell'Assise Palazzo Marigliano, Franco Ortolani, ordinario di Geologia alla Federico II di Napoli e Tommaso Sodano, già presidente della commissione ambiente del Senato.
Ascolta la prima parte dello speciale realizzato da Nello Trocchia per Econews


Ascolta la terza ed ultima parte dello speciale
Il Quinto inceneritore e la truffa delle ecoballeIl presidente del consiglio ha dichiarato che sorgerà nell'area Nord-Ovest della Campania un quinto inceneritore. "Gli impianti saranno tecnologicamente molto avanzati e in quello di Acerra - ha affermato Berlusconi - ci saranno anche tecnologie aggiuntive che consentiranno di arrivare ad un tasso di inquinamento vicino allo zero". L'ulteriore inceneritore servirà a smaltire le ecoballe( circa 8 milioni) che sono state accumulate fino ad ora. Nicola Capone, coordinatore dell'Assise Palazzo Marigliano, ci spiega l'inutilità del forno e l'impossibilità di bruciare le ecoballe.
Ascolta l'intervista a Nicola Capone sul quinto inceneritore.
Le eco-balle non possono essere bruciate, semplicemente perché non hanno i requisiti previsti dalla legge mancano del potere calorifico necessario. Le eco-balle prodotte dagli impianti ex C.d.r. sono una vera truffa ai danni del contribuente che oggi diventano una vera gallina dalle uova d'oro per chi le brucerà, visti gli incentivi previsti dai Cip6. Bisogna partire da questo assunto per analizzare gli ultimi risvolti della vicenda. Ecoballe, modello di spreco ed inefficienza. Ancora Nicola Capone.
Nicola Capone la fine delle ecoballe e l'inutilità dei C.d.r.

Le ecoballe dovrebbero essere spacchettate e trattate in vagliatori mobili, macchinari esistenti, ad oggi inutilizzati.
Le discariche previste e il disastro annunciatoContinuiamo ad analizzare punto per punto le dichiarazioni e l'impegno del governo sui rifiuti. "Si procede con le discariche di Savignano Irpino e con quella di Sant'Arcangelo Trimonte". Le discariche previste sono 10 dal decreto 120. Per Berlusconi tutto procede per il meglio, le rassicurazioni non mancano. Il premier sottolinea, in più occasioni, che "non c'è alcun motivo per protestare".Il professore Franco Ortolani, ordinario di geologia, alla Federico II di Napoli, ci racconta cosa è accaduto a Sant'Arcangelo ad agosto.
Franco Ortolani.

San'Arcangelo Nota a margine. Il Professore Franco Ortolani veniva definito, nelle intercettazioni dell'inchiesta citata, da Marta Di Gennaro, commissaria vicaria e braccio destro di Guido Bertolaso, un Ortolani qualsiasi dileggiandone il ruolo rappresentandolo come un disturbatore che avrebbe provocato problemi, nel caso di una falsificazione del prodotto da conferire in discarica.
Quello campano, insomma, è un disastro annunciato, ma nessuno paga, nonostante la militarizzazione del territorio. Se protesti vieni denunciato, come successo all'ex sindaco di Marano, in barba alla democrazia, ma se individui una discarica in un sito non idoneo continui a lavorare, anzi continui il disastro. E Chiaiano?
Nessuna motivazione neanche per i cittadini di Chiaiano e Marano che. Il Cavaliere ha infatti sottolineato che non esistono problemi per la salute e che non ci saranno problemi neanche di viabilità per il passaggio degli auto-compattatori nella zona. Chiaiano, "invece di un'orrenda ferita", avrà un parco e non ci saranno "infiltrazioni nelle falde acquifere".

Su questo ortolani è illuminante.
Franco Ortolani su Chiaiano

Un ultimo tassello. I sindaci irpirni che da giorni protestano per la discarica individuata nella loro zona. Il premier ha precisato che, nonostante le proteste dei sindaci irpini, il sito in allestimento nel Formicoso non sarà "smilitarizzato". Nel territorio di Andretta sono ancora in corso delle indagini tecniche.
Franco Ortolani su Andretta
La differenziata impossibile

La soluzione è differenziare i rifiuti, visto che la metà vengono prodotti a Napoli e provincia, bisognerebbe iniziare da lì. Ma la differenziata non s'adda fare.
Franco Ortolani differenziata

La metà dei rifiuti campani è prodotta a Napoli ed in provincia. L'Asia, l'azienda municipalizzata napoletana che dovrebbe avviare la differenziata vede come amministratore delegato Daniele Fortini. Fortini è anche presidente di Federambiente, che ha tra le associate anche A2a che gestirà l'inceneritore di Acerra. Fortini è iscritto a pieno titolo nel partito dei favorevoli all'incenerimento dei rifiuti.
Se, come dicono gli esperti, più differenzi, meno incenerisci e meno guadagni, diciamo che Fortini si trova, parafrasando un proverbio napoletano con due piedi in una scarpa. Ma non basta. Gli incarichi in conflitto non finiscono.
A2a, l'impianto di Acerra ed il regalo all'Impregilo.A vincere la gara per la gestione dell'impianto di Acerra, infatti, è stata la società A2a. Quando il governo Prodi aveva eliminato gli incentivi dei Cip6 sia l'A2a che la Veolia, l'altra concorrente, avevano fatto sapere: " Acerra? Impianto vecchio, non ci sono le condizioni". La realtà è cambiata quando con un decreto lo stesso governo di Romano Prodi ha esteso gli incentivi Cip6 all'impianto di Acerra. Ora la gestione diventa conveniente. L'impianto nato vecchio con tecnologie vetuste deve essere ammodernato, come ha ribadito, lo stesso Berlusconi. Ma a chi tocca e quanto costa ammodernarlo? E Impregilo, responsabile del disastro come uscirà dalla vicenda?
Tommaso SodanoAscoltiamo Tommaso Sodano, ex presidente della commissione ambiente del Senato che chiarisce alcuni punti che lasciano sconcertati. L'A2a guadagnerà, utilizzando gli incentivi Cip6, 100 milioni di euro ogni anno. L'utile dell'azienda lo pagano i cittadini. Non solo. L'Impregilo venderà l'impianto di Acerra al commissariato e non pagherà neanche un euro per ammodernarlo, ma non solo. Tommaso Sodano sostiene che Impregilo potrebbe addirittura vendere le ecoballe che ha prodotto.
In Impregilo ci sono i Gilberto Benetton, i Salvatore Ligresti ed i Marcellino Gavio attraverso la Igli Spa. I tre imprenditori fanno parte della cordata per il rilancio di Alitalia. Dopo il disastro rifiuti decollano. A pagare sono sempre i cittadini. Le bugie hanno le gambe corte, anche se tg e giornali raccontano la bella Napoli senza rifiuti. Una Napoli che non c'è e che con questo piano non ci sarà.

Modugno, sequestrato il termovalorizzatore di Ecoenergia Srl (Gruppo Marcegaglia)

Guarda il video http://it.youtube.com/watch?v=DLqarpM_AZQ
Michele Parisi, GIP del Tribunale di Bari ha convalidato, nei giorni scorsi, il sequestro (disposto il 22 settembre scorso) del termovalorizzarore della Eco Energia Srl (Gruppo Marcegaglia) perché non rispetta una serie di vincoli.
I lavori, fino ad oggi, sarebbero stati condotti, secondo l’accusa sulla base di autorizzazioni illegittime emesse dal Comune di Modugno e dalla Regione Puglia e senza che sia stato emesso il parere vincolante dell’Aurtorità di bacino, il nulla osta paesaggistico e il nulla osta dell’Enac poiché:
le opere supererebbero in altezza il limite consentito nel raggio di tre chilometri dall’aeroporto di Bari Palese.

Come riferisce il portale Modugno .it
Il sequestro arriva dopo la nullità della V.I.A. rilasciata all’inceneritore di EcoEnergia, denunciata della locale sede dei Verdi di Modugno che “esultano per un altro importantissimo colpo inferto al colosso industriale del Gruppo Marcegaglia”.
Il sequestro era stato diposto il 22 settembre scorso dalla Procura di Bari e tocca un area di 35mila metri. I capi d’accusa sono stanzialmente ter: l’area è sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici e perché non è stata utilizzata per la progettazione la migliore tecnologia possibile. L’indagine sta analizzando anche le responsabilità della società esecutrice dei lavori, i progettisti e un dipendente della Regione che avrebbe rilasciato il parere favorevole nella V.I.A.
Via Modugno.it, La Gazzetta del Mezzogiorno, e-polis

Chiaiano, rinvio della sentenza del Tar e difesa dei beni comuni

L’avvocato del Comune di Marano ha ottenuto il rinvio per l’esigenza di accorpare tutti i ricorsi.

Un breve rinvio, di circa un mese, è stato richiesto ed ottenuto dall’avvocato Raffaele Capunzo per conto del Comune di Marano nella udienza svoltasi stamattina dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiamata ad esprimersi sulla sospensiva dei provvedimenti volti alla realizzazione della discarica nella cava del Poligono a Chiaiano. Il rinvio è stato chiesto per chiedere formalmente l’accorpamento di tutti i ricorsi presentati dal Comune di Marano: oltre al ricorso introduttivo, infatti, i legali hanno contestato anche le successive ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri e gli atti della Conferenza dei Servizi sulla Valutazione di Impatto Ambientale, con ricorsi supplementari rispetto a quello iniziale. La richiesta è stata motivata con la necessità e l’opportunità di ottenere un giudizio completo e per fare in modo che il Tar possa esprimersi compiutamente su tutto il procedimento amministrativo nella sua interezza. La seduta odierna rappresentava già la continuazione della Camera di Consiglio del 30 luglio scorso, quando il Tar aveva chiesto alla Protezione Civile di produrre atti e documentazioni in grado di fornire chiarimenti su diversi aspetti della procedura.
Fonte http://www.9online.it

martedì 7 ottobre 2008

Rimborsi truffa per i pasti: nei guai ex subcommissario

Intascava sessanta euro al giorno dallo Stato per pranzi non consumati. Arresti domiciliari per il geologo Leonardo Serva

NAPOLI — Trenta euro a pasto per due pasti al giorno: se lo Stato li rimborsa perché non approfittarne? Questo pensava Leonello Serva, direttore del Servizio geologico d’Italia — Dipartimento difesa del suolo dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat), socio ordinario della European academy of sciences and arts, class VI, technical and enviromental sciences — e professore a contratto presso l’Università dell’Insubria. Questo però gli è costato l’arresto: da ieri il cinquantasettenne ex subcommissario all’emergenza rifiuti, gestioni Pansa e De Gennaro, è ai domiciliari nella sua casa di Roma con le accuse di truffa aggravata e falso ideologico. Quei pasti, infatti, Serva (che percepisce un sostanzioso stipendio e, all’epoca dei fatti, un’altrettanto sostanziosa indennità di missione) non li aveva mai consumati: se li era fatti rimborsare grazie a ricevute false rilasciate dal ristorante Ciro a Medina (nella foto a sinistra). Per gli stessi reati è indagato il suo autista, Antonio Cafaro, di 51 anni.L’inchiesta, costola di quella nota come «Rompiballe» dello scorso maggio, nella quale è coinvolto anche il prefetto, Alessandro Pansa, è dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo; la misura cautelare è stata emessa dal gip di Roma Maurizio Caivano, competente in quanto il danno — quantificato più o meno in 5.000 euro — lo ha subito il ministero dell’Ambiente. Le pratiche di rimborso, infatti, venivano liquidate dall’avvocato Giancarlo Viglione, capo di gabinetto del ministero, tramite la Bnl. Le indagini non sono concluse: perché a Leonello Serva, oltre che i pasti, venivano rimborsati i pernottamenti. L’ex subcommissario risultava alloggiare all’hotel Vesuvio: i carabinieri del Servizio tutela ambiente stanno ora esaminando alcune ricevute rilasciate dallo splendido albergo del lungomare. I reati che gli vengono contestati vanno dal primo ottobre 2007 al 18 gennaio 2008. Stando alla documentazione presentata, Serva andava due volte al giorno nel ristorante Ciro a Medina. Le intercettazioni telefoniche, però, hanno consentito agli 007 della tutela ambiente di accertare che, nei giorni indicati, il dirigente del ministero era da tutt’altre parti.Il 24 dicembre scorso, per esempio, era in riunione in Prefettura con il colonnello Agocella e il generale Giannini, due ufficiali dell’Esercito distaccati al commissariato straordinario. Il 5 ottobre precedente, invece, era addirittura a Roma per assistere all’incontro di calcio Lazio-Real Madrid.
Durissimo il commento del gip: «Dalla disamina della vicenda emerge in tutta evidenza la gravità e la reiterazione dei fatti che ha visto il coinvolgimento di un alto dirigente della pubblica amministrazione, Serva, il quale, in spregio ai valori che devono presiedere all’esercizio di una funzione pubblica, ha, in modo sistematico, spregiudicato e disinvolto, richiesto ed ottenuto il rimborso di spese mai sostenute, procurandosi ricevute fiscali ed arrecando in tal modo un nocumento patrimoniale alla pubblica amministrazione». Tutto questo, rileva ancora il gip, «pur essendo l’indagato remunerato con uno stipendio consistente ed essendo indennizzato nello specifico del disagio relativo allo svolgimento di una missione fuori sede con apposito e sostanzioso trattamento economico».
(Titti Beneduce, corrieredelmezzogiorno.it)

Arresti Pianura.«Arriva la polizia»: l'assessore al telefono guidava la protesta degli ultrà di Pianura
















Nugnes del Pd avvisava gli antidiscarica, insieme a un consigliere di An. Arrestate 37 persone per gli scontri

DAL NOSTRO INVIATO

NAPOLI — «Fai una cosa, vai a pisciare là, dove successe il fatto». Il 6 aprile 2008 uno dei capi ultrà si rammarica di non poter partecipare alla trasferta di Catania.

Da buon dirigente, lascia però le consegne ad un suo sottoposto, invitandolo — tra le risate — a fare la pipì nel luogo preciso dove morì l'agente Filippo Raciti. Il verbo «picchiare», declinato anche in varie forme dialettali, è quello che ricorre più spesso nelle conversazioni telefoniche degli affiliati di «Niss» e «Teste matte», gli esecutori della «guerra totale» ordinata a tavolino da Giorgio Nugnes e Marco Nonno, due rappresentanti delle istituzioni, o presunti tali. Intercettazioni davvero illuminanti. Gli ultrà commentano i «macelli» fatti a Milano con l'aggressione a due passanti. Le parole si fanno febbrili nel tramandare la «speronata» di un'auto di sostenitori della Roma, aggrediti con cinghiate sui finestrini. Mica da fermo, ma in corsa, ai 190 chilometri all'ora, sull'autostrada del Sole. Non parlano mai di calcio. Un mondo a parte

Le prime duecento pagine dell'ordinanza sui fatti di Pianura non si limitano a ripercorrere una dozzina di episodi violenti avvenuti negli ultimi anni prima o dopo le partite del Napoli. Sono anche un documento antropologico sugli ultrà. «Un luogo extraterritoriale — sostiene il Gip — nel quale le regole da rispettare non sono le leggi dello Stato ma altre, dove vige un forte senso di omertà e una radicata convinzione di impunità, e i cui appartenenti non sono estranei agli ambienti della criminalità comune e organizzata». Si scrive Napoli e «Niss», si potrebbe leggere con il nome di molte altre città e relative curve. C'è una telefonata che esprime meglio di qualunque trattato di sociologia l'esistenza di «un vero e proprio stile di vita» che unisce il mondo ultrà. Riccardo, tifoso del Verona, chiama Giuseppe Nota, capo delle Teste matte per scusarsi. Uno dei loro, dopo essere stato accoltellato da un napoletano, ha osato andare alla polizia per fare denuncia. «Non sono cose che ci appartengono, a nessuno di noi. Cioè, nemici per sempre, oltre la morte, ma infami mai». I politici A questa gente si sono consapevolmente affidati Nugnes e Nonno, entrambi definiti «mandanti» degli scontri di Pianura. «Chi li ha chiamati in causa — scrive il Gip — l'ha fatto verosimilmente con l'intento di portare la violenza organizzata in seno alla protesta». Gli arresti di ieri riscrivono le responsabilità di ciò che avvenne a gennaio. La ritirata da Pianura di uno Stato molle e assente.

Una sconfitta senza attenuanti, a braghe calate, con la polizia che si allontanava tra ali di ultrà festanti. In quei giorni, Marco Nonno almeno non agiva nell'ombra ma sempre in favore di telecamera. Si aggirava tra i rivoltosi con giubbotto di pelle, cappellino da baseball, Rayban neri. Sulla manica sinistra portava uno stemma delle SS Fallschirmjäger, unità di truppe paracadutiste dell'esercito tedesco. Al collo, una croce celtica. Ogni tanto si metteva un elmetto nazista in testa. Non c'è problema, diceva lui, «tanto ho anche aderito alla svolta di Fiuggi, che volete di più». Nonno è l'anello che congiunge gli ultrà alla politica. È lui, pianurese di nascita, che li fa entrare in gioco e li guida. «Faccio parte della guerriglia urbana, bisogna scendere di nuovo e assaltare le forze di polizia» dice in una conversazione filmata a sua insaputa. Agisce per la carriera, come sottolinea un suo amico («Là sopra tu stai pigliando tremila voti»), e per «le braciole», i soldi. I magistrati lo considerano uomo di fiducia dei costruttori abusivi della zona, coinvolto anche in una piccola speculazione immobiliare.

L'assessore

L'unica vera sorpresa di questa inchiesta è il nome del suo alleato. Anche Giorgio Nugnes è di Pianura. Ex impiegato regionale, a tutti gli effetti un politico di professione, vestito di regolamentare grisaglia. Nel primo mandato di Rosa Russo Iervolino è stato il capogruppo della Margherita. Alle elezioni del 2006 è stato nominato assessore sull'onda delle migliaia di preferenze ricevute. Il mite ex democristiano che nelle interviste rivendicava con orgoglio gli esordi in politica «sulle ginocchia di De Mita» è la stessa persona che avrebbe sfruttato la sua posizione di governo per fornire all'esponente di An e ai suoi «ragazzi» informazioni preziose sulla posizione delle forze dell'ordine. «Stanno al viale Augusto, sono cinque camion dei carabinieri... prima avevo visto anche la Celere non so che fine ha fatto». «Fammelo sapere in tempo speciale», lo incita Nonno. L'esponente del Pd dice la sua anche sulle strategie di occupazione del territorio. «Ma via Sartania è libera!! Mannaggia 'a capa vostra. Via Sartania chiudetela subito». Nonno esegue con teutonica efficienza. Gli autobus che percorrono la via vengono dirottati e bruciati. L'assessore si dimostra sempre attivo, manifesta il desiderio di scendere dall'auto e unirsi alla lotta: «Avrei lo sfizio di buttarmi davanti, mi credi?».

La polizia sospetta anche di una sua partecipazione diretta all'assalto di una sede di An. La voce di Nugnes sparisce dall'inchiesta a metà della rivolta, quando capisce di essere «ascoltato». Ma lui continua a incontrarsi con Nonno, fino al momento in cui si accorge che la misura è colma. «Io vi ho aiutato, vi sto aiutando» dice a Nonno. «Ma ora fai il consigliere comunale e non il terrorista». Fuori tempo massimo. «Nugnes — scrive il gip — ha offerto un contributo concreto e materiale al compimento delle violenze su Pianura». Lo avrebbe fatto senza fini di lucro, partecipando alla vergogna di quei giorni per contendere il consenso all'alleato-rivale. Dovrebbe essere un'attenuante, sembra il segno del cinismo che permea un certo ceto politico napoletano. Le Mani sulla città, in versione da stadio.



Corriere della Sera Marco Imarisio
07 ottobre 2008

martedì 16 settembre 2008

CECILIA GATTO TROCCHI SU SETTE E MASSONERIA

26 giugno 2002 -
"La Repubblica" edizione Firenze
Per Gatto Trocchi è un mondo "malvagio e pericoloso" l'esperta
"In città almeno 20 sette la matrice è nella massoneria"


"E' un mondo di schifo e di gente malvagia. E anche matta". E' nettissimo il giudizio della professoressa Cecilia Gatto Trocchi, docente di antropologia culturale all'Università di Chieti e studiosa del mondo dell'occulto. Le chiediamo una interpretazione di ciò che è accaduto alle Cappelle del Commiato di Careggi.
Che significato ha l'asportazione di lembi di pelle da tre cadaveri?
"La profanazione dei cadaveri è una delle prove fondamentali per essere ammessi in una setta esoterica o satanica. In genere gli aspiranti cercano antichi cimiteri di campagna, scoperchiano una tomba e portano via un osso. Ciò che è accaduto alle cappelle mortuarie di Firenze potrebbe dunque essere opera di un gruppo di giovinastri che vogliono essere ammessi in una setta".
Qui però non si tratta di ossa di cadaveri scarnificati. Lei conosce casi analoghi di escissioni in persone defunte da poco?
"Questo è molto più raro e fa pensare ai riti di magia nera voodoo di origine africana o afroamericana, nei quali vengono usati pezzi di cadavere, parti organiche dei morti, dalle quali si ritiene di ricavare la forza, il fundamiento. Questa idea è antichissima. Orazio racconta di due streghe che uccidono un ragazzo per prendergli parti del corpo. Il diritto romano puniva severissimamente questo reato: era l'unico caso in cui veniva ammessa la tortura".
Rubare pezzi di corpo per accrescere la propria forza. Non è pazzesco?
"Sono cavolate, ma molto pericolose".
A Firenze abbiamo avuto i delitti del mostro e le mutilazioni delle vittime di sesso femminile. Si ipotizza che dietro agli omicidi vi fosse una setta. Lei crede che possa essere collegata alla profanazione delle tre salme scoperta l'altro ieri?
"Le sette hanno una caratteristica. Si scindono continuamente in microsette. Ce ne sono centinaia, di 1215 persone. Le sette sono affette dal demone scissionista. Ma la matrice è unica. Coloro che hanno agito nelle cappelle mortuarie potrebbero essere gli epigoni di un gruppo originario coinvolto nei delitti del mostro. Sarebbe molto grave".
Le sette e Firenze. Che rapporto c'è?
"A Firenze e nei dintorni è vigoroso l'occultismo iniziatico. Qui operano una ventina di sette a sfondo magico, che ritengono che esistano "poteri". La matrice è la massoneria dei riti, la massoneria di frangia che insiste sull'esoterismo, sui misteri e sui riti riservati ai soli iniziati. La massoneria ufficiale li caccia, li scomunica, è rosa dall'idea di avere un sacco di matti e li tiene a distanza. Ma è un fatto che è stata la massoneria a sdoganare Satana. E' un fatto che nelle logge ufficiali si legge l'Inno a Satana del Carducci. Mi risulta che Licio Gelli avesse rapporti con importanti gruppi esoterici".
Quali sono i rischi dell'esoterismo?
"Il guaio è che la prima cosa che si cancella è la differenza fra il bene e il male. Gli eletti si sentono al di sopra delle leggi e delle regole".
(f.s.)

mercoledì 9 luglio 2008

La “polpa” dei rifiuti. Relazione dell'oncologo A. Marfella





di Antonio Marfella
(testo della relazione tenuta presso l’Ospedale Monaldi al convegno “La gestione dei rifuti” in data 3 luglio 2008)

Credevo fosse un refuso di stampa (LA REPUBBLICA 2 luglio 2008) quando leggo la dichiarazione di Fortini (ASIA) : “alla fine del disastro, la “polpa” (credevo fosse colpa) dei rifiuti non va ad aziende i cui azionisti sono i cittadini di Napoli, ma ad aziende di altri territori” .
Di cosa siano gli inceneritori, delle loro dimensioni anche in rapporto alle necessità reali rispetto alla loro certa capacità di inquinare ed emettere sostanze nocive nell’aria di una città come Napoli, che già detiene il poco invidiabile record nazionale di città con la maggiore incidenza annua di tumori al Polmone (+ 25-30% rispetto a tutta Italia) , con 9 nuovi casi al giorno rispetto ai 15 di Milano (che però conta una popolazione oltre tre volte maggiore), nessuno più parla, nessuno più discute.
Non era, purtroppo, un refuso di stampa: unica preoccupazione (anche legittima) dei gestori della ASIA è quella di non fare perdere al Comune di Napoli “la polpa dei rifiuti” garantita dalla truffa degli incentivi CIP6 indirizzati non a energie rinnovabili vere, ma agli inceneritori .
La curiosità allora di fare un piccolo conticino, da massaia berlusconiana, sulla quantità di questa “polpa” dei rifiuti da incenerire, diventa d’obbligo.
Utilizziamo come riferimento i dati certi forniti dal Presidente del Consiglio su Acerra: gara da fare da 4.5 miliardi di euro per venti anni per un inceneritore di portata decretata di 600.000 tonnellate/anno (tra i più grandi di Europa), circa 2000 tonnellate al giorno.
Come confronto il dato di guadagno lordo del più grande centro commerciale campano : Il Vulcano Buono, che rende circa 1 milione di euro lordi al giorno.
Note quindi le “portate” proposte anche per gli altri inceneritori, ne consegue che , al giorno, gli inceneritori (di portata almeno doppia rispetto al necessario) , rendono quanto segue:
1) Acerra: oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
2) Salerno : oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
3) S. Maria La Fossa : oltre 450.000 euro al giorno per venti anni

4) Napoli: da 100.000 a 400.000 euro al giorno per venti anni , a seconda delle dimensioni che si deciderà di fare.
5) Almeno una ulteriore decina di “inceneritori a biomasse” sovradimensionati sparsi per la Campania coi Piani Paser : circa 1.5 Milioni di euro al giorno
Siamo ad un totale di oltre 3.5 MILIONI di euro al giorno, pressocchè netti, per impianti che produrranno anche circa 1 Milione di tonnellate/anno di ceneri tossiche per circa venti anni da stoccare in Campania. Siamo al guadagno netto di circa dieci “Vulcano Buono” al giorno!
Un ottimo affare, è certamente abbondante la “polpa” dei rifiuti inceneriti !
A queste condizioni mi sembra proprio il minimo, e molto ovvio, che i sette ottimi impianti tedeschi di cosiddetti CDR ma in realtà di TMB (trattamento meccanico biologico a freddo) già presenti ma non funzionanti in Campania devono continuare a non funzionare, come ha scoperto l’assessore Ganapini, e che gli impianti di compostaggio , a basso costo, necessari per trattare l’umido, non si faranno mai in numero congruo rispetto al bisogno reale.
Ma, con tali portate previste per tali impianti (oltre 2 milioni di tonnellate/anno), una volta bruciate le ecoballe in tre anni, gli altri diciassette anni, per oltre la metà della loro inquinante portata , questi inceneritori cosa bruceranno?
Certamente materiale che non proviene dalla regione Campania.
Ne consegue quindi che circa il 50% per cento delle ceneri tossiche di tali impianti sovradimensionati, cioè circa 500.000 tonnellate/anno per venti anni di ceneri tossiche di materiale non campano, dovrà essere seppellito in Campania in tutte le discariche disponibili, da Chiaiano a Serre, come già indicato nei codici CER previsti nel decreto legge del maggio scorso, e resterà per sempre nelle nostre terre, dopo averci per venti anni inquinato la nostra aria già abbondantemente inquinata .
Diventa altrettanto ovvio quindi che abbiamo necessità di discariche ancora più numerose ed ampie delle già previste, e per ospitare al 50% ceneri tossiche non campane.
Ho formulato una precisa proposta di moratoria sulle portate degli impianti : tutti a non oltre le 200.000 tonnellate/anno, in media europea perfetta!
Quattro inceneritori da non oltre le 200.000 tonnellate/anno è di fatto la riproposizione del cosiddetto “Piano Rastrelli” (= 5 da 150.000) .
Perche’ oggi sembra invece che, chi, come me, lo fa presente, viene considerato quasi un pericoloso sovversivo?
Perchè si devono bruciare tutte le ecoballe in soli tre anni, dopo che esse hanno già percolato i loro veleni da oltre venti anni? E dopo tre anni, cosa si brucerà?
Sia chiaro a tutti che costruire impianti di incenerimento superiori alla media europea di 200.000 tonnellate/anno significherà solo :
a) l’ennesimo gravissimo danno alla salute dei cittadini campani tutti;
b) la legalizzazione all’ingresso in regione Campania di almeno un milione di tonnellate anno di materiale da incenerire proveniente da altre regioni;
c) la necessità di disporre di discariche per non meno di venti milioni di tonnellate di pericolosissime ceneri tossiche che saranno interrate nelle nostre terre. Almeno la metà di tali ceneri tossiche non sarà neanche di provenienza campana.
Il tutto per garantire a pochi, (e neanche campani?) , una “polpa” dall’incenerimento dei rifiuti pari ad oltre 3.5 milioni di euro al giorno netti per venti anni .
Come cittadino campano, come medico, come cattolico, come difensore civico, io ho il dovere di formulare e diffondere queste considerazioni, affinché non si possa mai affermare che responsabilità storiche di evidenti decisioni scellerate, a danno della Campania, siano state assunte senza adeguata conoscenza dei fatti.

Napoli li 3 luglio 2008


Antonio Marfella
Tossicologo oncologo
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano
Fonte: www.chiaianodiscarica.it

mercoledì 2 luglio 2008

La lettera a Berlusconi del Sindaco di Acerra:" Siamo il partito dei sì inascoltati"



L’immagine che vi ho messo su è quella del volantino che è stato distribuito ieri ad Acerra dai ragazzi del Meetup Grilli acerrani che hanno atteso l’arrivo del Premier Berlusconi all’ingresso della strada che porta al termovalorizzatore. Come vi raccontavo nel post precedente le misure di sicurezza erano imponenti. Il Sindaco di Acerra, Espedito Marletta, però ha preparato una lettera che ha fatto consegnare al Premier proprio ieri. In molti speriamo che l’abbia almeno letta:

Nel ringraziarLa per l’invito all’incontro per il primo luglio, in occasione della quarta venuta a Napoli, e del sopralluogo presso il cantiere dell’inceneritore di Acerra, testimonianza di una forte preoccupazione e sentita discontinuità nell’affrontare l’emergenza rifiuti che vive il territorio della Regione Campania, sento il dovere istituzionale di segnalarLe l’opportunità di intraprendere con decisione un’altrettanta discontinuità rispetto al passato: riconciliare lo Stato e le sue articolazioni con il territorio e la comunità di Acerra.

Le ricordo, infatti, brevemente le tappe della nostra storia in questi ultimi anni:
- con una sua ordinanza dell’agosto del 2004, in assenza di una valutazione di impatto ambientale, si consentì l’inizio dei lavori di costruzione dell’inceneritore di Acerra disponendo, nel contempo, che si avviasse un aggiornamento della verifica di compatibilità ambientale dell’intervento;
- ad esito dei lavori della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale incaricata delle attività di tale verifica di compatibilità, con decreto del 22.2.2005 il Ministro dell’Ambiente del suo governo emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998;
- il 15 dicembre 2005 il Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti ha rescisso il contratto con la FIBE, costruttore e gestore dell’impianto progettato oltre 10 anni fa, per gravi inadempienze nell’assolvimento degli obblighi previsti dal contratto;
- negli ultimi mesi la Procura di Napoli ha inquisito molti manager della FIBE e vari funzionari del Commissariato Straordinario di Governo per l’emergenza rifiuti, ipotizzando la commissione di reati di particolare rilievo penale quali la “truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato”, “la frode contrattuale in pubbliche forniture”, ecc.;
- nel febbraio del 2008 con due ordinanze consecutive il presidente del Consiglio dei Ministri, on. Prodi, ha ridotto ogni garanzia di tutela ambientale di questo territorio stabilendo che nell’inceneritore di Acerra potessero essere bruciate anche le cosiddette “ecoballe taroccate”, così definite dalla magistratura napoletana;
- con il decreto-legge n. 90 dell’aprile scorso il suo governo è ulteriormente intervenuto azzerando completamente le garanzie di tutela di questo territorio, autorizzando la messa in esercizio dell’inceneritore di Acerra, prima ancora della conclusione dei lavori ed il loro collaudo, e stabilendo che nello stesso può essere bruciato il rifiuto “tal quale” ovvero quello nel quale continuano a ritrovarsi rifiuti radioattivi.

Come può ben valutare da questa breve sintesi degli avvenimenti, questa città, nelle sue articolazioni associative civili e religiose, insieme all’Amministrazione comunale che ho l’onore di guidare proprio dal primo luglio di quattro anni fa, ha attuato un’azione civile e democratica di cittadinanza attiva a tutela del proprio territorio: una vera e propria legittima difesa per difendersi dagli errori e dai soprusi perpretati nella decisione della localizzazione e nella costruzione dell’inceneritore in Acerra.
Purtroppo finora i Commissari Straordinari di Governo che si sono succeduti, e la stessa Regione Campania, nell’assoluta latitanza di tutta la politica campana, in nome dell’emergenza si sono tutti rifugiati sbrigativamente nei luoghi comuni, definendoci, tutti ed indistintamente, sindaci, vescovi, società civile, come “popolo dei no” o come “inconsapevoli favoreggiatori della camorra”.
Altre volte siamo stati definiti come “comunità egoista” in quanto gli inceneritori ormai sono stati costruiti e funzionano in tutto il mondo, dal centro di Vienna alla periferia di Brescia, omettendo di precisare che le criticità del contesto ambientale e territoriale di Acerra non le ritroviamo certo a Vienna, e sorvolando dolosamente sulle ragioni per cui in questa Regione Campania i poteri commissariali vigenti da oltre quattordici anni hanno speso circa due miliardi di euro per condurci in questa drammatica emergenza.
Noi ci definiamo il popolo dei “sì inascoltati”:
- “sì” ad un vero Piano Regionale di smaltimento dei rifiuti che disciplini a monte una riduzione della produzione dei rifiuti;
- “sì” ad un piano di sostegno organizzativo, amministrativo e finanziario, che aiuti i comuni della Campania ad avviare una moderna ed integrale raccolta differenziata, anziché limitarsi a sanzionare finanziariamente i comuni rendendo, di fatto, sempre più difficoltoso l’avvio della raccolta differenziata;
- “sì” alla costruzione di una rete di stazioni ecologiche che consentano il massimo riciclo del rifiuto come risorsa e non come problema;
- “sì” all’avvio di una bonifica integrale dei nostri territori saccheggiati dai traffici illeciti di rifiuti tossici e nocivi.
Per la storia che l’emergenza rifiuti ha avuto nella nostra città, medaglia d’oro al merito civile concessa con DPR del 17.6.1999, Le chiedo di aprirsi ad un confronto con questa comunità sulle problematiche ambientali e sulla questione inceneritore, partendo da una certezza: la comunità di Acerra in questi anni ha surrogato e sostituito le carenze e le lacune dei poteri dello Stato e della Regione Campania, con una vigilanza democratica ed una capacità di supplenza dei doveri altrui che è un patrimonio di valori da tutelare alla stregua delle questioni ambientali.
In ragione di ciò Le chiedo di avviare, senza indugio, un processo di riconciliazione con questa comunità e la sua Amministrazione comunale smilitarizzando il territorio ed aprendo un confronto democratico sulle drammatiche questioni dell’emergenza rifiuti: dopo il sopralluogo che terrà oggi al cantiere dell’inceneritore, La invito a tenere la conferenza stampa presso il Castello Baronale di Acerra, luogo dell’identità storico-culturale della nostra comunità e cornice più adeguata ad una visita di un Capo di Governo che onorerebbe la città di Acerra.
Non è da noi che lo Stato deve difendersi insediando le forze armate sul nostro territorio!
Non è da questa città, da questa comunità civile e religiosa, da questa Amministrazione comunale, che lo Stato deve difendersi!…ma da quella cattiva gestione commissariale e dall’irresponsabile modo di governale il processo di smaltimento dei rifiuti che ha condotto queste terre nell’infermo della drammatica emergenza e di cui tutti noi siamo vittime.
Acerra, 1 luglio 2008
IL SINDACO
Espedito Marletta
Ecoblog.it 2 luglio 2008

Acerra, la passerella e le promesse di Berlusconi






mercoledì 02 luglio 2008 da Marina


Oltre ad essere una conferenza stampa è stata anche una passerella, il che ha reso l’evento molto simile alle convention aziendali. Silvio Berlusconi ha tenuto il suo incontro nel termovalorizzatore di Napoli (a 1km e mezzo da casa mia). E ha detto:

entro luglio Napoli sarà liberata dai rifiuti. E entro gennaio partirà la prima linea e entro aprile la struttura sarà a pieno regime. Certo la soluzione non è solo questa ma va trovata nella raccolta differenziata e qui ci sono dei sindaci che in questo si sono distinti. Dopo inviterò sul palco con me uno di loro che è arrivato a raccogliere l’80% di differenziata. Un capitolo a parte lo meritano i signori dell’ASIA che secondo il calendario che mi è stato fornito la domenica vanno al mare e non lavorano. L’esercito lavora sette giorni su sette per liberare le strade dai rifiuti. E questo non va bene.

Sul punto della raccolta differenziata, il Premier ha sottolineato che anche i media devono essere presenti:

su questo punto la televisione pubblica e quella privata devono fare la loro parte sensibilizzando i cittadini. La televisione pubblica ha il compito di informare e divertire. La privata al contrario diverte e informa. Ma in comune, in questo caso, devono entrambe informare su come differenziare i rifiuti.

Ecco il mio racconto e la mia cronaca: è stata una conferenza che ha visto imponenti misure di sicurezza. Il Premier arrivava da una mattinata densa di contestazioni, di cariche della polizia sui manifestanti, insomma una Napoli che secondo me ha stentato a riconoscere, considerata l’accoglienza che gli è stata rivolta. Intanto, in quelle ore, Acerra era sotto un vento implacabile e la polvere si spargeva dappertutto.

La zona, tranne la stradina principale, non ha altre vie asfaltate. Per raggiungere l’ingresso del termovalorizzatore i militari hanno messo a disposizione della stampa le loro camionette. Dopo due check point presidiati dai militari e dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa si arrivava allo spiazzale dove l’addetto stampa della prefettura mi ha consegnato il badge nella foto (diversamente sarei dovuta andare a Piazza Carolina a ritirarlo).

Ho pensato: ” Ma siamo a Baghdad?”. Non ci è stato consentito di visitare i locali. Siamo stati messi un un recinto e solo chi faceva le dirette ne poteva stare fuori, giusto il tempo necessario a lavorare. Intorno a noi un doppio cordone di militari e security.

Il Premier è arrivato con un ora di ritardo. Il codazzo delle telecamere ha avidamente iniziato a lavorare. Era come uno sciame che lo seguiva. Appena entrato nella struttura, accompagnato dal Sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, oltre ai saluti di rito, ha guardato i cartelloni che illustravano il funzionamento del “mostro” come lo chiamano gli acerrani. Annuiva, commentava. Poi sul palco non prima di aver salutato ancora i militari. Poi le dichiarazioni tra cui i ringraziamenti a Impregilo e FIBE:

nonostante tutte le cose che ha subito, non sto a dire giustamente o ingiustamente, ha preso l’impegno a finire il termovalorizzatore.

Il sindaco di Acerra, Espedito Marletta si torceva le budella. Presente senza la sciarpa di protocollo. Padrone di casa (lui e la giunta) estromesso dal suo domicilio amministrativo, ma anche ringraziato da Bertolaso per essere presente:

C’è un clima diverso. Qui c’è il Sindaco di Acerra. Ha scelto di stare qui e non fuori a fare altro. Ciò significa che c’è volontà di dialogo.

Era presente sul palco anche il generale Franco Giannini, braccio destro di Bertolaso, che ha ricordato che ci sono da raccogliere ancora ventimila tonnellate di immondizia mentre ne sono state portate vi. già quindicimila. Operazione che sarà resa più agevole dalle aperture delle discariche di Savignano Irpino e Sant’Arcangelo Trimonte.

Berlusconi ha poi invitato sul palco il “dipendente del mese”: Leone Gargiulo sindaco di Massa Lubrense, comune della costiera amalfitana che coraggiosamente e con le sue sole forze ha tolto di strada 480 cassonetti per fare spazio alla raccolta differenziata porta a porta che ha toccato il 72%. Gargiulo eletto in una lista civica ha spiegato che per arrivare a questo risultato è stato necessario informare i suoi concittadini attraverso le scuole e le parrocchie. E Berlusconi ha preso la palla al balzo dichiarando che nei prossimi mesi partirà una grande campagna di educazione civica che partirà proprio dai più piccoli. Durante la spiegazione la solita guerra di cifre da kilogrammi e tonnellate e a Bertolaso è scappata a mezza voce una battutina sulla telefonata al Vice Sindaco di Tel-Aviv del quale racconto resta ancora incredulo, a quanto sembra.

Premiati, con la foto insieme al Cavaliere, anche i sindaci di Grumo Nevano, Anacapri, San Sebastiano al Vesuvio e Vico Equense, invitati a pranzo tra quindici giorni in Prefettura a Napoli perchè la prossima settimana il Premier sarà a Tokio.

Rispetto alla firma con società private, accordi che si dovrebbero siglare entro pochi giorni, per impianti con Regioni fuori dalla Campania non ha specificato ancora né chi siano né di che genere di impianti si tratti. L’obiettivo però è quello di attrezzare, passata l’emergenza, impianti fuori regione. Berlusconi a fine conferenza sollecitato dalle domande di alcuni colleghi (i soliti) riferisce della possibilità di commissariare, così come previsto dal decreto, quei comuni che non adottano la differenziata. Personalmente senza microfono ho provato a fare riferimento ai finanziamenti mancati dei CIP6 e Berlusconi e Bertolaso sentendo il mio appunto gridato mi hanno guardato storto. Però nessuno dei colleghi “proprietari” del microfono ha ripreso la domanda.
eco blog. it

lunedì 23 giugno 2008

RIFIUTI: A CHIAIANO UNA "STRANA" CALMA



Di Giancarlo Borriello
Julie News

E' semi deserto il presidio dei manifestanti anti-discarica di Chiaiano all'indomani dell'annuncio della realizzazione della discarica. Pochi sponenti dell'area no-global si aggirano sotto i tanti gazebo installati in via Cupa dei Cani, la strada d'accesso alle cave che entro tre mesi dovrebbero trasformarsi in una discarica da mille tonnellate al giorno. Si vedono invece pochi residenti e non c'e' piu' voglia di parlare. La sensazione e' che tra loro comincia a prevalere la rassegnazione.

Chiaiano: Gli irriducibili in trincea, pronti a bloccare la città

PIETRO TRECCAGNOLI
Una serata strabica e irreale. Tra piazza Titanic e Vienna. Tra il tal quale e i calci d’angolo. Ieri, l’annuncio di Bertolaso che la discarica di Chiaiano si farà in tre mesi non ha stupito nessuno. La rabbia c’era, ma controllata. E persino un po’ di speranza. Non tutto è perduto. I ragazzi dei Comitati hanno fatto allestire un maxischermo per vedere Italia-Spagna. Ma quando è cominciata l’assemblea con le relazioni del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta (lui sotto lo schermo e l’omonimo Simone nello schermo, in campo) e del vicesindaco, Massimo Nuvoletti, reduci dall’incontro in Prefettura, la partita era già cominciata. Quindi, si faccia presto ché nessuno vuole rovinarsi pure la sfida con Torres e Villa. Per come è finita, con i due rigori sbagliati, è stata davvero la malanottata e la figlia femmina. Al presidio ci saranno state circa duecento persone. Le signore a prendere il fresco sotto i gazebo, i giovani con le biciclette, gli anziani attenti: l’occhio allo schermo, l’orecchio al microfono. Gli amministratori sono stati bravi a tenere gli animi calmi. «Nonostante l’annuncio» ha spiegato il sindaco Perrotta «il tavolo tecnico continua. Per portare la monnezza ci vogliono almeno altri tre mesi, fino ad allora c’è tutto il tempo di cambiare i termini della decisione». O di annullarla, tutti lo sperano, qualcuno lo dice. Chi temeva le cariche della polizia è stato smentito. Clima sereno, interrotto solo da un petardo lanciato dietro un gazebo da un balordo. Fumo e qualche bestemmia. I politici hanno dato appuntamento a stasera, al Comune per un consiglio ad hoc. Sono rimasti a vedere ancora qualche minuto della partita, poi sono sfilati via. Perrotta sindaco se ne va. Perrotta il centrocampista è sostituito. Qualcuno, malizioso, ne ha tratto cattivi auspici per il futuro dell’amministrazione. Con i microfoni aperti per almeno un altro quarto d’ora, hanno parlato alcune donne. La signora Concetta ha suggerito di mandare una mail alla Comunità europea e ha invitato chi era affacciato al balcone a scendere: «Non dovete venire qui solo per mangiare le ciliegie, ma per buttare il sangue tutte le sere». E giù applausi. Le furie rosse attaccavano e si mescolavano l’umido e i traversoni, la differenziata e la ripartenza. E, in modo quasi sibillino, Ivo Poggiani e Pietro Rinaldi hanno annunciato che la mobilitazione porterà la lotta al centro di Napoli. Di fatto, girava un volantino semiclandestino che annuncia per domani, alle 9.30, un raduno per una carovana lenta che blocchi un’importante arteria di Napoli. Off record si mormorava che potrebbero essere la Tangenziale o via Marina, dove dovrebbero sfilare una settantina di vetture. «Il nostro obiettivo è impedire che i camion portino monnezza nella cava» ha spiegato Rinaldi. «E useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. In questi giorni, per esasperare gli animi non stanno raccogliendo l’immondizia a Marano». Di fatto la città è molto sporca e il caldo trasforma i rari refoli in scie putride. «Le parole di Bertolaso si autosmentiscono» ha aggiunto Poggiani. «Perché quando ammette che la cava è da bonificare e quindi inquinata, quando dice che bisogna cementare le pareti, perché a rischio crollo, quando afferma che non c’è ancora un piano trasporti credibile, ci ripete esattamente tutta una serie di dati che dicono come la cava di Chiaiano non sia idonea per una discarica». Carlo Migliaccio, consigliere comunale a Napoli, ha annunciato ricorsi al Tar e alla Procura, ma nelle dichiarazioni dei Comitati ci sono espressioni più forti: «L’ora delle parole è finita, ora è scoccata quella dei fatti». Tutti si augurano che prevalga il buonsenso. «Ma anche il buonsenso si ottiene con la lotta» ha sigillato Rinaldi.
Il Mattino 23 giugno 2008

Decreto rifiuti, per la Ue è incostituzionale. E viene approvata la nuova direttiva in materia




Mentre oggi pomeriggio alle 18,00 è stato convocato a Marano il Consiglio Comunale straordinario dove i comitati di Chiaiano si incontreranno per rivedere le strategie alla luce dell’apertura della discarica annunciata ieri, è stata pubblicata la risposta all’interrogazione alla Commissione europea, fatta dalla parlamentare verde Monica Frassoni che chiedeva appunto se il decreto rispettasse appieno le norme comunitarie in materia di smaltimento dei rifiuti. Ecco la risposta ricevuta dalla Ue con la chiusura in cui viene ribadito che se l’Italia non si adeguerà alle norme europee la stessa sarà costretta a prendere provvedimenti:

H-0391/08Risposta della Commissione17.6.2008


La crisi dei rifiuti in Campania esiste da oltre un decennio. Finora a fronte di 7 000 tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno in Campania, la capacità di gestione dei rifiuti della regione è prossima allo zero.
Il 6 maggio 2008 il Collegio ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per la mancata creazione di una rete sufficiente di impianti di trattamento dei rifiuti conformi alle norme comunitarie accompagnata da una strategia coerente a lungo termine per la gestione dei rifiuti allo scopo di incentivare il riciclaggio e la raccolta differenziata dei rifiuti.
La Commissione sa che l’Italia sta tentando seriamente di risolvere la crisi dei rifiuti a Napoli e l’Italia è consapevole che si è ora raggiunto il punto di non ritorno. Il nuovo decreto legge n. 90 del 23 maggio 2008 presentato alla Commissione in una riunione tecnica il 30 maggio 2008 pare un passo rigoroso nella giusta direzione, in quanto formula piani e obiettivi obbligatori per la raccolta differenziata dei rifiuti e prevede nuove infrastrutture per i rifiuti quali ulteriori discariche e inceneritori.Tuttavia la Commissione ha già espresso a livello tecnico la sua viva preoccupazione per le disposizioni contenute nel nuovo decreto che consentono ampie deroghe alle norme comunitarie, in particolare alcune disposizioni chiave della direttiva sulle discariche 1999/31/CE[1] e di altre direttive.Anche laddove la situazione appare difficile, le autorità italiane devono rispettare la legislazione comunitaria in materia ambientale. Il rispetto dell’acquis non è un esercizio burocratico. La normativa comunitaria in materia ambientale stabilisce un quadro per la tutela della salute umana e dell’ambiente. Sarebbe paradossale se, per affrontare rischi di carattere sanitario abreve termine, fossero nuovamente messi in pericolo la salute umana e l’ambiente ad esempio per la mancata applicazione di disposizioni chiave della direttiva sulle discariche che prevedono obblighi sanitari di lungo periodo che dipendono dalla natura, pericolosa o non pericolosa, dei rifiuti destinati a discarica. La Commissione è disposta ad aiutare l’Italia nell’individuare taluni meccanismi di flessibilità previsti da altri atti della legislazione comunitaria, compresa la direttiva sulla valutazione d’impatto ambientale[2], per aiutare l’Italia ad affrontare l’attuale crisi senza violare la normativa comunitaria. Tuttavia la Commissione, in quanto custode dei trattati, manterrà fermamente la sua posizione secondo cui non sarà permessa alcuna deroga a qualsiasi elemento vincolante dell’acquis. Il decreto legge del 23 maggio 2008 è ora all’esame del Parlamento italiano per essere convertito in legge e la Commssione esaminerà attentamente il testo approvato in via definitiva. Qualora l’Italia varasse un atto legislativo che consenta indebite deroghe all’acquis, la Commissione non avrà altra scelta che l’adozione di un procedimento a norma dell’articolo 226 del trattato.[1] GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1.[2] Direttiva 85/337/CEE del Consiglio del 27 giugno 1985 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, GU L 175 del 5.7.1985 quale modificata dalla direttiva del Consiglio 97/11/CE del 3 marzo 1997, GU L 73 del 14.3.1997 e dalla direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale e modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all’accesso alla giustizia, GU L 156.


E’ da sottolineare che nei medesimi giorni in cui veniva redatta la risposta era approvato in seno al Consiglio veniva approvata la direttiva di gestione dei rifiuti che prevede in sintesi:
nuovi obiettivi in materia di riciclaggio che gli Stati membri dovranno conseguire entro il 2020, con tassi di riciclaggio del 50% per i rifiuti domestici e simili e del 70% per i rifiuti di costruzione e demolizione;
rafforza le disposizioni in materia di prevenzione dei rifiuti imponendo agli Stati membri l’obbligo di elaborare programmi nazionali di prevenzione dei rifiuti e impegnando la Commissione a riferire sulle politiche di prevenzione e a fissare obiettivi in questo ambito;
stabilisce una chiara “gerarchia” in cinque fasi delle opzioni di gestione dei rifiuti, in base alla quale la prevenzione è la soluzione privilegiata, seguita dal riutilizzo, dal riciclaggio, da altre forme di recupero e dallo smaltimento sicuro come ultima ratio;
chiarisce un numero di definizioni importanti, quali il riciclaggio, il recupero e lo stesso concetto di “rifiuto”. In particolare la direttiva distingue tra rifiuti e sottoprodotti e stabilisce quando un rifiuto – sottoposto a riciclaggio o ad altro trattamento – cessi di essere tale
La nuova direttiva consentirà inoltre di semplificare la legislazione UE sui rifiuti, sostituendo tre direttive in vigore: l’attuale direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva sui rifiuti pericolosi e la direttiva sugli oli usati.

Fonte ecoblog.it 23 giugno 2008

venerdì 20 giugno 2008

Inchiesta rifiuti, confermati i 25 arresti



La decisione del gip collegiale: fondato l'impianto accusatorio


Sono state confermate dal nuovo organo collegiale, composto da tre giudici per le indagini preliminari, istituito dal recente decreto del governo, le misure cautelari sia agli arresti domiciliari sia quelle interdittive nei confronti dei 25 indagati (tra i quali la vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro, responsabili degli impianti di cdr, dirigenti Fibe) accusati di presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti in Campania. Lo ha reso noto ieri il procuratore Giovandomenico Lepore. «Il positivo vaglio giurisdizionale effettuato da diversi organi del Tribunale, per un totale di dieci giudici, conferma - ha sottolinea il procuratore a margine di una conferenza stampa su trenta fermi eseguiti in materia di terrorismo internazionale - la fondatezza dell'impianto accusatorio». Ecco le motivazioni che hanno spinto il gip collegiale (in questo caso la sezione era composta dai gip Antonella Terzi, Giuseppe Ciampa e Nicola Miraglia del Giudice) ad assumere questa decisione: «Vanno integralmente condivise le argomentazioni svolte dal gip nell'ordinanza impositiva della misura e ribadite in quella con la quale la stessa veniva attenuata per taluni indagati. L'impianto accusatorio ha poi ricevuto un'ulteriore collaborazione dagli esiti degli interrogatori di garanzia di numerosi indagati, in particolari dalle ammissioni dei sette capi-impianto, che hanno riferito dell'effettivo malfunzionamento di alcuni macchinari installati negli impianti di selezione dei rifiuti della Fisia, di sergio asprone e di Dino Di Battista, che hanno parlato dell'omesso o comunque non corretto funzionamento della frazione umida». Accuse corroborate anche dalle dichiarazioni di altri indagati «che hanno convenuto sul cattivo stato degli impianti e dei macchinari - a loro noto - e hanno indicato responsabilità correnti».
Il mattino 19 giugno 2008

Chiaiano, attesa tra rabbia e rassegnazione. La decisione nel giorno di Italia-Spagna


Sarà un caso, ripetono a Chiaiano, ma le date per l'annuncio definitivo sull'apertura della discarica nella cava del Poligono coincide sempre con una partita decisiva della Nazionale di Donadoni. Sarà così anche per domenica prossima. A Poggio Vallesana in questi giorni, l'atmosfera è sonnacchiosa e prudente. Il presidio a Cupa del Cane è sempre lì. I gazebo pure. Per oggi, alle 19, è prevista una conferenza stampa (nella sala consiliare di Marano) dei tecnici che per conto della gente di Chiaiano e Marano partecipano agli incontri con quelli di Guido Bertolaso. Le posizioni sono sempre le stesse: questa discrica non s'ha da fare per tutta una serie di rischi ai quali sarebbe esposto chi vive nella zona. In pratica il tufo non da garanzie. «Ma anche se ci sarà l'annuncio che tutto è stato risolto» annuncia Ivo Poggiani, uno dei leader dei Comitati «non andremo a casa. La partita non si chiude unilateralmente». Ancora più preoccupata è la gente comune, le donne e le mamme della zona. La discreta, ma continua presenza, della polizia e l'arrivo, a ondate, delle telecamere dei media impensieriscono. Si teme sempre un blitz. Intanto, la mobilitazione anti-discariche si allarga nella provincia. Una marcia popolare da Acerra a Napoli per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania. È «I 1000 del Si», l'iniziativa promossa per sabato dal coordinamento regionale rifiuti della Campania e dalla Rete Campana Salute e Ambiente. «La marcia - si legge in una nota diffusa dai promotori - vuole dimostrare che per ogni no che opponiamo a scelte sbagliate, come megadiscariche ed inceneritori, esistono tanti si a provvedimenti efficaci e ragionevoli per togliere l'immondizia dalle strade senza danneggiare ulteriormente il territorio regionale e così uscire definitivamente dall'emergenza». Tra le proposte avanzate dalle associazioni la riduzione immediata di imballaggi e monouso superflui, l'avvio della raccolta differenziata porta a porta a partire dalla separazione tra secco e umido, la realizzazione di impianti di compostaggio, la riconversione degli impianti cdr in strutture per il trattamento meccanico-biologico e la bonifica dei territori devastati dai rifiuti tossici.
Il mattino 19 giugno 2008

San giorgio la Molara:«Il sito è inquinante». Protesta il Comune. Italia dei Valori: l'area fu accantonata perché non idonea


Reazioni alla scelta del commissariato per lo stoccaggio di ecoballe a San Giorgio la Molara
Protesta il Comune. Italia dei Valori: l'area fu accantonata perché non idonea
Il sito per le ecoballe a San Giorgio La Molara suscita sempre più allarme. Il sindaco Antonio Vella è categorico: «Attendiamo l'esito delle analisi di Asl e Arpac, perchè siamo convinti che il sito è inutilizzabile». L'esito delle analisi si avrà fra una settimana. Nel frattempo la localizzazione di questo sito, da parte del Commissariato straordinario all'emergenza rifiuti, è stata accolta con profonda preoccupazione alla Rocca dei Rettori. Ieri nessuna dichiarazione ufficiale, ma sia il presidente Aniello Cimitile che l'assessore delegato all'ambiente Gianluca Aceto, hanno cercato di avere maggiori e più dettagliate notizie dal Commissariato, che non li aveva informati preventivamente sulla scelta del sito. L'argomento sarà discusso oggi in prefettura in un vertice già convocato sull'impianto di compostaggio di Molinara. Intanto, in una nota, Italia dei valori afferma: «Il nostro partito, da sempre attento alle problematiche riguardanti il territorio sannita,attraverso la segreteria provinciale ed il consigliere provinciale Michele Maddalena, intende esprimere il proprio monito accorato alle istituzioni tutte e non solo, affinché il Sannio non continui ad essere oggetto di "scippi" imprevisti ed inspiegabili, nonché destinatario di "regali" indesiderati calati dall'alto. A tal proposito, tra i possibili regali non graditi alla popolazione sannita, figura l'ordinanza n. 303 del 16 giugno 2008 del Consiglio dei Ministri, secondo la quale il Governo ha individuato un'area di San Giorgio La Molara al fine di trasformarla in un eventuale sito di stoccaggio per ecoballe. Tale problematica, peraltro, già affrontata anni orsono, fu immediatamente accantonata sulla base dei risultati scaturiti da un'attenta analisi della zona, dopo i rilievi tecnici. L'apparizione prepotente e sempre più nitida dello spettro di una questione che oramai sembrava scongiurata, non può che infondere sospetto e paura tra i residenti di San Giorgio La Molara». La nota ricorda che il sito è ubicato, nei presi di acquedotti eroganti la zona di Ginestra degli Schiavoni e San Giorgio La Molara e nelle vicinanze di un lago naturale, che da anni rappresenta il fiore all'occhiello del paesaggio sangiorgese. Italia dei Valori chiede alle Istituzioni locali e centrali di tutelare il territorio sannita.

Rifiuti: parte il conto alla rovescia


NAPOLI - Conto alla rovescia in Campania per eliminare le circa tredicimila tonnellate di rifiuti accumulati soprattutto nelle periferie di Napoli, nel Giuglianese e nell'area vesuviana. Proseguono intanto i roghi dolosi ai cumuli di immondizia ammassati sui marciapiedi. Il caldo, soprattutto degli ultimi giorni, non facilita certamente le cose, anche se l'apertura della discarica di Savignano Irpino in provincia di Avellino, dovrebbe dare un po' di respiro. Tra domenica e lunedì dovrebbe inoltre aprire anche il sito di Sant'Arcangelo Trimonte, nel beneventano, e a breve potrebbe arrivare il via libera all’apertura di sito di Chiaiano, ritenuto idoneo dai tecnici del commissariato.
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