giovedì 30 aprile 2009

GARLASCO: TUTTI I DUBBI DI UN PROCESSO INDIZIARIO


(AGI) - Milano, 30 apr. - L’alibi del computer Accusa: Alberto non stava scrivendo la sua tesi di laurea, come ha sempre affermato, mentre la sua fidanzata veniva massacrata. Lo dimostra il fatto che “manca qualsiasi traccia informatica che Stasi abbia utilizzato il computer in orario successivo alle 10.17, ora della registrazione dell’ultimo evento sul PC che necessitava della presenza di una persona fisica che interagisse con la macchina”. Difesa: inutile puntare sul computer perche’ il pc del giovane dopo il delitto sarebbe stato piu’ volte aperto dai carabinieri, alterandone quindi configurazione e tracce. Inoltre, lo studio delle ’stampate’ dei file della tesi, acquisiti agli atti del processo, dimostrerebbe che la versione salvata poco dopo mezzanotte del 13 agosto, giorno del delitto, e’ diversa da quella salvata il giorno successivo il che dimostrerebbe che il 25enne non mente. A provarlo, secondo il collegio difensivo, alcune migliaia di caratteri che Alberto avrebbe digitato proprio il giorno della morte di Chiara. Se la versione del 12 agosto e’ diversa da quella del 14 agosto Alberto deve necessariamente aver lavorato alla tesi.

L’orma sul dispenser. Accusa: Alberto si e’ lavato le mani nel bagno della villetta dopo aver ucciso Chiara e ha lasciato un’impronta sull’erogatore del sapone mista al dna della vittima. Difesa: nessuna certezza che quello fosse sangue di Chiara. E poi sul dispenser c’e’ anche l’orma di uno sconosciuto. “E’ solo una traccia di sporco”, ribattono i Ris.

Sangue sui pedali.

“Sui pedali della bicicletta in uso ad Alberto Stasi la mattina del 13 agosto, e’ stato infatti rinvenuto Dna riconducibile alla vittima, che deve ritenersi di natura ematica”. Lo scrivono i consulenti della Procura: e’ la prova che Alberto sarebbe fuggito in bici dalla casa del delitto. Difesa: non e’ sicuro si tratti di sangue che, in ogni caso, non sarebbe databile. La mamma di Alberto, ricordano i legali, ha raccontato che Chiara era salita sulla canna della bici del fidanzato e si era lievemente ferita a una caviglia: e se il materiale biologico venisse da li’. (AGI)

Cli/Car

mercoledì 22 aprile 2009

Genova: Pedofilo e sieropositivo, terrore del contagio



Pedofilo e sieropositivo. E tra le vittime dell'aguzzino è scoppiata ovviamente la paura. La triste notizia arriva da Genova, dove un 40enne ligure, che si trova in carcere con l'infamante accusa di pedofilia, sarebbe risultato positivo al test hiv. E, secondo le prime indiscrezioni, una vittima delle sue violenze sarebbe già stata contagiata dal virus. La questione è stata resa nota in quanto l'avvocato del pedofilo avrebbe chiesto gli arresti domiciliari per il suo assistito in quanto il regime carcerario sarebbe incompatibile con la sua malattia.

Tra i possibili contagiati potrebbero esserci dei bambini ma anche alcuni partner che, tempo fa, hanno avuto rapporto consenzienti con il 40enne. "Le indagini sono ancora in corso - hanno detto alcune fonti vicine alla Procura di Genova - stiamo cercando altre vittime, non solo per accertare eventuali violenze e abusi ma, anche, per avvisare le persone a rischio di contagio".

romagnaoggi.it 21 aprile 2009

Pedofilo violentato in carcere,due secondini di San Vittore lo risarciranno con 100.000 Euro



A oltre sette anni dai fatti, una sentenza della prima sezione civile della corte d'appello di Milano ha condannato i due agenti a risarcire l'uomo con 100mila euro

In carcere per pedofilia, per tre giorni è stato picchiato, sodomizzato e minacciato dai compagni di cella nel sesto raggio del carcere di San Vittore nell'indifferenza di almeno due agenti della polizia penitenziaria che giravano la testa di fronte alle sue richieste di aiuto, finché è stato trovato svenuto e soccorso d'urgenza. A oltre sette anni dai fatti, una sentenza della prima sezione civile della corte d'appello di Milano ha condannato i due agenti a risarcire l'uomo con 100mila euro, dopo che una sentenza dei colleghi del penale aveva stravolto la condanna di primo grado, assolvendoli. I due secondini sono stati condannati al risarcimento in solido con il ministero della Giustizia, le cui argomentazioni difensive sono state definite dai giudici dal "sapore a dir poco surreale".

(22 aprile 2009)

sabato 18 aprile 2009

Abusi sessuali sulla figlia, arrestato anziano recidivo


Per anni, da quando erano ragazzine, ha violentato le figlie ed è tornato ad abusare di una di loro anche dopo essere stato condannato per le violenze sull'altra

17/04/2009 Per anni, da quando erano ragazzine, ha violentato le figlie ed è tornato ad abusare di una di loro anche dopo essere stato condannato per le violenze sull'altra. Adesso l’uomo, A.A., di 71 anni, di Cosenza, è stato arrestato dai carabinieri. Gli abusi compiuti sulla figlia che lo ha denunciato adesso e che ha 36 anni, erano cominciati nel 1989, quando la ragazza aveva 16 anni. Le violenze sono andate avanti, nell’abitazione di famiglia ed in una baracca nel centro storico di Cosenza, sino al 2000 quando la giovane si sposò e lascio l’abitazione del padre. Nel 2002 l’uomo fu denunciato da un’altra figlia, all’epoca venticinquenne, che aveva subito violenze da quando ne aveva 14.

L’uomo fu arrestato e condannato e nell’estate del 2006 fu rimesso in libertà. Proprio quell'anno rivide la figlia più grande e la violentò nuovamente. Da allora la donna è caduta un un profondo stato di depressione, diventando anche anoressica. In questi anni ha parlato con alcuni conoscenti che l’hanno consigliata di denunciare il padre, inviti ai quali non aveva mai dato seguito, sino al dicembre dello scorso anno. La donna si è presentata ai carabinieri ed ha denunciato il padre che, a conclusione delle indagini è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Cosenza su richiesta della Procura.

Garlasco, parlano i legali di Stasi: «Assolvetelo. Il pc? Dati alterati»

dubbi degli avvocati sul computer di Alberto come prova della sua colpevolezza

I difensori del giovane accusato dell'omicidio di Chiara Poggi sostengono l'innocenza del loro assistito

Alberto Stasi, accusato dell'omicidio di Chiara Poggi, durante una pausa del processo (Ansa)
Alberto Stasi, accusato dell'omicidio di Chiara Poggi, durante una pausa del processo (Ansa)
VIGEVANO (Pavia) - Alla fine di quasi dodici ore di arringhe i legali di Alberto Stasi hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito per non aver commesso il fatto. L'imputato è accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà della fidanzata Chiara Poggi e per questo il Pm Rosa Muscio ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere. Il gup ha fissato una nuova udienza il 28 aprile per le contro-repliche. Per il 30, data già fissata, è attesa la sentenza.

IL COMPUTER E LE MANOMISSIONI - Nel corso della sua arringa, Angelo Giarda, il professore che guida il pool di difesa avrebbe anche sottolineato che è inutile puntare sul computer come prova di accusa verso Alberto Stasi, perché il pc del giovane dopo il delitto sarebbe stato più volte aperto dai carabinieri, alterandone quindi configurazione e tracce. Lo si apprende dall'esterno, visto che il processo si svolge a porte chiuse. Giarda avrebbe anche affrontato le questioni relative sia alla possibilità che l'omicidio sia stato commesso da due persone, sia all' ora del delitto e di conseguenza all'alibi di Alberto che ha sempre sostenuto di aver lavorato alla tesi al computer per tutta la mattina del 13 agosto.

PEDOPORNOGRAFIA - I legali hanno chiesto anche il proscioglimento del giovane dall'accusa di detenzione di materiale pedopornografico. L'udienza preliminare per questo reato si è svolta a conclusione del processo con rito abbreviato che vede Alberto imputato dell'omicidio di Chiara Poggi.


18 aprile 2009

Inchiesta Grinzane, arrestato per peculato il fratello di Soria


E' accusato di peculato continuato in concorso per circa 400 mila euro

Quando era stato sentito come indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ora dovrà tornare, la prossima settimana, davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia
ultimo aggiornamento: 18 aprile, ore 12:18
Torino, 18 apr. - (Adnkronos) - Peculato continuato in concorso per circa 400 mila euro. Questa l'accusa con cui e' stato arrestato, nella tarda serata di ieri, Angelo Soria, fratello dell'ex presidente del Premio Grinzane Cavour, Giuliano Soria, finito in carcere nei mesi scorsi per malversazione e violenza sessuale. L'arresto e' stato eseguito nella casa astigiana di Soria alle 22 e 30 dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino che hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip Silvia Salvadori su richiesta della procura

della Repubblica.


Secondo le accuse Angelo Soria ''con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, agendo nella sua veste di pubblico ufficiale, dirigente presso la Regione Piemonte, Direzione Comunicazione Istituzionale della Giunta Regionale, Settore Comunicazione Istituzionale della Giunta, in concorso con il fratello Giuliano Soria, avendo per ragione del suo ufficio il possesso o comunque la disponibilita' del denaro assegnato dal bilancio dell'ente al settore da lui diretto, se ne appropriava, per complessivi 400 mila euro, disponendo di tale importo in piu' soluzioni, adottando undici determinazioni di spesa, senza alcuna ragionevole giustificazione, in favore di private associazioni (Associazione Civilta' Territori Lelletrari e Assocaizione Studi Iberici) che, seppure formalmente presiedute da terze persone, erano in realta' gestite in via esclusiva dal fratello che richiedeva le erogazioni patrimoniali che Angelo Soria puntualmente disponeva in suo favore, per iniziative cui in realta' le citate associazioni richiedenti erano del tutto estranee''.

I fatti contestati risalgno al periodo fra il novembre 2006 e il luglio 2008. Gli investigatori spiegano che ''la misura cautelare suindicata si fonda sulla documentazione acquisita presso la Regione Piemonte nonche' su quella sequestrata presso l'Assocaizione Premio Grinzane Cavour e sulle dichiarazioni acquisite nel corso del procedimento. Il Gip - precisano ancora gli investigatori - ha ravvisato la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio, desumibili entrambi dal ruolo ricoperto dal Soria in seno alla Regione Piemonte''.

Dopo il suo coinvolgimento nell'inchiesta come indagato, infatti, Angelo Soria era stato trasferito ad altro incarico ma sempre all'interno degli uffici regionali. Quando era stato sentito come indagato si era avvalso della facolta' di non rispondere. Ora dovra' tornare, la prossima settimana, davanto al giudice per l'interrogatorio di garanzia.
IGN 18 APRILE 2009

Perugia, Il medico legale: "La Kercher soffocata e accoltellata"


IL DELITTO DI MEREDITH
Sopralluogo della corte nel casolare dell'omicidio

E' il turno del medico legale Mauro Bacci davanti alla corte d’Assise di Perugia per il processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio della studentessa inglese. Intanto un detenuto scrive alla Corte: "Sollecito è innocente"

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Meredith Kercher (Ap) Perugia, 18 aprile 2009 - È ripreso con la testimonianza a porte chiuse del medico legale Mauro Bacci l’udienza davanti alla corte d’Assise di Perugia per il processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. In aula sono presenti i due imputati.

Ad assistere all’udienza anche il padre di Amanda, Curt Knox arrivato nel capoluogo umbro dall’America per stare vicino alla figlia.

Meredith Kercher sarebbe stata prima soffocata e poi le sarebbe stata inferta la coltellata alla gola. È una delle conclusioni del medico legale, consulente dell’accusa, Mauro Bacci, sentito oggi a porte chiuse come testimone nel processo davanti alla Corte d’Assise di Perugia che vede imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox per il delitto della studentessa inglese.

Secondo quanto riferito dall’avvocato di parte civile della famiglia Kercher, il legale Francesco Maresca, il medico legale in aula ha parlato di compatibilità tra la ferita più grande rilevata sul collo della vittima e il coltello ritenuto l’arma del delitto. Questo però, non sarebbe compatibile con la ferita più piccola riportata da Meredith: da qui l’ipotesi che durante l’aggressione a Mez possano essere stati utilizzati più coltelli.

Per quanto riguarda la violenza sessuale, l’avvocato Maresca ha sottolineato che il medico legale ha spiegato che non ci sono elementi biologici che la confermino ma che ci sono elementi che inducono a sostenere un avvenuto rapporto sessuale non consenziente. In merito all’orario della morte, infine, il consulente dell’accusa ha parlato di un range che va dalle ore 21-21.30 alle ore 23.30-24.

SOPRALLUOGO DELLA CORTE D'ASSISE NEL CASOLARE

È iniziato nel casolare di viale La Pergola, dove la notte tra il primo e il 2 novembre è stata uccisa la studentessa inglese Meredith Kercher, il sopralluogo della corte d’Assise di Perugia. Sul posto anche i pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuele Comodi, i legali di difese di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i legali delle parti civili e gli agenti della squadra mobile del capoluogo umbro.

La prima parte del sopralluogo si sta svolgendo nella parte esterna dell’abitazione. La corte, presieduta da Giancarlo Massei entrerà poi all’interno del casolare. In particolare, per consentire lo svolgimento del sopralluogo, saranno fatti entrare gruppi di cinque persone alla volta. Da lontano sta assistendo alla procedura anche il padre di Amanda, Curt Knox.

A chiedere il sopralluogo era stata la difesa di Raffaele Sollecito per consentire alla corte di prendere visione dello stato della casa del delitto. Richiesta alla quale si erano poi associate tutte le parti.

DETENUTO SCRIVE ALLA CORTE: 'SOLLECITO E' INNOCENTE'

Un ex collaboratore di giustizia, Luciano Aviello, detenuto del carcere di Ancona, ha inviato una lettera indirizzata alla Corte D’Assise di Perugia e nella quale si dice sicuro dell’innocenza di Raffaele Sollecito.

Nella lettera, due pagine scritte a mano, l’ex collaboratore di giustizia si direbbe anche pronto a parlare di quanto sa con gli investigatori. Aviello è stato in passato detenuto del carcere di Terni, mentre attualmente si trova ristretto presso la casa circondariale di Ancona.

Nello scritto, acquisito agli atti, il detenuto, in particolare, sostiene che Raffaele Sollecito è innocente e di aver dato incarico lui stesso ad alcuni suoi amici di forzare i sigilli del casolare di via della Pergola per dimostrare che chiunque poteva entrare in quella casa.

Nei mesi scorsi, sono state due le incursioni da parte di ignoti scoperte nella casa del delitto dagli agenti della squadra mobile della questura di Perugia. Dopo l’ultima irruzione dalla casa è anche scomparso il materasso di Meredith.

agi

mercoledì 15 aprile 2009

Anno Zero: La Rai salva Santoro ma licenzia Vauro

LICENZIATO VAURO

di Wildgreta


Lo ha annunciato alle 13.50 il tg1.

SANTORO viene richiamato dalla dirigenza Rai alla pluralità di informazione nei servizi esterni di Anno Zero, e raccomanda di adeguarsi già dalla prossima puntata alla direttiva. Nella stessa nota, però, la dirigenza giudica altamente offensiva la vignetta di Vauro sui morti nel terremoto in Abruzzo e , per questa ragione, non ritiene di avvalersi più della sua collaborazione. Lo licenzia o lo sospende temporaneamente? Il tg 1 ha detto:"Non intende più avvalersi..."

WILDGRETA-15 APRILE 2009

Pedofilia,Don Marco Cerullo: Condannato a 6 anni e 8 mesi presenta appello

l sacerdote condannato a 6 anni e 8 mesi per abusi sessuali contro un 12enne presenta appello
Scritto da Salvatore Pizzo martedì 14 aprile 2009

Don Marco Cerullo, il sacerdote di Villa Literno ex vice parroco della chiesa del Santissimo Salvatore di Casal di Principe, che lo scorso novembre è stato condannato in primo grado a 6 anni ed 8 mesi con l’accusa di aver abusato sessualmente di un ragazzino di 12 anni, ha deciso di impugnare la condanna. Attraverso il suo legale Carmine Ucciero ha chiesto una rideterminazione della condanna sostenendo che: “la pena inflitta è stata erroneamente determinata in relazione al titolo ed al reato, all’ottima personalità del reo ed al pregevole comportamento dallo stesso tenuto già nell’immediatezza del fatto”. Nell’impugnazione si chiede l’assoluzione oppure la concessione delle attenuanti generiche, ma si avanza anche l’ipotesi di una pena ridotta al minimo previsto.


La vicenda risale al dicembre del 2007, quando i carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato in una zona di campagna tra Villa Literno e Casal di Principe. Il 12enne era un alunno del religioso, che insegnava nella scuola media di Villa Literno. Del suo caso oltre che la giustizia ordinaria, adesso si sta occupando anche la Congregazione della dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio). Don Marco Cerullo per adesso è agli arresti domiciliari in una comunità religiosa nel frusinate, intanto i legali che curano gli interessi del ragazzino e della famiglia: Costantino Puocci, Sergio Cavaliere e Giacomo Cassandra, si sono rivolti alla giustizia civile, ritenendo insufficiente la provvisionale di 50mila euro che il Gip Chiaromonte ha disposto in favore del 12enne.

Il sacerdote fu arrestato dopo che i militari notarono un’auto ferma in una stradina isolata, si avvicinarono, e secondo le accuse, contestate dal Pm Antonio Ricci, notarono che il parroco avrebbe costretto il ragazzino a subire inequivocabili atti sessuali. Cerullo, secondo fonti legali, vistosi scoperto avrebbe tanto di scappare: mise in moto l’auto costringendo i carabinieri ad un inseguimento, lo raggiunsero quando la sua macchina rimase bloccata in un punto in cui la strada campestre è diventata impercorribile.

Il giudice Chiaromonte nella sua sentenza scrive che Cerullo una volta fermato dai carabinieri “ammetteva spontaneamente quanto accaduto, aggiungendo anche ulteriori particolari”, poi in sede di convalida dell’arresto “ridimensionava se non addirittura escludere le sue responsabilità”. Lo aveva portato con se per andare ad acquistare colori che dovevano servire ad addobbare il presepe. Si apprende anche che il ragazzino ha rivelato che Cerullo gli avrebbe chiesto di avere rapporti sessuali anche in precedenti occasioni. Il Consulente della procura nella sua perizia sostiene che gli abusi sarebbero avvenuti più di una volta, e il giudice scrive che il prete gli avrebbe mandato al 12enne: “messaggi amorosi e persino paventandogli la possibilità di morire qualora non avesse accondisceso ai suoi approcci sessuali”. Abusi che sarebbero avvenuti non solo in auto ma anche nell’abitazione di don Cerullo, in merito a questo il difensore nel tentativo di farlo scagionare, ha ricordato che in casa potevano esserci anche i suoi parenti, inoltre lo ha descritto come un promettente teologo. Dall’inchiesta è emerso che Don Marco Cerullo, aveva contatti con il 12enne non solo perché era il suo insegnante di religione in un scuola media (secondaria di primo grado) di Villa Literno, essendo dello stesso comune di residenza del ragazzino era considerato dalla famiglia dell’adolescente una figura di riferimento.

Salvatore Pizzo corriere Aversa e Giugliano 14 aprile 2009

VIBO VALENTIA: SINDACO E PARROCO PIZZONI A CORTEO PER BIDELLO ACCUSATO DI PEDOFILIA


Vibo Valentia, 14 apr. (Adnkronos) - Sono stati il sindaco di Pizzoni Vincenzo De Masi e il parroco don Renato Vilone ad aprire il corteo in favore del bidello accusato di molestie su un minore. La manifestazione ha avuto inizio poco dopo le 18.30 per le strade del piccolo paese del vibonese.

Folta la presenza di concittadini che con questo gesto hanno voluto testimoniare solidarieta' e vicinanza al giovane di 30 anni che si trova agli arresti domiciliari. Molti anche i bambini che hanno affiancato il sindaco e il parroco in testa al corteo.

Nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni ma tutti si dicono convinti dell'estraneita' del bidello alle accuse. Il giovane deve rispondere del reato di molestie su un bambino di sei anni insieme ad un altro collaboratore scolastico. A denunciare l'episodio fu la madre del bambino sei mesi fa, quando si accorse di atteggiamenti strani nel figlio.

sabato 11 aprile 2009

CURIA DI SIENA, DON ACAMPA: ASSOLTO DALL'ACCUSA DI TRUFFA MA RINVIATO A GIUDIZIO PER CALUNNIA E INCENDIO DOLOSO

CURIA DI SIENA: SOLO UN VISITATORE APOSTOLICO POTREBBE ACCERTARE RESPONSABILITÀ
Siena(11/04/2009) - La Stampa del 10 aprile, a pag. 21, fa un articolo riparatore, a distanza di tre mesi sulla Chiesa senese. E ciò che colpisce è che questo pezzo firmato da R. Cri. ribadisce cose già note e arcinote atutti i senesi e cosi facendo pensa di riabilitare il segretario economo della Arcidiocesi di Siena, tale don Giuseppe Acampa, e lo stesso Arcivescovo Antonio Buoncristiani. La Stampa scrive che don Giuseppe Acampa è stato assolto con formula piena dall'accusa di truffa aggravata. Vero. Anzi, verissimo. Ma non scrive, per esempio, che don Giuseppe Acampa è stato rinviato a giudizio per due reati gravi: incendio doloso e calunnia. Secondo il PM Marini l'economo della Curia Arvivescovile avrebbe appiccato un incendio negli uffici dell'economato per far sparire tutta la documentazione dal 2004 al 2006. Lasciti, testamenti, conti correnti, appropriazioni indebite? Non lo sappiamo e ci auguriamo che la Procura non guardi in faccia a nessuno tantomeno a don Acampa che nonostante i suoi 40 anni è già potentissimo Arciprete di Colle Val d'Elsa e d economo. Altra cosa che La stampa non scrive. Don Giuseppe Acampa è rinviato a giudizio per il reato di calunnia. Ha infatti addebitato il rogo al povero archivista della Curia senese che lavora li dentro da 35 anni gratis. Poi l'articolista scrive che l'Arcivescovo non è mai stato rinviato a giudizio. A noi fa piacere. Ma IMGPress non l'ha mai scritto perchè ha controllato le fonti contrariamente a una marea di giornali che invece l'hanno scritto.... e a cui non ha chiesto un centesimo. Poi l'articolista per difendere don Acampa dalle presunte accuse di omosessualità con altri due preti (intercettate al telefono) scrive che la sua vicenda qualcuno ha tentato di accostarla a quello di don Cantini di firenze e a vari episodi di pedofilia. Forse qualcuno si è buttato avanti per non cadere indietro? Anche qui abbiamo controllato le fonti. Il PM Marini ha detto pubblicamente che la presunta omosessualità di don Acampa non costituisce reato. verissimo. Ma il diritto canonico ammesso che questo prete giovane, di bella presenza, prestante, abbia rapporti gay potrebbe essere sospeso a divinis o ridotto allo stato laicale. Poi, la Stampa, intitola il pezzo scritto in ginocchio: "Curia di Siena: cadono le accuse. No, Arcivescovo Antonio Buoncristiani. No, don Giuseppe Acampa Arciprete di Colle Val d'Elsa. Ci sono ancora due processi penali per calunnia e per incendio doloso che la riguardano e che tutta Siena tutte le contrade, tutta Colle val d'Elsa, tutta Montalcino, attende con ansia. Aspettiamo e vedremo se il potentissimo capo della Banca dei Monte dei Paschi di Siena, l' avvocato Giuseppe Mussari, riuscirà a farla assolvere con formula piena anche stavolta. Per la cronaca, Mussari ha chiesto a La stampa centinaia di migliaia di euro per danni all'immagine e al povero Ascheri, autore di due libri sulla questione morale (la Casta di Siena e le mani sulla città che invece uscirà il 28 aprile pv). Ad Ascheri nonostante la formula piena: Curia, Arcivescovo e don Acampa (figlio di un funzionario del Monte dei Paschi) hanno chiesto 600 mila euro, duecento a testa. Quello che non torna è che la sentenza di don Acampa la conoscevamo dal 14 gennaio scorso, cioè da tre mesi e che La stampa ribadisce fuori tempo massimo. Perchè questa improvvisa riabilitazione? E perchè la Stampa ha taciuto sull'incendio doloso, sulla calunnia. Dulcis in fundo il giornalista de La Stampa non scrive della Audi A3 del valore di 27 mila euro donata ad don Giuseppe Acampa il giorno dopo l'operazione immobiliare. Non si parla della sua vasca idromassaggi, e non si parla del suo tenore di vita assai elevato per un ministro di Dio, un alter Christus, un sacerdote. Don Acampa non è certo il mio modello di sacerdote e mi stupisce che Buoncristiani amico del Cardinale Casaroli e Sodano non alzi un dito per richiamare don Acampa ad un'ortoprassi secondo il Codice di diritto canonico e lo rimuova immeditamente dall'ufficio economato. Perchè Buoncristiani dal 2004 si tiene Acampa a dirigere quell'Ufficio strategico? Ci auguriamo che il Nunzio Apostolico in Italia il Vescovo Mons. Giuseppe Bertello proceda informando il Cardinale di Stato, la Curia Romana, e il santo Padre. E che a Siena arrivi un Visitatore Apostolico dal Vaticano per controllare i conti della Curia che sono di svariati milioni e che forse (ho scritto forse) sono spariti. Almeno nel biennio 2004- 2006.

Prof. Alberto Giannino
a_gi@live.it

Suicida a 13 anni, l'accusa al padre camorrista per la morte del fratello


La morte del giovanissimo fratello, ucciso quattro anni fa per vendicare un tentativo di rapina, l'aveva segnato indelebilmente. Ieri Antonio, un nome convenzionale, si è tolto la vita a soli 13 anni: si è impiccato in casa, a Villaricca (Napoli), approfittando dell'assenza dei genitori. Come biglietto d'addio, una lettera colma di rancore verso il padre: quel genitore, ritenuto dagli investigatori legato a un potente clan camorristico, che Antonio probabilmente riteneva responsabile della condotta criminale del fratello Sebastiano e quindi della sua uccisione, compiuta in un contesto sociale di estremo degrado da un branco di aggressori, tra cui vari minorenni, che voleva così «punire» la tentata rapina di un motorino.

Al loro arrivo nella casa del suicidio, i carabinieri della compagnia di Giugliano hanno trovato acceso il computer di Antonio. Era ancora attivo il programma di Messenger, una chat tra le più note e frequentate sul web. Da qui l'ipotesi che il tredicenne avesse annunciato il suo gesto agli interlocutori virtuali, e che magari qualcuno di loro abbia inutilmente provato a dissuaderlo. Un'ipotesi che i militari accerteranno esaminando il computer, che è stato sequestrato, alla ricerca di tracce che possano gettare ulteriore luce sui motivi del gesto disperato di Antonio.

Una cosa comunque sembra certa: il ragazzino, che aveva appena 9 anni quando il fratello maggiore Sebastiano fu ammazzato, non era mai più ritornato sereno dopo quella tragica morte, avvenuta il 10 marzo 2005. Il fratello di Antonio venne ucciso a 14 anni (ne avrebbe compiuti 15 due mesi dopo l'omicidio) a Mugnano, alle porte di Napoli, con un colpo di pistola alla nuca.

L'omicidio nacque per «vendicare» una tentata rapina compiuta da Sebastiano. Quello stesso giorno, infatti, il quattordicenne aveva tentato di rapinare il motorino ad un ragazzo a Mugnano, senza riuscirci. La vittima della tentata rapina aveva chiamato un gruppo di amici che avevano inseguito Sebastiano fino a raggiungerlo in una strada isolata: lì lo avevano aggredito in dieci, picchiandolo e poi finendolo con un colpo di pistola alla nuca. Il 15 marzo la polizia arrestò cinque persone, tra le quali tre minorenni, accusate di aver partecipato all'omicidio, mentre altri due membri del branco si costituirono nei giorni immediatamente successivi. Sebastiano era già stato segnalato l'8 marzo 2004, quando era ancora tredicenne, ai carabinieri per rapina e detenzione di coltello. Un esordio precoce sulla strada della criminalità, di cui Antonio evidentemente incolpava il padre camorrista.

l'unità.it 11 aprile 2009

11 aprile 2009

GARLASCO: Gli avvocati di Stasi pronti ad un nuovo attacco




Non è finita. Fra una settimana, il 18 aprile, la difesa di Alberto Stasi andrà di nuovo all'attacco. Ed è facile che gli avvocati Angelo Giarda e Giuseppe Colli dirigano ancora le loro bordate in direzione delle gemelle Cappa. Chiara e Stefania Cappa erano entrate nell'inchiesta e più in generale nella storia del giallo di Garlasco nei primi giorni, subito dopo la morte della cugina, il 13 agosto 2007. Avevano elaborato al computer un fotomontaggio che le ritraeva insieme a Chiara, sorridente. Stefania e Paola con quell'audace composizione erano finite sulle copertine dei giornali e dei rotocalchi, poi le luci dei riflettori si erano spente, il giallo aveva imboccato la pista del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Ora Stasi è sotto processo, il Pm Rosa Muscio ha appena chiesto la condanna, durissima, a trent'anni di carcere. Trent'anni che, senza lo sconto garantito dal rito abbreviato, si trasformerebbero nell'ergastolo. E i legali di Alberto, in difficoltà, si difendono secondo lo schema più classico: vanno all'attacco. Come? Puntando il dito contro Stefania e Paola e poi contro la madre, Maria Rosa Poggi Cappa. Ci sarebbero incongruenze nel loro alibi che però, a suo tempo, gli investigatori avevano meticolosamente verificato. Invece Giarda torna a seminare dubbi e a offrire una possibile pista alternativa a quella battuta da sempre dai carabinieri e dal Ris. Per l'udienza del 18 aprile tutti si attendevano la sentenza del giudice Stefano Vitelli, ma ora l'opinione pubblica e la famiglia di Chiara dovranno attendere l'udienza del 30 aprile per saperne di più. E non è detto che in quella data si arrivi al verdetto. Il giudice potrebbe disporre nuovi accertamenti sul pc di Alberto. Così, il 18 aprile saranno ancora le difese a monopolizzare la scena. Ed è facile ipotizzare un ulteriore attacco alla famiglia Cappa. Che però annuncia: «Non staremo a guardare e ci difenderemo con azioni legali».

IL GIORNALE 11 APRILE 2009

Garlasco: Legali di Stasi sollevano dubbi sulle sorelle Cappa


Lo zio di Chiara Poggi annuncia azioni legali

La famiglia Cappa è stata al centro di un passaggio dell'arringa della difesa di Alberto, processato con rito abbreviato per l'omicidio della fidanzata. Paola e Stefania erano balzate alla cronaca per il fotomontaggio in cui venivano ritratte con la cugina

Testo molto piccolo Testo piccolo Testo normale Testo grande Testo molto grande

Le cugine Paola e Stefania Cappa Milano, 10 aprile 2009 - I difensori di Alberto Stasi, in aula, hanno parlato di incongruenze negli alibi degli zii e di una delle cugine della vittima, e cioe’ Stefania. La famiglia Cappa ieri è stata al centro di un passaggio dell’arringa della difesa de ragazzo, processato con rito abbreviato a Vigevano per l’omicidio della fidanzata. L’avvocato Ermanno Cappa, zio di Chiara Poggi ha annunciato azioni legali.

’’Evito commenti alle dichiarazioni rese ieri in udienza dai legali dell’imputato - ha detto oggi in una nota ufficiale Ermanno Cappa -. La mia famiglia, comunque, fara’ valere i propri diritti con la massima determinazione, avvalendosi di ogni strumento giuridico, in ogni sede competente, nei confronti di chiunque si sia permesso o si permetta di pronunciare maldicenze o calunnie, nonche’ nei confronti di chi strumentalizzi tali maldicenze a fini mediatici’’.

Paola e Stefania Cappa erano balzate alla cronaca per il fotomontaggio in cui venivano ritratte con la cugina e affisso all’ingresso della casa di Chiara Poggi.

Quotidiano.net 10 aprile 2009

venerdì 10 aprile 2009

Bambino annuncia morte,su internet, poi si impicca



Ha annunciato il suo suicidio su internet, affidando il suo messaggio a una community. "Così, papà, non ti darò più fastidio", è il senso di ciò che ha scritto sul web un ragazzino di tredici anni che si impiccato a Villaricca, in provincia di Napoli. Era il fratello di un quindicenne ucciso due anni fa in un agguato di camorra con un colpo di pistola alla nuca il 10 marzo 2005 a Mugnano, durante la sanguinosa faida di Scampia.

Il fratello del suicida aveva rubato il motorino ad una persona legata ad un clan della zona e da qui era scattata la spedizione punitiva nei suoi confronti da parte di una decina di giovani, uno dei quali gli sparò un colpo di pistola alla nuca, uccidendolo. L'omicidio si inserì nella faida di Scampia, visto che il padre del ragazzo era, secondo gli investigatori, legato ad un clan camorristico. Proprio la figura del padre, secondo quanto si è appreso, sarebbe al centro del rancore del tredicenne suicidatosi. I rapporti tra i due, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, erano pessimi
(10 aprile 2009)

Belgio/ Pugnalato da suo figlio, l'avvocato dei familiari delle vittime di Dutroux


Nel 2008 accusato di aver scaricato materiale pedo-pornografico

postato 5 ore fa da APCOM

Bruxelles, 10 apr. (Apcom) - L'ex avvocato dei genitori di Julie e Melissa, due delle ragazzine vittime dell'assassino pedofilo Marc Dutroux, in Belgio, è stato accoltellato dal figlio Romain, di 20 anni, ieri sera a Liegi, ed è ora ricoverato in terapia intensiva. Secondo la stampa belga l'avvocato, Victor Hissel, ieri sera aveva ripreso conoscenza, ma il suo stato veniva ancora giudicato "inquietante".

Romain Hissel, secondo i testimoni riportati dalla stampa locale, ha colpito il padre almeno cinque volte, al torace, all'addome e nella schiena. L'aggressione è cominciata nello studio dell'avvocato, ed è continuata poi anche in strada, dove Victor Hissel aveva cercato di sottrarsi alla furia del figlio. Due passanti sono intervenuti, e altri testimoni hanno bloccato il giovane, che è stato infine consegnato alla polizia. Il ragazzo è in stato di fermo in attesa delle decisioni del giudice per le indagini preliminari, che dovrebbe incriminarlo per tentato omicidio. Romain Hissel, che sarà interrogato nel pomeriggio, ha già confessato, ma sul movente si è limitato a dire, per ora, che si tratta di "una lunga storia".

Sembra che l'episodio sia da mettere in relazione con il coinvolgimento dell'avvocato Hissel, nel febbraio 2008, in un'inchiesta giudiziaria per detenzione di materiale pedo-pornografico. L'inchiesta, che aveva preso avvio nel 2006 in Australia, aveva scoperto una rete internazionale di scambio di foto e filmati pedo-pornografici con base in Italia e ramificazioni in diversi paesi, ricorda il quotidiano belga 'Le Soir'. Un processo sulla vicenda è attualmente in corso a Bruges.

Durante l'inchiesta, Hissel, che non è ancora stato incriminato, aveva negato di aver pagato per procurarsi il materiale, scaricandolo da Internet, ma aveva ammesso una "fragilità" della sua personalità, dovuta al fatto di essere stato a sua volta vittima nella sua infanzia di un parente pedofilo. "Gli eventi che ho conosciuto nella mia giovinezza mi avevano dato forza nel momento del mio impegno (nel processo Dutroux, ndr), ma sono diventati una debolezza quando quella vicenda è finita brutalmente... Ho creduto di essere più forte... La depressione successiva alla vicenda di Julie e Melissa ha aumentato questa fragilità, e avrei dovuto allora chiedere aiuto...", aveva dichiarato l'avvocato, secondo quanto riportano i giornali belgi, che oggi sospettano possibili retroscena nella sua stessa vita familiare da adulto e padre.

Scandalo Soria, il quarto uomo è Rocca

È il consulente d´azienda Rocca: faceva fatture false per il Premio

di Lorenza Pleuteri

È Mario Rocca il quarto uomo iscritto nel registro degli indagati per lo scandalo Grinzane Cavour, dopo il patron Giuliano Soria, il fratello Angelo e il factotum Carmelo Pezzino. Gli stessi pm che un mese fa avevano ottenuto l´arresto del professore, lasciato in carcere dal tribunale del riesame, lo accusano di aver firmato fatture false a vantaggio della società Com´media di Pezzino, quest´ultimo costretto a trovare pezze d´appoggio per giustificare l´uscita sistematica di soldi destinati all´amico Soria, far quadrare i conti sulla carta e abbattere il reddito da dichiarare al fisco. Sei mila euro al mese, per un totale che sfiora i 400 mila euro.

L´ultimo indagato, 70 anni compiuti, torinese per nascita e interessi, mercoledì si è presentato spontaneamente a Palazzo di giustizia scortato dall´avvocato Enrico Ugolini e per due ore ha risposto alle domande dei sostituti procuratori Valerio Longi e Gabriella Viglione. Messo di fronte alla documentazione in atti, le carte sequestrate dalla Finanza, si sarebbe sbottonato. «No comment», ieri sera fa muro il diretto interessato, dalla sua bella casa di Moncalieri. «Abbiamo detto tutto quello che c´era da dire - taglia corto l´avvocato Ugolini - e dimostrato che intendiamo dare la massima disponibilità e collaborazione».

Il nome del quarto indagato poco o nulla dice alla gente comune. Ma è un altro di quelli noti e chiacchierati negli ambienti culturali e politici, per il legame a filo doppio con Giuliano Soria e per un altro pasticciaccio, una sorta di scandalo Grinzane in piccolo, mutatis mutandis. Rocca, consulente d´azienda e socio o liquidatore di una dozzina di società, nel 1999 diventa consigliere della Scuola di alto perfezionamento musicale di Saluzzo. Il 10 aprile 2001 Giuliano Soria prende le redini dell´istituto e Rocca è promosso a braccio destro. Diventa, racconta di chi ebbe modo di vederli all´opera «il suo brasseur d´affaires».

Soria già all´epoca si fa notare in negativo. Viene estromesso dalla scuola assieme al fidato Rocca, nell´autunno 2002. Una interrogazione presentata in Regione dall´allora capogruppo Cdu Antonello Angeleri - sottoscritta anche dagli altri gruppi di maggioranza, targati centrodestra - evidenzia errori e metodi non ortodossi nella gestione dell´istituto musicale, l´assessore alla Cultura Giampiero Leo in parte conferma. L´ex patron del Grinzane ha mandato in rosso il bilancio della scuola, non ha pagato gli stipendi ai dipendenti e ha fatto massiccio ricorso a consulenti superpagati. Finì tutto lì. Un fuoco di paglia. Sei anni prima delle manette.

(La Repubblica 10 aprile 2009)


Garlasco, il pm: «Alberto si è accanito su Chiara con sevizie e crudeltà»




dal nostro inviato Claudia Guasco
VIGEVANO (10 apile) - Trent’anni. Per aver ucciso Chiara «accanendosi contro di lei con sevizie e crudeltà». L’accusa mette le carte in tavola, una volta per tutte, e a venti mesi dalla morte della fidanzata Alberto Stasi si trova di fronte alla cruda realtà della richiesta di condanna.

Non è l’ergastolo, ma è comunque il massimo: il pm Rosa Muscio ha insistito affinché il gup Stefano Vitelli non tenesse conto delle attenuanti generiche e se non si tratta di “fine pena mai” è solo per lo sconto di un terzo ottenuto con il rito abbreviato. «Trent’anni», ripete la procura di Vigevano e il biondino di Garlasco non batte ciglio. Resta impassibile, continua a prendere appunti. «Assoluzione», replica la difesa, che oltre a ritenere inconsistenti le accuse e definire le indagini a senso unico riporta alla ribalta Stefania Cappa, la cugina di Chiara. «Il suo alibi presenta delle incongruenze, andrebbe verificato meglio».

Ieri, nell’aula magna del tribunale, il pm ha parlato per tre quarti d’ora. Sufficienti tuttavia per sostenere che il quadro indiziario «può definirsi grave, preciso e concordante» e che tutti gli elementi emersi dalle indagini oltre alla ricostruzione del delitto e alle perizie scientifiche sulla scena del delitto convergono su Stasi. Che, insiste l’accusa, ha anche un movente ovvero «la sua propensione maniacale per la pornografia e la sua ossessiva sensibilità per il tema della sessualità». Il bravo ragazzo, studente brillante, tutto concentrato sulla stesura della sua tesi, è in realtà l’immagine che, secondo la Procura, Alberto ha costruito artatamente per sviare le indagini da un aspetto di sé che voleva tenere nascosto: i regali erotici alla fidanzata, le foto pedopornografiche nel suo computer e quel pretendere da Chiara qualcosa di più, che lei non voleva, «soprattutto in relazione alla volontà di effettuare riprese filmate dei loro rapporti».

L’impianto accusatorio non regge, ribattono in aula i difensori di Stasi. Già, ricordano, era crollato di fronte al fermo richiesto da Rosa Muscio il 24 settembre 2007 tanto che Stasi, dopo quattro giorni in cella, è stato scarcerato dal gip Giulia Pravon. Secondo l’avvocato Angelo Giarda il capo di imputazione è troppo generico: il movente non è credibile e circostanziato, non c’è un orario certo sulla morte di Chiara, l’arma del delitto è rimasta sconosciuta.

Per questo il collegio legale di Stasi non si accontenta di limitare i danni e punta al massimo. «Chiediamo l’assoluzione senza nessuna richiesta subordinata - spiega Giulio Colli, l’altro difensore - Stasi è innocente e contiamo di dimostrarlo con argomenti di fatto e giuridici». Come la questione che non siano svolte indagini a tutto campo, che Stasi sia sempre stato il primo e unico indagato. «L’alibi di Stefania Cappa e dei suoi genitori, ad esempio, è traballante eppure non è stato approfondito». Stefania, l’esuberante cugina che insieme alla gemella Paola appese al cancello della villetta dei Poggi una foto che ritraeva le due sorelle sorridenti con Chiara. Un fotomontaggio, si è scoperto poi.

Nei primi giorni dopo il delitto il nome di Stefania Cappa era circolato tra quelli dei possibili indagati, ma gli accertamenti della Procura la fecero uscire di scena. «L’accusa si è limitata a puntare il dito solo contro Alberto», incalza Giarda. Che per far assolvere il ragazzo produce una serie di perizie che lo scagionerebbero: le micro tracce di dna della vittima rinvenute sui pedali della bicicletta di Alberto non sono riconducibili al sangue della fidanzata morta e se anche fosse sangue va riferito a una precedente ferita sul piede della ragazza. E ancora: quando Stasi è entrato nella villetta e ha scoperto il corpo di Chiara, non ha avuto problemi a uscire con le scarpe pulite. La luce infatti era accesa e le chiazze di sangue imbrattavano solo un lato del corridoio. Si riprende il 18 aprile, ancora con la difesa, possibile sentenza il 30.

IL MESSAGGERO 10 APRILE 2009

giovedì 9 aprile 2009

Cosenza,ritrovato il bimbo smarrito:"Aiutatemi a trovare papà "





dI WILDGRETA

Era caduto in un fossato profondo, ed è stato individuato da un'unità cinofila. Un ragazzo del posto, è poi sceso nel fossato, lo ha tirato su e poi, a sua volta è stato aiutato a risalire. Incontenibile la gioia dei familiari:"Non lo perderemo più di vista nemmeno per un secondo". Ha passato una notte nel fossato e per questo è stato ricoverato in ospedale in osservazione per una giornata.Ma stasera tornerà a casa, dove lo aspetta la festa di tutto un paese.


Giovedì 09 Aprile 2009 17:05
''Aiutatemi a trovare papa'''. E' la prima frase che Michael Cipolla, il bambino che era scomparso ieri a San Marco Argentano, ha rivolto ai volontari che lo hanno trovato in fondo ad un canalone. Michael, dopo che e' stato portato nella caserma dei carabinieri di San Marco Argentano, e' stato trasferito nell'ospedale Annunziata di Cosenza, dove attualmente viene sottoposto ad accertamenti per verificarne le condizioni fisiche. Una decisione presa a titolo precauzionale, secondo quanto riferito dai carabinieri, visto che il bambino non presenta segni di violenza o particolari problemi sul piano fisico. I carabinieri hanno deciso di sentire Michael soltanto dopo che saranno completati gli accertamenti sanitari. L'ipotesi che viene fatta dagli investigatori e' che, dopo che si era allontanato da casa della nonna per cercare il padre, che era al lavoro nei campi, il bambino si sia perso finendo poi nel canalone in cui e' stato trovato dai soccorritori.
(ANSA).

Cronaca


COSENZA: BAMBINO RITROVATO, DISPOSTO RICOVERO IN OSPEDALE PER UNA NOTTE


I MEDICI VOGLIONO TENERLO SOTTO OSSERVAZIONE

ultimo aggiornamento: 09 aprile, ore 18:22
Cosenza, 9 apr. - (Adnkronos) - Rimarra' ricoverato per una notte in ospedale Michael Cipolla. Il bambino di 5 anni ritrovato dopo 23 ore dalla scomparsa a San Marco Argentano dovra' rimanere sotto osservazione all'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza. Lo hanno deciso i medici del reparto di pediatria, dove e' stato portato dopo il ritrovamento, che ritengono opportuno tenerlo nella struttura sanitaria a scopo precauzionale. Il piccolo Michael presenta graffi in diverse parti del corpo ma non ha particolari lesioni.

09-04-2009 - Ritrvato il bimbo scomparso, Corbelli: "Giornata di gioia"

"Sono stato, insieme a tantissimi altri volontari, da ieri sera e sino a tarda notte, volutamente senza darne notizia alla stampa, a contrada Ghiandaro, nella casa del piccolo Michael per dare un aiuto e partecipare alle ricerche". Lo afferma in una nota il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli. "Ho avuto modo - ha aggiunto - di collaborare con il bravo capitano dei carabinieri di San Marco, Rocco Taurasi, valutare con lui alcune ipotesi investigative, condivise dal papà del piccolo Michael, Aldo Cipolla, e dallo zio, Vittorio. Grazie a Dio oggi il bambino è stato ritrovato sano e salvo. Accerterà la magistratura cosa è successo. Oggi è solo un giorno di festa e di gioia. Il ritrovamento del bambino è una vittoria dello Stato e della solidarietà, di tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine intervenute, dei volontari e della comunità locale. Vanno ringraziati ed elogiati tutti per il grande lavoro svolto, per la prova di grande solidarietà e partecipazione emotiva. Oggi siamo tutti felici". "Chiedo al sindaco di San Marco - conclude Corbelli - di organizzare una grande festa popolare nella contrada Ghiandaro per festeggiare il ritorno a casa del bambino. Per una volta celebriamo un giorno di festa e di gioia e ringraziamo tutti coloro che hanno salvato il piccolo, splendido Michael".



DON RUGGERO CONTI CHIEDE RITO ABBREVIATO

Sacerdote è in carcere. Pm, nel processo, sentirà monsignore

Roma, 9 apr. (Apcom) - Giudizio immediato per don Ruggero Conti, il sacerdote finito in carcere il 30 giugno scorso, nell'ambito di una inchiesta su una serie di episodi di abuso, avvenuti nell'arco degli ultimi dieci anni, nel corso di diverse attività parrocchiali della chiesa 'Natività di Maria Santissima', in via di Selva Candida, alla periferia della Capitale. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura per i reati di prostituzione minorile e atti sessuali su minori, la scelta difensiva del prete è stata quella di andare direttamente in aula, davanti ai giudici, evitando l'udienza preliminare. Il processo a carico di don Ruggero è stato per il 16 giugno prossimo, davanti alla VI sezione del tribunale. Il pm Francesco Scavo ha ricostruito, nell'atto d'accusa, tutta una serie di vicende che coinvolgono 7 ragazzi. A don Ruggero è contestato il fatto di aver approfittato di una "persona a lui affidata per ragioni di educazione culturale e religiosa, di istruzione nonchè di vigilanza e custodia, con l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e/o comunque in violazione dei doveri derivanti dalla qualità da lui rivestita di ministro di culto".

Nel settembre scorso, dopo che il riesame aveva rigettato una istanza della difesa, il gip aveva concesso a don Ruggero gli arresti domiciliari. In seguito alla nuova legge varata dal governo sugli stupri il pm, che si era opposto alla attenuazione della misura cautelare, aveva ottenuto che don Ruggero tornasse in cella. Contro la nuova ordinanza di custodia cautelare e dopo che è stato confermato che le condizioni di salute di don Ruggero non sono incompatibili con il carcere, il difensore ha scelto di ricorrere in Cassazione. Secondo il capo d'imputazione don Ruggero approfittò dei minori in occasione di alcuni campi scuola, durante le feste di Pasqua, alla fine della scuola, durante la pausa del Natale. La dinamica descritta è quasi sempre la stessa. Il giovane che frequentava i locali della parrocchia veniva attirato in altre stanze e qui costretto a soggiacere ai desideri del sacerdote. In cambio alcuni potevano avere piccole somme, dai 10 ai 30 euro, o altro, come capi d'abbigliamento.

Don Ruggero fu arrestato prima di partire per Giornata mondiale della gioventù, in Australia. Proprio quella progettata trasferta fu uno dei motivi d'urgenza che indussero il giudice ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare. Dalle intercettazioni emergeva il fatto che il sacerdote chiamava i ragazzi che dovevano partire con lui. La Procura, che ha tra i testi d'accusa anche alcune persone che ebbero come insegnante di educazione sessuale, a Legnano, don Ruggero quando ancora non aveva preso i voti, sarebbe intenzionata a chiamare come testimone anche monsignor Gino Reali. Il vescovo di Santa Rufina, quale diretto superiore del sacerdote, non avrebbe dato peso ad alcune denunce che gli erano state fatte dai ragazzi avvicinati da don Ruggero. Molte volte però a non credere alle vittime del pedofilo in abito talare erano però anche gli stessi genitori dei ragazzi.



Pedofilia, don Ruggero in cella per impedire viaggio alle Gmg di Sidney

ROMA (9 aprile) - Stava per partire per Sidney in Australia per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù in programma dal 12 al 21 luglio dello scorso anno. E fu anche per impedire quel viaggio, che avrebbe fatto con alcuni ragazzi della parrocchia, che don Rugggero Conti, l'ex parroco 56enne di Selva Candida a Roma, fu arrestato dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta del pm Francesco Scavo.

Il sacerdote, accusato di atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile aggravata, resterà in carcere, dove è tornato nelle scorse settimane per effetto delle nuove norme in materia di stupri, fino al 16
giugno prossimo quando comincerà il processo a suo carico.

La difesa di don Ruggero, rappresentata dall'avvocato Patrizio Spinelli, ha infatti chiesto il rito immediato. Secondo quanto si è appreso il pm nella lista testi citerà anche monsignor Gino Reali, vescovo della diocesi di Santa Rufina, al quale si sarebbero rivolti negli anni scorsi in giovani, ora adulti, che avrebbero subito le violenze sessuali dall'ex parroco.

Secondo l'accusa don Ruggero, già parroco della parrocchia romana della Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida, avrebbe abusato tra il 1998 e il 2008 di sette ragazzi affidati alle sue cure in oratorio e nei campi estivi. L'accusa di prostituzione minorile fa riferimento a due episodi: si tratta di due ragazzi che sarebbero stati indotti «a compiere e/o subire atti sessuali - è scritto nel capo d'imputazione - in cambio di denaro o altra utilità (in genere capi di abbigliamento)».

Nel corso delle indagini sarebbero emersi altri casi di abusi compiuti in Lombardia e risalenti a 25 anni fa, a Legnano, dove Don Ruggero, non ancora ordinato prete, insegnava educazione sessuale in una scuola. Tra questi casi quello di una violenza consumata su un giovane, oggi quarantenne. Per le violenze la procura non potrà procedere, perché prescritte, ma le presunte vittime potrebbero essere chiamate a testimoniare in caso di processo.
IL MESSAGGERO 9 APRILE 2009

Fermata la segretaria della Lega: 8 chili di cocaina in valigia


E' impiegata alla Camera dei Deputati per la Lega Nord. L'uomo invece non avrebbe nessun legame con i partiti politici.

09 aprile 2009 - Erano di ritorno dal Brasile ma al posto dei souvenir sono rinetrati con 8 chili di cocaina nascosti in vaschette di carne per il "churrasco". Una coppia di italiani è stata fermata e poi arrestata all'aeroporto di Lugano in Svizzera per traffico internazionale di stupefacenti. Ma di stupefacente c'è anche che la donna fermata non è un'illustre sconosciuta. Anzi. Si tratta infatti, della segretaria del gruppo parlamentare della Lega Nord a Roma. La cocaina, come ha affermato il commissario capo dell’antidroga Armando Scano a LaRegioneTicino, sul mercato si sarebbe trasformata in 200mila dosi.

Fermati per un controllo - Durante la perquisizione delle valigie alle Guardie di Confine non sono sfuggite quelle vaschette avvolte in carta stagnola nascoste in mezzo ai vestiti che si trovavano nelle valigie. Le indagini sono affidate al Procuratore pubblico di Lugano Nicola Raspini. La coppia aveva raggiunto lo scalo svizzero con un volo proveniente da Zurigo. Non si esclude che abbiano scelto lo scalo ticinese sperando che i controlli fossero meno ferrei che non a Malpensa. Da capire se lo stupefacente fosse destinato al mercato italiano o a quello ticinese.

tiscali notizie 9 aprile 2009

GARLASCO: IN CORSO REQUISITORIA PM


(AGI) - Vigevano, 9 apr. - E' in corso da oltre un'ora la requisitoria dei pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci, al processo con rito abbreviato che vede imputato Alberto Stasi per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007 a Garlasco (Pavia). Al termine del loro intervento, i rappresentati dell'accusa formuleranno la richiesta di pena che potrebbe anche essere quella dell'ergastolo. Poi prenderanno la parola il legale di parte civile Gianluigi Tizzoni e gli avvocati della difesa, guidati dal professore Angelo Giarda.

mercoledì 8 aprile 2009

Garlasco, domani giorno cruciale. Ci sarà la richiesta di condanna


Garlasco, domani giorno cruciale Ci sarà la richiesta di condanna Alberto Stasi

Domani i Pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci saranno i primi a prendere la parola. Sarà il giorno della richiesta di condanna per Alberto Stasi, accusato di aver ucciso Chiara Poggi nella sua casa di Garlasco.

Sicuramente verrà ribadito che gli elementi raccolti sulla scena del crimine e le stesse modalità con cui è stato commesso l'assassinio "convincono" che il responsabile non può altro che essere Alberto, cioè una persona che aveva uno stretto rapporto con Chiara. Del resto anche "l'esplosione di violenza e l'accanimento" con cui è stata uccisa la ragazza si spiega in "virtù di un coinvolgimento personale e diretto e non certo occasionale che doveva legare vittima e colpevole". Accanto a ciò la pubblica accusa, prima di formulare al gup la sua richiesta di condanna - ci si attende quella dell' ergastolo -, senza la concessione di alcuna attenuante, ripercorrerà la sua ricostruzione toccando aspetti come la "propensione maniacale" di Alberto per la pornografia, le "false dichiarazioni" riferite agli inquirenti e la scoperta delle immagini pedopornografiche ritrovate nel suo computer. Inoltre affronterà il capitolo del presunto movente e quello dell'alibi di Stasi che, a suo dire, non c'è. E ancora, tra le altre cose, le impronte digitali di lui e le tracce di Dna di lei sul dispencer nel bagno dove l'omicida è andato a lavarsi le mani, le macchioline di sangue di lei trovate sui pedali della bici di lui e l'impossibilità di non essersi sporcato le scarpe quando ha ritrovato il cadavere di lei. Argomentazioni che saranno sostenute a grandi linee anche dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che prenderà la parola dopo i pm: di sicuro anche lui chiederà al gup Vitelli di non riconoscere le attenuanti generiche a Stasi visto il suo comportamento e le sue dichiarazioni "contraddittorie e omissive".

L'UNIONE SARDA 8 APRILE2009

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto Abruzzo: 160 morti 1500 Feriti. 50.000 Sfollati. Soccorritori e Volontari possono tel allo 06/68201


TERREMOTO


L'AQUILA, 6 aprile 2009 - Una forte scossa di terremoto, 5,8 gradi della scala Richter, ha scosso alle 3.32 di questa notte tutto il centro Italia. L’epicentro in Abruzzo, non distante dall’Aquila. Il bilancio al momento è di oltre 92 morti, 1500 feriti e 50.000 sfollati. Centinaia di edifici sono crollati (parzialmente o del tutto), mentre gli sfollati potrebbero essere quasi 50 mila. La situazione dei soccorsi è resa più difficile dalle continue scosse di assestamento, che rischiano di far crollare gli edifici già danneggiati.


SITUAZIONE
- I comuni interessati in modo serio dal sisma sono almeno 26. I danni più gravi all’Aquila: sono crollate case vecchie ma ancora abitate, implosi quattro palazzi non antichi che fanno temere che il bilancio delle vittime sia destiano ad aumentare ancora. Nel centro storico del capoluogo ci sono stati numerosi crolli, con moltissimi edifici lesionati. Inagibile al 90% anche l’ospedale. Quasi rasa al suolo la frazione di Onna, dove su 350 abitanti ci sono 8 vittime e 20-30 dispersi, molte vittime anche nella frazione di Paganica. Abitazioni più antiche crollate e edifici più nuovi danneggiati nei comuni di Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio ne’ Vestini e nei centri dell’Altopiano delle Rocche.

MOBILITAZIONE
- Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha già firmato lo stato di emergenza nazionale, mobilitando anche l’esercito e recandosi immediatamente nelle zone colpite per accertarsi della situazione. “E’ una tragedia senza precedenti - ha detto il capo del Governo -. Non bisogna partire per recarsi nelle zone colpite dal terremoto. Innanzitutto, le strade devono essere libere per non ostacolare i mezzi di soccorso. In secondo luogo si sta ancora accertando lo stato di sicurezza delle stesse strade e di alcuni ponti”. La gestione dell’emergenza è stata affidata a Guido Bertolaso, che ha parlato di “situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millennio”. Diffuso anche il numero di telefono per soccorritori e volontari: 06/68201. Intanto mezzi di soccorso sono partiti da tutta Italia verso le zone colpite.


TERREMOTO


ACCUSE
- “Il terremoto di stanotte non è stato tremendissimo” spiega Tozzi, geologo del Cnr. Poi lancia un’accusa pesante: “Il problema è il patrimonio costruttivo non adeguato. Basterebbe costruire bene e fare ampio uso di quello che ci insegna la tecnica costruttiva”. Al centro delle polemiche anche Giampaolo Giuliani, tecnico e ricercatore del laboratorio nazionale di fisica del Gran Sasso che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allerta sismico, ma era stato addirittura denunciato per procurato allarme ricevendo anche un avviso di garanzia. “È stato proditoriamente architettato perchè io potessi essere messo a tacere, addirittura con un avviso di garanzia - attacca -. E ho le prove che è falso. Sono stati Boschi (il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ndr) e Bertolaso, dai quali vorrò le scuse per tutti i morti che ci sono stati oggi a l’Aquila, perchè hanno dichiarato il falso domenica scorsa e ho i testimoni. Le loro dichiarazioni sono false. La mia previsione purtroppo era giusta. Abbiamo previsto tantissime scosse anche per la giornata di domani, scosse di assestamento che vanno tra il terzo e il quarto grado della scala Richter”.


SPORT
- In segno di lutto Figc e Lega Dilettanti hanno deciso di sospendere le gare del Torneo delle Regioni in corso proprio in Abruzzo, a Pescara. Il programma odierno avrebbe dovuto cominciare alle 10.30. Rinviate anche le Final Four di Coppa Italia di serie A2 femminile di basket, che si sarebbero dovuto disputare mercoledì e giovedì a Chieti. Dopo il terremoto la Lega Basket Femminile ha deciso di spostare le sfide a sabato 30 e domenica 31 maggio.


SI SCAVA ANCORA - Nella frazione di Tempera, a 7 chilometri dall’Aquila, sei cadaveri sono stati estratte dalle macerie di un edificio crollato. Ma i soccorritori stanno ancora scavando perché nella zona ci sono altri copri. La gente del posto è al lavoro da subito dopo la scossa: sono conque le persone estratte ancora vive dalle macerie.


TERREMOTO


INTRAPPOLATI
- A L’Aquila i soccorritori stanno lavorando per liberare sette studenti, sepolti dalle macerie della Casa dello Studente in via XX settembre. Nel crollo dell’edificio è morto un giovane, mentre un altro è stato estratto vivo. Sempre nel capoluogo una donna di 50 anni è stata salvata dal crollo della sua abitazione.


CITTA’ FANTASMA - L’Aquila è una città fantasma: tantissime persone stanno lasciando a piedi il capoluogo abruzzese, mentre i mezzi della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco affollano le strade. I palazzi sono quasi tutti stati danneggiati dal sisima, e la gente che cammina sui marciapiedi deve stare attenta ad evitare le macerie.


ALTRI DANNI
- Danni anche nel centro storico di Castel di Sangro (Aq), dove però non si registrano feriti. Mentre i tecnici stanno verificando l’agibilità degli edifici colpiti, gli sfollati passeranno anche la prossima notte in albergo. Problemi anche nel Lazio, soprattutto nelle province di Rieti e Frosinone nelle zone al confine con l’Abruzzo. Edifici danneggiati nei comuni di Borgorose, Corvaro, Santo Stefano e Sora.


BIMBA SALVA, MADRE MUORE - A San Gregorio, frazione dell’Aquila, una madre ha sacrificato la propria vita per salvare quella della figlioletta di due anni. Durante il crollo dell’abitazione la donna ha fatto scudo col proprio corpo alla bambina, estratta viva dalle macerie dai Vigili del Fuoco. La piccola è stata poi trasportata in elicottero in ospedale.


DRAMMA FAMILIARE
- Drammatica la storia di Guido Liris, medico specializzando in Igiene e medicina nell’ospedale nell’Aquila. Ha salvato la vita a sua cugina, tirandola fuori da una montagna di detriti che una volta era la sua casa. Poi ha estratto dalle macerie il corpo senza vita dello zio. E nonostante tutto si è precipitato in ospedale per aiutare ed assistere i feriti. Liris vive a Pianola, piccola frazione che sovrasta il capoluogo: “Quando sono riuscito a lasciare la mia casa - racconta - ho visto tutto attorno interi edifici venuti giù. Ma soprattutto, guardando verso L’Aquila dall’alto, ho visto una coltre di nube che si levava dal basso, come se la cittá fosse sprofondata. Ho capito subito che era successa una tragedia immensa, e a quel punto il mio telefono ha iniziato a squillare. Hanno iniziato a chiedermi soccorso, perchè tra gli anziani c’erano state parecchie fratture, di femore soprattutto”.

Terremoto all'Aquila: magnitudo 6 Richter: 17 le vittime.

Scosse a ripetizione, molti edifici crollati, gente sotto le macerie. Chiusa l'autostrada Roma-L'Aquila

Case crollate, palazzi lesionati, cittadini in strada, soccorritori che scavano anche con le mani. Si presenta così L'Aquila dopo la scossa di terremoto che verso le 3,30 di questa notte ha colpito la città e la sua provincia. Sono già 16 le vittime secondo un primo provvisorio bilancio dei carabinieri. Sette i morti accertati a Castelnuovo, due a Villa Sant'Angenlo, uno a Poggio Picenze, uno a Tormintarte, due a Fossa tra cui una bimba di tre anni. A questi si aggiungono i quattro bambini morti nell'ospedale dell'Aquila e un ragazzo nella Casa dello studente.

Gli 80mila abitanti del capoluogo sono tutti profughi. La città è stata seriamente danneggiata dal terremoto di questa notte che ha distrutto il centro storico. Campanili di chiese crollati, edifici sventrati, palazzi pubblici seriamente danneggiati. La gente si trova ammassata nelle piazze: Piazza Duomo, Piazza Palazzo, Piazza Castello. In via XX Settembre un'abitazione è crollata sbriciolandosi: militari e civili stanno scavando con le mani e con alcuni picconi per vedere se vi sia qualcuno sotto le macerie. Il suono delle sirene delle ambulanze è continuo. L'Hotel Duca degli Abruzzi è completamente crollato. La struttura in cemento armato è praticamente collassata e l'edificio si è accartocciato su se stesso. Sul posto sono giunti le squadre dei soccorsi, dei vigili del fuoco e della protezione civile. Si scava nella speranza di trovare persone in vita.

Risulta crollata parte della casa dello studente e non è escluso che sotto le macerie possano esserci delle persone.-È crollata completamente la cupola della chiesa delle Anime Sante nel centro storico della città. Anche la Cattedrale ha subito danni strutturali. Per verifiche e controlli sui viadotti è stato chiuso il tratto autostradale della Roma-L'Aquila (A24) tra Valle del Salto e Assergi in entrambe le direzioni.Sono quindicimila le utenze disalimentate nella provincia dell'Aquila.

«È la peggiore tragedia di questo millenio», ha detto il Commissario Capo della Protezione Civile Guido Berolaso. Sono cominciati ad affluire a L'Aquila i primi mezzi di soccorso della Protezione civile. Da Roma sono partiti due squadre di soccorso e 4 mezzi dei vigili del fuoco.

Il terremoto, che si è sentito in tutto il centro Italia, è stato di magnitudo 5.8 pari all'ottavo-nono grado della scala Mercalli, e l'epicentro è stato registrato a cinque chilometri di profondità. Sono molti gli edifici del centro storico dell'Aquila crollati. Si teme che essendo la scossa più forte avvenuta in piena notte, con la popolazione nelle case, le vittime possano essere numerose.
L'Unità 06 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo, Bertolaso:"E' la peggiore tragedia del millenio"


Terremoto in Abruzzo, stato di emergenza nazionale. Almeno 16 i morti accertati
Rasi al suolo interi edifici

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, "si appresta a firmare il decreto per dichiarare lo stato d'emergenza nazionale con il quale sarò nominato commissario straordinario del governo per gestire questasituazione". Lo ha annunciato in diretta su Rainews24 il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che ha sottolineato di avere parlato con palazzo Chigi e Quirinale.

Centinaia gli edifici lesionati o crollati in toto o in parte, migliaia di sfollati, decine di vittime. Questo un primo bilancio secondo la Protezione civile, destinato purtroppo ad aumentare, delle scosse di terremoto che hanno colpito stamattina l'Abruzzo, e in particolar modo l'Aquila e l'hinterland.

La prima e più grave scossa, di magnitudo 5.8 della scala Richter, ha avuto un effetto pari all'ottavo-nono grado della scala Mercalli sugli edifici, provocando diversi crolli e lesioni gravi agli edifici.

Il nuovo bilancio dei carabinieri parla di 14 morti accertati, tra cui 5 bambini a cui si sono aggiunte due vittime. Cinque a Castelnuovo, uno a Poggio Picenze, uno a Tormintarte, due a Fossa, uno a Totani e quattro a l'Aquila. Sono inoltre oltre 30 le persone che risultano disperse.

Rai News 24 6 aprile 2009


Il Capo della Protezione Civile: «Pronti a dichiarare lo stato di
emergenza. Andrò a L'Aquila»
ROMA
I terremoti che hanno colpito questa notte l’Abruzzo, con epicentro a L’Aquila, rappresentano «senz’altro la peggiore tragedia dall’inizio di questo millennio». Lo ha detto Guido Bertolaso, capo della protezione civile, a Rai News 24. Bertolaso, che sta per partire in elicottero alla volte di L’Aquila, ha spiegato che attualmente è «in corso il censimento» della situazione e che l’intero sistema della Protezione civile è stato mobilitato.

«Siamo ai primi numeri - ha detto Bertolaso - abbiamo delle segnalazioni molto serie sul centro storico dell’Aquila e il numero delle zone colpite, soprattutto i piccoli centri, sta crescendo. Molte zone risultano interessate da questa drammatica vicenda» Al momento sono state mobilitate colonne mobili dei Vigili del fuoco di tutta Italia e le protezioni civili di tutta Italia stanno convergendo a L’Aquila. «Chiediamo la collaborazione degli italiani - ha aggiunto - per stare vicini a questa tragedia ed evitare di intasare le strade».

La Stampa 6 aprile 2009

sabato 4 aprile 2009

Meredith, uccisa da più persone e violentata


Perugia, consulente pm: fu violentata

L'omicidio di Meredith Kercher è stata un'azione "a più mani". Lo afferma il medico legale Vincenza Liviero, consulente del pm che ha deposto nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox. L'esperta ha anche sostenuto che in base ai rilievi seguiti la studentessa inglese subì anche una violenza sessuale. Le conclusioni dei consulenti del pm sono state però contestate dalle difese.

In particolare viene contestata la presenza di una o più persone sulla scena del delitto. e la ricostruzione viene definita senza prove scientifiche. A deporre oggi sono stati due consulenti dell'accusa, il ginecologo Mauro Marchionni e il medico legale Vincenza Liviero. Quest'ultima, intrattenendosi brevemente con i giornalisti, ha parlato di ''azione a più mani e di violenza sessuale''.

Secondo l'avvocato Francesco Maresca, che rappresenta come parte civile i Kercher, gli esperti hanno riferito di una ''pluralità di lesioni e di causalità diverse''. A suo avviso una ''valutazione logica'' porta cosi' a ipotizzare l'azione di più persone e un approccio sessuale non consenziente con Mez. ''I consulenti - ha affermato l'avvocato Luciano Ghirga, difensore della Knox - continuano a portare acqua al mulino dell'accusa ma con argomenti privi di scientificità". Ghirga ha sostenuto che non ci sono riscontri della presenza di più persone, ma anche l'arma a suo avviso non e' quella individuata dall'accusa (un coltello con tracce genetiche di Meredith e Amanda).

''Continuiamo a ritenere che l'azione lesiva sia stata prodotta da un unico soggetto ben conosciuto e riscontrata in una sentenza del gup di Perugia'' ha sottolineato l'avvocato Luca Maori facendo riferimento a Guede senza mai nominarlo. Il processo è stato rinviato al 18 aprile prossimo quando è in programma tra l'altro il sopralluogo della Corte d'Assise presso la casa del delitto.

tgcom 4 aprile 2009

Grinzane, l´addio ai dipendenti Via e senza l´ultimo stipendio


Enrico Stasi, il liquidatore nominato dal tribunale di Torino, ha licenziato i tredici dipendenti del Premio Grinzane. «Un atto dovuto - spiega». Loro: «Pazzesco, con tutti i soldi che giravano»
di Federica Cravero
Licenziati e senza l´ultimo stipendio. Quello che più temevano i lavoratori del premio Grinzane Cavour si è avverato. Lunedì il liquidatore dell´associazione, il commercialista Enrico Stasi, ha convocato negli uffici di via Montebello le 13 persone che da anni lavoravano lì - 5 assunti a tempo indeterminato, 8 contratti a progetto - e ha annunciato che il loro incarico era sospeso con effetto immediato. E ha aggiunto che nelle casse del Grinzane non c´erano i soldi né per pagare i loro stipendi di marzo, né per i Tfr, che per qualcuno, che negli uffici di via Montebello lavora da 18 anni, sono consistenti.

Sembra pazzesco, adesso. «Con tutti i soldi che giravano... - si sfoga Antonella Cavallo, la veterana del gruppo - Solo adesso noi abbiamo visto i bilanci veri. Altro che 5 milioni di euro, io ho sempre creduto che ce ne fossero nel budget meno di 2. Per questo in ogni progetto io cercavo sempre il risparmio, su tutto. Mi si diceva che potevo spendere 100 e io stavo nella spesa, ma adesso scopro che c´erano ben più soldi e chissà dove sono finiti».

Loro, invece, i lavoratori, con il Grinzane non si sono mai arricchiti. «Guadagnavamo in media mille euro al mese, chi poco più, chi poco meno - raccontano - Se stavamo qui era perché il lavoro era appagante. Adesso siamo disperati: chi ha il mutuo, chi l´affitto... Ma anche psicologicamente è uno choc vedere in un attimo azzerata la propria carriera». E non solo: «Ci rattrista che siano passati sopra le nostre professionalità. Potevano cambiare il vertice e mantenere la struttura, anche snellirla, tagliando dei progetti, ma non buttarla via», dicono.

Ai 5 assunti è stata recapitata la lettera di licenziamento, ma nello stesso tempo tre lavoratrici - la Cavallo e due impiegate dell´amministrazione - sono state assunte dal nuovo ente che si è costituito, l´Associazione premio Grinzane Cavour in liquidazione. Da una parte rispondono alle telefonate dei creditori e dei partner del Grinzane - «Ci fa piacere perché riceviamo solo attestati di stima e solidarietà» - dall´altra lavorano per il liquidatore, che deve chiudere tutto ciò che il Grinzane in 28 anni aveva aperto, dalle convenzioni con gli enti, ai contratti con i fornitori, agli affitti «di appartamenti di cui ignoravamo l´esistenza».

Per un´altra dipendente che era in gravidanza, invece, è stata avviata la pratica per la maternità anticipata. Tutti gli altri a casa. Gli ultimi stipendi e la liquidazione finiti nel calderone del passivo del Grinzane, «Chissà se e quando li vedremo, adesso siamo diventati anche noi creditori». Ammortizzatori sociali ridotti al minimo, «dicono che prenderemo duecento euro al mese di disoccupazione». In cerca di una nuova occupazione, «La Regione ci ha fatto promesse. Non vogliamo pensare che non le mantenga. Anche perché non è facile, soprattutto in questo momento, trovare un lavoro».
(la repubblica 03 aprile 2009)

SORIA RESTA IN CARCERE PER MALVERSAZIONE, NON PER ABUSI SESSUALI




Torino - Resta in carcere Giuliano Soria, l’ex patron del premio letterario Grinzane Cavour. Il tribunale del riesame di Torino ha confermato la misura cautelare e ha respinto la richiesta di scarcerazione (o, in subordine, della concessione degli arresti domiciliari) avanzata dal suo legale Roberto Piacentino, in relazione però al solo reato di malversazione nei confronti dello Stato, contestato perché, secondo l’accusa, il professore avrebbe usato soldi provenienti da finanziamenti pubblici destinati alla sua associazione per scopi privati.

Le altre accuse Revocata l’ordinanza, invece, per quanto riguarda il reato di violenza sessuale e maltrattamenti ai danni di un domestico extracomunitario, che con la sua denuncia aveva fatto partire l’indagine. In relazione a questo filone d’inchiesta, Soria ha respinto ogni accusa. Il professore è detenuto nel carcere "Lo Russo e Cutugno" di Torino.
IL GIORNALE 4 APRILE 209

Garlasco, Accesso ai siti porno: in quelle ore Chiara era al lavoro. Il mistero della lettera anonima

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