venerdì 10 aprile 2009

Garlasco, il pm: «Alberto si è accanito su Chiara con sevizie e crudeltà»




dal nostro inviato Claudia Guasco
VIGEVANO (10 apile) - Trent’anni. Per aver ucciso Chiara «accanendosi contro di lei con sevizie e crudeltà». L’accusa mette le carte in tavola, una volta per tutte, e a venti mesi dalla morte della fidanzata Alberto Stasi si trova di fronte alla cruda realtà della richiesta di condanna.

Non è l’ergastolo, ma è comunque il massimo: il pm Rosa Muscio ha insistito affinché il gup Stefano Vitelli non tenesse conto delle attenuanti generiche e se non si tratta di “fine pena mai” è solo per lo sconto di un terzo ottenuto con il rito abbreviato. «Trent’anni», ripete la procura di Vigevano e il biondino di Garlasco non batte ciglio. Resta impassibile, continua a prendere appunti. «Assoluzione», replica la difesa, che oltre a ritenere inconsistenti le accuse e definire le indagini a senso unico riporta alla ribalta Stefania Cappa, la cugina di Chiara. «Il suo alibi presenta delle incongruenze, andrebbe verificato meglio».

Ieri, nell’aula magna del tribunale, il pm ha parlato per tre quarti d’ora. Sufficienti tuttavia per sostenere che il quadro indiziario «può definirsi grave, preciso e concordante» e che tutti gli elementi emersi dalle indagini oltre alla ricostruzione del delitto e alle perizie scientifiche sulla scena del delitto convergono su Stasi. Che, insiste l’accusa, ha anche un movente ovvero «la sua propensione maniacale per la pornografia e la sua ossessiva sensibilità per il tema della sessualità». Il bravo ragazzo, studente brillante, tutto concentrato sulla stesura della sua tesi, è in realtà l’immagine che, secondo la Procura, Alberto ha costruito artatamente per sviare le indagini da un aspetto di sé che voleva tenere nascosto: i regali erotici alla fidanzata, le foto pedopornografiche nel suo computer e quel pretendere da Chiara qualcosa di più, che lei non voleva, «soprattutto in relazione alla volontà di effettuare riprese filmate dei loro rapporti».

L’impianto accusatorio non regge, ribattono in aula i difensori di Stasi. Già, ricordano, era crollato di fronte al fermo richiesto da Rosa Muscio il 24 settembre 2007 tanto che Stasi, dopo quattro giorni in cella, è stato scarcerato dal gip Giulia Pravon. Secondo l’avvocato Angelo Giarda il capo di imputazione è troppo generico: il movente non è credibile e circostanziato, non c’è un orario certo sulla morte di Chiara, l’arma del delitto è rimasta sconosciuta.

Per questo il collegio legale di Stasi non si accontenta di limitare i danni e punta al massimo. «Chiediamo l’assoluzione senza nessuna richiesta subordinata - spiega Giulio Colli, l’altro difensore - Stasi è innocente e contiamo di dimostrarlo con argomenti di fatto e giuridici». Come la questione che non siano svolte indagini a tutto campo, che Stasi sia sempre stato il primo e unico indagato. «L’alibi di Stefania Cappa e dei suoi genitori, ad esempio, è traballante eppure non è stato approfondito». Stefania, l’esuberante cugina che insieme alla gemella Paola appese al cancello della villetta dei Poggi una foto che ritraeva le due sorelle sorridenti con Chiara. Un fotomontaggio, si è scoperto poi.

Nei primi giorni dopo il delitto il nome di Stefania Cappa era circolato tra quelli dei possibili indagati, ma gli accertamenti della Procura la fecero uscire di scena. «L’accusa si è limitata a puntare il dito solo contro Alberto», incalza Giarda. Che per far assolvere il ragazzo produce una serie di perizie che lo scagionerebbero: le micro tracce di dna della vittima rinvenute sui pedali della bicicletta di Alberto non sono riconducibili al sangue della fidanzata morta e se anche fosse sangue va riferito a una precedente ferita sul piede della ragazza. E ancora: quando Stasi è entrato nella villetta e ha scoperto il corpo di Chiara, non ha avuto problemi a uscire con le scarpe pulite. La luce infatti era accesa e le chiazze di sangue imbrattavano solo un lato del corridoio. Si riprende il 18 aprile, ancora con la difesa, possibile sentenza il 30.

IL MESSAGGERO 10 APRILE 2009

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