lunedì 20 ottobre 2008

Rifiuti:L’emergenza approda alla Biennale di Venezia



Oggi alle ore 12:00 un gruppo di 100 studenti della facoltà di architettura di napoli ha messo in atto una performance di fronte al padiglione Italia, ai giardini di castello, presso la biennale di architetura di Venezia, disponendo vicino l’ingresso del padiglione decine di bustoni di immondizia che riportavano su di un cartello affisso, le informazioni sulle scorie tossiche esportate dalle aziende del nord italia presso la discarica napoletana di pianura. Mentre venivano distribuiti dei volantini è stato letto un comunicato della rete campana salute e ambiente che denunciava la disinformazione dei media sull’emergenza ambientale napoletana e le responsabilità politiche, locali e nazionali, che determinano il cicilico riprodursi della crisi, malgrado le miracolistiche afffermazioni di Berlusconi e Bertolaso.
segue il testo del volantino distribuito:


Immaginate un futuro distopico.
Uno strano mondo in cui si decide di premiare con finanziamenti statali chi brucia i rifiuti invece di riciclarli. Chi produce diossina, polveri ultrasottili e ceneri tossiche.
E immaginate anche una terra benvoluta dal sole e dal mare, ma molto meno dal governo degli uomini. E una potente azienda privata che decide di guadagnare più soldi possibili dall’incenerimento. E così, con l’aiuto di governatori di destra e di sinistra e la pressione delle banche vince l’appalto per gestire tutti i rifiuti. Ma vince con l’imbroglio, facendo l’offerta peggiore per la salute dei cittadini, cambiando in corso d’opera le regole del gioco, cancellando perfino delle righe dal contratto. Il governatore di “sinistra” dirà di non averlo letto quel contratto. In fondo quelle due pagine valevano solo un miliardo di euro e il benessere di tutti i cittadini.
Ma la grande azienda non si accontenta, vuole bruciare tutto il possibile e, in attesa di avere i forni, mette nel combustibile tutto quello che raccoglie, perfino quello che non dovrebbe andarci, perfino le cose umide e marce. Arriva a sabotare i suoi stessi impianti per riuscirci! Perché la pagano a tonnellate. E con queste balle di combustibile comincia a edificare una città, un enorme città della monnezza. E’ una città invivibile per gli esseri umani, ma non per le banche, che cominciano a quotarla. Già ora vale più di un miliardo di euro.
Naturalmente la grande azienda sa di non poter mangiare da sola. In quella terra ci sono predoni rapaci, abituati a farsi pagare per interrare ovunque rifiuti tossici. Bisogna tenerli a bada. Una mano la danno ancora i governanti: l’impresa può scegliere a suo piacimento dove mettere le discariche, disinteressandosi delle conseguenze sulla natura e sui cittadini.
Si possono così fittare i terreni dei predoni e comprare le loro discariche.
Si permette loro di sversare rifiuti speciali nelle discariche autorizzate per quelli ordinari e perfino di metterli nelle balle di combustibile, così pesano di più.
La grande impresa privata, in nome del denaro, sta mettendo le basi per un’opera grandiosa: il più grande disastro ambientale dell´Europa occidentale, i più alti tassi tumorali, il 45% di tutto il suolo inquinato dell’intera nazione è qui.
Mancano ancora dei tasselli, bisogna accontentare i camerieri dei potenti, quelli che preparano le pietanze e quelli che ne certificano la bontà: burocrati e docenti universitari. Ma con questi si fa prima, basta gratificarli di consulenze ben pagate, centinaia di migliaia di euro.
E poi c´è L´Emergenza, il grande film che va in replica da quindici anni, appassionando e spaventando milioni di spettatori. La scenografia é povera e trash, con milioni di sacchetti di immondizia, ma il successo è mondiale e l’effetto garantito. Così lo spettacolo viene continuamente ri-finanziato.
Ansia, Scandalo e Miracolo sono i tre atti principali. Con virtuosa simmetria emozionale, ogni atto prepara ciclicamente i successivi.
Eppure la gente comincia a ribellarsi. Non le va proprio di ammalarsi o di veder disintegrata la sua terra. Qualcuno è anche stufo di vedere sempre lo stesso film. Ha imparato che ci sono metodi alternativi all’autodistruzione, come la raccolta differenziata, il riciclaggio dei materiali, il trattamento “a freddo”. E questi metodi sono stati boicottati per denaro. Tanti sentono puzza di tradimento, o forse è solo la puzza dei rifiuti. Ecco che si rivoltano. Si rivoltano e non gli importa niente se gli amici dei potenti ribaltano su di loro la responsabilità di tutto: eco-fondamentalisti li chiamano. Forse lo sono. Ma eco-fondamentalisti della propria sopravvivenza e della propria dignità. Addirittura, della democrazia. E non si riesce a tenerli a bada…
Finchè arriva un predone più grande e potente. Sfrutta il momento più emozionante, “l’atto del miracolo”, quello in cui i sacchetti improvvisamente scompaiono, per riscrivere ancora le regole. Quello che altrove è bianco qui sarà nero, quello che altrove è pericoloso qui non lo è più. E’ un apoteosi: più discariche, più forni, più soldi e niente regole inutili. Basta con tutti questi regolamenti sulla salute, sull’ambiente, perfino sulla sicurezza del lavoro.
Stavolta sarà un suo emissario a decidere tutto, a stabilire come, quando e dove. Niente paura: è uno che ha già dimostrato di saper trattare gli amici. Oppure volete che ritornino i sacchetti, che bussino alla porta di casa, che si infilino dalla finestra del bagno?! Per chi non è ancora convinto ci sarà l´esercito, che gioca da mesi una bizzarra guerra ai rifiuti, ma, si sà, è più bravo a farla agli esseri umani.
Tuttavia gli eco-fondamentalisti resistono. Sono insegnanti, agricoltori, studenti, precari e perfino sbandati. In comune hanno ben chiari i nomi di questa favola distopica: Impregilo, Rastrelli, Bassolino, Ecomafie, Confindustria, Bertolaso, Berlusconi… E i luoghi: Acerra, Giugliano, Savignano, Andretta, Terzigno, Gianturco, Serre, Pianura, Ponticelli… Chiaiano è tra questi. Un luogo densamente popolato nell´area metropolitana di Napoli. Incuneato tra l’area ospedaliera e un parco naturale. Il grande predone vuole costruirci un´enorme discarica su cui campeggerà il cartello “buona per tutto”. Solo che migliaia di eco-fondamentalisti continuano a mobilitarsi per salvare la Campania dagli speculatori e dagli eserciti: è lo Jatevenne Movement. Siamo donne e uomini che hanno smesso di essere spettatori per sentirsi finalmente una comunità. La nostra lotta è appena cominciata.
RETE CAMPANA SALUTE E AMBIENTE http://www.rifiutizerocampania.org/
Autore:
tpa
link autore:
http://www.ecn.org/
(tratto da napoli.indymedia.org)

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