lunedì 23 giugno 2008

Chiaiano: Gli irriducibili in trincea, pronti a bloccare la città

PIETRO TRECCAGNOLI
Una serata strabica e irreale. Tra piazza Titanic e Vienna. Tra il tal quale e i calci d’angolo. Ieri, l’annuncio di Bertolaso che la discarica di Chiaiano si farà in tre mesi non ha stupito nessuno. La rabbia c’era, ma controllata. E persino un po’ di speranza. Non tutto è perduto. I ragazzi dei Comitati hanno fatto allestire un maxischermo per vedere Italia-Spagna. Ma quando è cominciata l’assemblea con le relazioni del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta (lui sotto lo schermo e l’omonimo Simone nello schermo, in campo) e del vicesindaco, Massimo Nuvoletti, reduci dall’incontro in Prefettura, la partita era già cominciata. Quindi, si faccia presto ché nessuno vuole rovinarsi pure la sfida con Torres e Villa. Per come è finita, con i due rigori sbagliati, è stata davvero la malanottata e la figlia femmina. Al presidio ci saranno state circa duecento persone. Le signore a prendere il fresco sotto i gazebo, i giovani con le biciclette, gli anziani attenti: l’occhio allo schermo, l’orecchio al microfono. Gli amministratori sono stati bravi a tenere gli animi calmi. «Nonostante l’annuncio» ha spiegato il sindaco Perrotta «il tavolo tecnico continua. Per portare la monnezza ci vogliono almeno altri tre mesi, fino ad allora c’è tutto il tempo di cambiare i termini della decisione». O di annullarla, tutti lo sperano, qualcuno lo dice. Chi temeva le cariche della polizia è stato smentito. Clima sereno, interrotto solo da un petardo lanciato dietro un gazebo da un balordo. Fumo e qualche bestemmia. I politici hanno dato appuntamento a stasera, al Comune per un consiglio ad hoc. Sono rimasti a vedere ancora qualche minuto della partita, poi sono sfilati via. Perrotta sindaco se ne va. Perrotta il centrocampista è sostituito. Qualcuno, malizioso, ne ha tratto cattivi auspici per il futuro dell’amministrazione. Con i microfoni aperti per almeno un altro quarto d’ora, hanno parlato alcune donne. La signora Concetta ha suggerito di mandare una mail alla Comunità europea e ha invitato chi era affacciato al balcone a scendere: «Non dovete venire qui solo per mangiare le ciliegie, ma per buttare il sangue tutte le sere». E giù applausi. Le furie rosse attaccavano e si mescolavano l’umido e i traversoni, la differenziata e la ripartenza. E, in modo quasi sibillino, Ivo Poggiani e Pietro Rinaldi hanno annunciato che la mobilitazione porterà la lotta al centro di Napoli. Di fatto, girava un volantino semiclandestino che annuncia per domani, alle 9.30, un raduno per una carovana lenta che blocchi un’importante arteria di Napoli. Off record si mormorava che potrebbero essere la Tangenziale o via Marina, dove dovrebbero sfilare una settantina di vetture. «Il nostro obiettivo è impedire che i camion portino monnezza nella cava» ha spiegato Rinaldi. «E useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. In questi giorni, per esasperare gli animi non stanno raccogliendo l’immondizia a Marano». Di fatto la città è molto sporca e il caldo trasforma i rari refoli in scie putride. «Le parole di Bertolaso si autosmentiscono» ha aggiunto Poggiani. «Perché quando ammette che la cava è da bonificare e quindi inquinata, quando dice che bisogna cementare le pareti, perché a rischio crollo, quando afferma che non c’è ancora un piano trasporti credibile, ci ripete esattamente tutta una serie di dati che dicono come la cava di Chiaiano non sia idonea per una discarica». Carlo Migliaccio, consigliere comunale a Napoli, ha annunciato ricorsi al Tar e alla Procura, ma nelle dichiarazioni dei Comitati ci sono espressioni più forti: «L’ora delle parole è finita, ora è scoccata quella dei fatti». Tutti si augurano che prevalga il buonsenso. «Ma anche il buonsenso si ottiene con la lotta» ha sigillato Rinaldi.
Il Mattino 23 giugno 2008

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