mercoledì 18 giugno 2008

Rifiuti, sostanze radioattive ad Acerra



Chiaiano, voci contro la discarica
Indaga la Procura: cliniche e studi privati nel mirino Spunta così un altro business

di Antonio Corbo

Ancora tracce di sostanze radioattive. Ancora Acerra. Ancora allarmi in questa infinita emergenza. Alle 16 di ieri l´ultimo cumulo di materiali pericolosi smaltiti da centri privati è stato scoperto dai Vigili del Fuoco. Hanno specialisti e mezzi sofisticati per individuarli. È il quarto sequestro in otto giorni: da Acerra arrivavano anche i due camion con "Iodio 131" bloccati nei pressi della discarica di Savignano, appena aperta in provincia di Avellino. I rifiuti sanitari ritrovati fanno scoprire l´ultimo business che sparge paura e veleni in Campania: lo smaltimento clandestino di lastre, isotopi e forniture mediche.Il procuratore Giandomenico Lepore ha già aperto un fascicolo. Indagini sono già scattate ad Acerra per scoprire il centro privato o la casa di cura che di nascosto infilano nei cumuli di immondizia sacchi neri con rifiuti sanitari, della categoria "speciali" che andrebbero invece affidati a ditte autorizzate. L´Arpac ha già consegnato una bozza di piano per i rifiuti speciali, ma la Regione non l´ha ancora adottato. Attende forse il parere Vas (valutazione ambientale strategica). Un vuoto normativo che rischia di favorire l´illegalità. I Vigili del Fuoco contano fino a cento interventi al giorno per spegnere roghi. Dopo la segnalazione dei tedeschi che avevano scoperto tracce di radioattività nei rifiuti spediti in treno, fu costituita una task force di specialisti: ai 5 che partecipano ai controlli preventivi delle discariche, si sono aggiunti 12 per le verifiche negli spazi ferroviari e nei siti di trasferenza. I loro certificati sono i soli considerati validi e credibili dalle autorità tedesche. Allo scalo di Marcianise l´otto giugno i primi materiali radioattivi ("Iodio 131") trovati dal comando provinciale di Napoli. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, capo del dipartimento al Viminale, ordinò di informare subito il Commissariato di Bertolaso e tenere segreta la notizia. Tre giorni dopo, l´11, fu ritrovato un altro isotopo, "Indio 113", usato nella diagnosi per immagini di alcuni tumori, in un capannone di Acerra. Il 13 giugno ben due i ritrovamenti, ieri l´ultimo nello stesso capannone, sempre "Iodio 131". I controlli sono estesi ad Acerra, Pomigliano e Ponticelli. Ma solo ad Acerra si trovano residui radioattivi. Il sindaco Espedito Marletta ha chiesto a Bertolaso la rimozione urgente dai siti di via Pantano di tutti i rifiuti stoccati. Probabile che la Procura chieda subito i rapporti dei Vigili del Fuoco, che il Commissariato rifiuti ha già ricevuto. Sorprende che tra gli specialisti dei vigili e i militari non vi sia ancora adeguato coordinamento. Fino a ieri si sapeva solo del blitz dei militari a Savignano.
L´inchiesta si allargherà a tutto il business dei rifiuti sanitari: la regione ne produce oltre settemila tonnellate l´anno. La maggior parte il Cardarelli e l´Asl 1. Antonio Pedicini, presidente di Arsan, che coordina la sanità campana, ha chiesto alle Asl di compilare i questionari. Vuole un censimento sempre aggiornato per controllare i centri privati convenzionati: come smaltiscono tutto il materiale usato?Il Cardarelli ha un ciclo corretto. Esaminarlo consente di capire quanto sia ampio il vantaggio economico per i privati che violano le procedure. Con il direttore generale Enrico Iovino, sia il direttore amministrativo (Gino Patrone) che quello medico (Franco Paradiso) vigilano giorno per giorno. «Un milione di chili l´anno, costo un euro al chilo», la sintesi dell´impegno. Si rispettano i codici Cer (Catalogo europeo rifiuti) raccogliendo in cartone giallo il 54 per cento (materiali di corsia, sangue, cateteri), il 36 per cento con codice 180106 i residui pericolosi o tossici (come citostatici e sale operatorie), per il restante 10 farmaci o batterie. L´appalto è di "Ecologica Sud", la stessa che opera per il Santobono, la Finanza e le questure. I rifiuti ospedalieri vanno in un centro di sterilizzazione (10 per cento) della stessa "Ecologica Sud", il resto negli inceneritori di Melfi ("Fenicia"), Taranto ("Ecologica Taranto") e Cerignola ("Ecocapitanata"). La stessa società fu chiamata a rilevare su richiesta dell´Arpac 90 quintali di rifiuti pericolosi bruciati di nascosto a Miano. Non si è mai saputo da chi. I costi sono alti: un euro al chilo, il trasporto costa 0,45. Spese che tutta la sanità pubblica regionale affronta. E gli altri? L´ad di Ecologica Sud, Bruno Cesaro, tace. Si limita a dire che come la sua operano altre dieci aziende.
La Repubblica 17 giugno 2008

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