Reggio Emilia, 15 gennaio 2009. «SE SONO qua è perché esiste la favela Rocinha e non Barbara Olivi che è solo un vettore, un operaio, quello che importa sono loro, i bambini e nulla più». Sono passati quasi due anni da quando Barbara Olivi, raccontava a Carlino Reggio la sua vita quotidiana e le attività svolte da lei e dai suoi collaboratori dell’associazione “Il sorriso dei miei bimbi”, nella favela di Rocinha, una delle più popolose e povere della megalopoli carioca, ma la sua filosofia non è cambiata. A maggior ragione dopo che il suo lavoro è tornato all’attenzione delle cronache quando un’inchiesta di Striscia la Notizia ha portato alla luce una vicenda che riguarda le attività benefiche dell’attore Edoardo Costa, di cui sarebbe stata vittima anche l’associazione di Barbara Olivi. Una vicenda che riguarda offerte in denaro mai arrivate a destinazione.
Come siete venuti in contatto con Edoardo Costa?
«Circa a metà del 2005 ricevemmo la visita in favela del produttore del reality La Fattoria che veniva registrato sulle colline vicino a Rio. Favorevolmente impressionato da quanto vide, ci chiese se poteva segnalarci a Edoardo Costa, che sapeva impegnato in attività umanitarie. Poco tempo dopo ci chiamò la sua segretaria».
Come vi siete accordati?
«Verbalmente, basandosi sulla fiducia. Sono stata incauta, lo ammetto. Adesso posso solo recitare il mea culpa».
In che maniera esattamente lui non ha rispettato i patti?
«Costa ha sempre chiarito che avrebbe devoluto alla nostra associazione il ricavato dalle vendite di calendario e libro, tolte le spese di produzione. Non ci ha mai detto però che il libro sarebbe stato uno dei suoi book di attore e fotomodello dove i bambini vengono messi in secondo piano e la loro presenza mi sembrava semplicemente funzionale al mostrare la figura del Costa e non a evidenziare le attività della favela».
Come e quando avete scoperto l’inghippo?
«A me i sospetti vennero quando lui arrivò in favela per realizzare il servizio fotografico, a ottobre 2005. Per la sua visita rinunciai al viaggio di nozze con mio marito Julio, in modo che lui potesse accompagnarlo personalmente a fotografare le nostre scuole e i bambini. La permanenza a Rocinha di Costa si ridusse a due giorni di scatti in favela, e già allora alcune stranezze fecero suonare in me un campanello di allarme».
Quali?
«Costa non pagò il pulmino che Julio aveva organizzato per il trasporto della troupe, né i fotografi brasiliani perché secondo lui tutto sarebbe rientrato nelle spese chesarebbero state detratte dai fondi che ci avrebbe poi dato. Ma la vera botta per me è stata quando a giugno 2006 siamo tornati in Italia e siamo andati a trovare Costa nel suo ufficio di pubbliche relazioni a Milano per avere un riscontro su come stavano andando le cose. Lì mi è crollato il mondo addosso»
Prima di quell’incontro avevate già capito che qualcosa non andava?
«Sì, perché un mese prima avevamo ricevuto una telefonata dall’ufficio stampa di una nota azienda farmaceutica. Ci invitavano a un evento da loro organizzato legato al versamento da loro fatto alla nostra associazione. Il problema è che noi non avevamo mai ricevuto nulla da loro».
Quindi?
«Il giorno della kermesse, tra un discorso e l’altro, menzionarono la donazione di 45mila euro tra l’azienda e Ciak for Life (l’associazione Onlus creata da Costa per le sue opere di beneficenza, ndr) come contributo integrale a beneficio della favela Rocinha. Ne parlavano come se l’avessimo già ricevuta mentre noi sapevamo solo di una donazione di cinquemila euro avvenuta in febbraio».
Come reagì?
«Io piansi dalla frustrazione per il nostro senso di abnegazione risultato vano e stupido. Chiedemmo un incontro con Costa, che avvenne nello stesso periodo a Milano e che fu anche l’ultimo».
Lui cosa disse?
«Ci informò che ci avrebbe versato in realtà solo il 10% di quanto raccoglieva perché doveva recuperare tutte le spese...».
Come mai non avete segnalato la cosa subito?
«Perché la nostra priorità è sempre stata il benessere della favela, la qualità della vita dei nostri bambini e la sopravvivenza dei nostri progetti. Ne abbiamo però sempre parlato con quelli che venivano a trovarci, con i miei collaboratori faccio anche la guida turistica, così, attraverso il passaparola qualcuno ha allertato una giornalista di La7».
Ne ha parlato anche Striscia la Notizia...
«Sempre attraverso le voci di chi veniva a Rocinha qualcosa deve essere arrivato anche a Striscia la Notizia. La nostra associazione in questo c’entra poco, dobbiamo preoccuparci della quotidianità di una favela di Rio, non avevo certo il tempo di pensare anche a questo. Io so solo che in quell’inchiesta risultava che nel bilancio di Ciak for Life alla nostra associazione erano arrivati poco più di 130 mila euro».
E invece?
«Noi ne abbiamo ricevuti solo 20 mila, perché poi altri diecimila a fine 2006 Costa ce li ha mandati. Dove sono finiti gli altri dovete chiederlo a lui».
Dopo tutto questo come si sente ora?
«Da quando qualcuno ha riacceso la luce su questa vicenda un po’ più sollevata e tranquilla, sto rimettendomi da quel senso di colpa che mi sono portata appresso in questi anni per aver permesso la strumentalizzazione della sofferenza dei bambini che amo così tanto e che avrei dovuto proteggere proprio da situazioni analoghe. Non mi sono ancora perdonata di non averli difesi a sufficienza».
Se incontrasse Costa, che cosa gli direbbe?
«Proprio nulla, per me è un capitolo chiuso».
di GABRIELE GALLO
COMUNICATO STAMPA
Edoardo Costa in Campidoglio riceve il premio “Personalità Europea
“Giornata D’Europa”. Tra i premiati Giancarlo Giannini e Silvana Giacobini.
Roma, 11 dicembre 2007- Alla presenza di Autorità dello Stato e di Esponenti della Stampa, della Cultura e dello Spettacolo, oggi dalle 17:00 alle 19:00, si terrà presso
In questa occasione, l’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma, On. Silvio Di Francia, conferirà il Premio: “Personalità Europea
L’attore italiano è fondatore dell’Associazione Onlus C.I.A.K. (Construction Intelligent Association Kids), che dal 2002 promuove, realizza e sostiene progetti d’intervento in tutto il mondo, con aiuti umanitari per la tutela dei minori in condizioni bisognose.
Il libro fotografico pubblicato quest’anno: “Respiro del Mondo 5 Afghanistan- Kabul”, è una testimonianza del ciclo di progetti sociali promossi da Edoardo Costa ed è dedicato al sostegno dei reparti dell'Ospedale Aliabad di Kabul, struttura medica diretta da Alberto Cairo - medico della Croce Rossa International che costruisce protesi ai bambini vittime delle mine.
“Detto riconoscimento vuole essere un attestato di stima per la costanza ed i risultati ottenuti con
La manifestazione sarà onorata dalla presenza del Vicario di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano ed Arciprete della Basilica Papale di San Pietro il Cardinale Angelo COMASTRI che parlerà agli intervenuti e si concluderà con l’intervento del Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Istituzionali On. Vannino CHITI.
Edoardo Costa
ospite in stand da Chevignon
Giovedi 10 gennaio 2008
Dalle 12.00 alle 14.00
Padiglione Cavaniglia | stand : B/18-20
sezione Sport & Sport
In occasione della presentazione della nuova collezione Autunno-Inverno ’08 -’09 Chevignon è lieta di avere come ospite allo stand l’attore Edoardo Costa.
Per l’intera durata di Pitti Immagine Uomo inoltre sarà esposta presso lo stand una selezione di alcune fotografie tratte dal libro “Respiro del Mondo 5 Afghanistan Kabul” di Edoardo Costa. Il libro è una testimonianza del ciclo di progetti sociali promossi dall’associazione Onlus C.I.A.K. (Construction Intelligent Association Kids), che si propone di aiutare le piccole vittime del mondo a riguadagnare la gioia della propria infanzia. L’ultimo progetto di raccolta fondi è dedicato al sostegno dei reparti dell'Ospedale Aliabad di Kabul.
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