mercoledì 28 gennaio 2009

Bimba di 12 anni stuprata nella faida zingara. La madre minacciata dai parenti del clan rivale

Gli abusi sono stati compiuti nel luglio scorso. Nomade rinviato a giudizio






TORINO 28/01/2009 - È una faida consumata sulla pelle dei bambini quella in atto tra due gruppi di zingari in Barriera di Milano. Una guerra subdola, combattuta nelle aule di tribunale da due rami di una stessa famiglia che accusano i componenti della fazione opposta di aver stuprato le proprie figlie

Sono almeno due i fascicoli aperti negli ultimi mesi dalla Procura per altrettanti casi di violenza sessuale ai danni di zingare poco più che bambine. E riguardano entrambi lo stesso “clan”. Lara (nome di fantasia), 12 anni, lo scorso luglio viene accompagnata dai genitori al Regina Margherita. Sul corpo ha diverse ecchimosi, e i medici cercano di capire come se le sia procurate. Lei non vuole parlare, ma dopo un po’ scoppia a piangere e si sfoga. «È stato mio cugino - dice - mi ha violentata». Partono le indagini, che si concludono con l’arresto del presunto responsabile, effettuato dagli uomini del commissariato Barriera di Milano. Vladimir (lo chiameremo così), 26 anni, il cugino, finisce in carcere. È accusato di aver abusato della 12enne mentre era ospite della madre di lei, in una casa popolare in Barriera di Milano. Lara viene accolta in una comunità protetta con la mamma che, dopo aver sporto denuncia contro il parente, ritratta tutto, temendo ritorsioni nei confronti degli altri suoi due figli. Una persona molto vicina a Vladimir, infatti, ha sporto denuncia contro di loro, accusandoli di aver commesso abusi sessuali ai danni di un’altra minore.

La Procura (il pm è Paolo Scafi) apre un fascicolo anche su questo episodio, e intanto entra nel vivo il procedimento relativo al caso di Lara. Il dna prelevato dal suo corpo è compatibile con quello di una persona di sesso maschile. Non necessariamente, però, coincidente con quello di Vladimir, che sceglie di non parlare e viene rinviato a giudizio. La ragazzina, a differenza della madre, non si lascia intimidire, e durante l’incidente probatorio ribadisce la propria versione. Versione che in un primo momento era stata parzialmente confermata da un’altra cugina della giovane, V.S., che dormiva nella stessa stanza in cui Lara sarebbe stata violentata. V.S., qualche settimana fa, è finita in manette, accusata di aver tentato di uccidere il padre investendolo con un furgone. Quando i poliziotti l’hanno arrestata, la giovane donna ha provato a giustificarsi. «Perché l’ho fatto? Perché mio papà aveva abusato di me».

tamagnone@cronacaqui.it 28 gennaio 2009

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