venerdì 16 gennaio 2009

MEREDITH: ‘PICCIONCINI IN AULA’, VERITA’ VERRA’ FUORI

(AGI) - Perugia, 16 gen. - I due imputati non sono apparsi particolarmente turbati dalla presenza di decine e decine di giornalisti, fotografi e cineoperatori, arrivati a Perugia non solo dall’Italia, ma anche dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra e dalla Germania per raccontare la prima ‘puntata’ di un processo mediatico che si annuncia lungo e delicato. Telecamere e fotoreporter resteranno pero’ fuori dall’aula degli Affreschi del palazzo di Giustizia. E’ stata questa la prima decisione del presidente Giancarlo Massei, che respingendo l’istanza presentata dai legali della famiglia della vittima, ha anche stabilito la prosecuzione del processo a porte aperte. Decisione apprezzata dai genitori di Mez, raggiunti telefonicamente dal loro legale, Francesco Maresca. Poco pubblico in AULA.


Sei, sette persone, tra cui tre studentesse di giurisprudenza che hanno preso appunti su grossi quaderni. Il presidente ha accolto tutti testimoni richiesti dalle parti. Anche la Knox e Rudy Guede (l’ivoriano gia’ condannato a 30 anni per lo stesso delitto con rito abbreviato) saranno sentiti in aula. Se l’accusa (rappresentata dai pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi) si e’ limitata a chiedere alla Corte l’acquisizione dei testimoni e di alcuni documenti, la difesa dei due imputati ha anche spiegato come intende dimostrare l’innocenza dei due ragazzi. Per l’omicidio di Meredith e’, “gia’ stata fatta giustizia, l’unico responsabile e’ stato gia’ condannato a 30 anni di carcere”, ha detto l’avvocato Luca Maori, uno dei membri del collegio difensivo di Sollecito. La sua collega Giulia Bongiorno, ha aggiunto che la ragazza inglese non e’ stata uccisa al culmine di un festino. “La scena del delitto - ha detto - non e’ la scena di un festino: mancano i bicchieri, la musica, le droghe”. Secondo la Bongiorno, inoltre, non e’ vero, come sostiene piu’ d’uno, che Amanda e Raffaele stessero attraversando un periodo di noia: “Stavano vivendo la prima settimana della loro storia d’amore”. “Non era una coppia annoiata in cerca di nuove emozioni. Erano due piccioncini”. Raffaele, inoltre, la notte del delitto non conosceva ancora Rudy Guede: “Lo ha visto per la prima volta in un’aula di giustizia”, ha detto. Per questo motivo, e’ il ragionamento dei difensori, non avrebbe potuto partecipare ad un festino a sfondo sessuale con lui. Ma la difesa di Guede non ci sta: “Una strategia processualmente vigliacca quella di scaricare tutte le colpe su Rudy - hanno detto gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile - Saremo vigili e attenti a ogni attimo del processo poiche’ siamo convinti che, anche da questo, emergera’ la verita’. (AGI)

Red/Cli (Segue)

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