venerdì 13 febbraio 2009

Meredith, le sue amiche depongono in aula: Amanda orgogliosa di aver trovato Mez


Amanda Knox in tribunale a Perugia


Le amiche della studentessa uccisa:
«Era fredda. Ci disse di sapere tutto»
La ragazza americana: «Innocente»
PERUGIA
Niente di straordinario. Né per l’accusa né per la difesa. La quarta udienza del processo sulla morte di Meredith Kercher ha visto alternarsi sette ragazze inglesi, amiche della vittima che hanno rilasciato dichiarazioni foto-copia.

Amanda non era loro amica. Amanda dopo l’omicidio, in Questura, era sempre Amanda, come abbiamo imparata a conoscerla. Dicono le ragazze: non piangeva, parlava forte, si baciava con Raffaele e ribadiva di sapere tutto su quella morte, che era avvenuta per sgozzamento e il corpo era stato ritrovato sotto un piumone da cui usciva solo un piede. Insomma niente di particolare: e niente di provante. Quel giorno a rompere la porta della camera di Meredith ancora non si è capito chi è stato e chi è entrato. La polizia postale dice di non essere entrata. Mentre altri testimoni dicono di sì. Insomma in quelle ore nella casa tutti possono aver visto di tutto. Ma Meredit e Amanda erano nemiche? No. All’inizio - dicono i testimoni inglesi - avevano molti punti in comune, poi un normale rapporto di convivenza tra studenti. Niente litigate furibonde.
In una giornata piatta, sembra che gli unici elementi che emergono dalle testimonianze tirino in ballo l’unico dei tre giovani non presenti, perchè già condannato a 30 anni per l’omicidio. Ovvero Rudy Guede. I Pm chiedono alle ragazze avete visto, la sera prima dell’omicidio Guede e Metz parlare tra loro? No hanno detto. E ancora? La sera dell’omicidio, dopo la cena, Meredith vi ha parlato di un incontro che avrebbe avuto a breve? No. C’è di più. Le ragazze hanno detto che era stanca e voleva andare solo a dormire. L’alibi di Rudy è ancora una volta tracollato. Forse.

Ma Amanda ha voluto dire la sua, dopo anche alcuni particolari scabrosi come il possesso di un vibratore. Con il solito sorriso e l’aria un pò svagata ha ribadito : «Sono innocente e si risolverà tutto» e inoltre ha spiegato che «vibratore era un regalo scherzoso di amici».
la Stampa 13 febbraio 2009

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