giovedì 19 febbraio 2009

Grinzane: Parlano gli schiavi di Soria


Cultura/ Grinzane Cavour, finanziamenti per 4,9 milioni di euro
La metà arrivano dalla Regione Piemonte


Grinzane/ Patron Soria a maggiordomo: "Tu sei il mio schiavo"


Grinzane Cavour: ascoltati collaboratori Soria

Lo sfogo di Nitish
"Dovevo mangiare il cibo scaduto"


19-02-2009

Continuano le indagini sul patron del Grinzane Cavour Giuliano Soria. Ieri, nel filone che riguarda la gestione dei fondi dell’associazione, sono stati ascoltati in procura diversi testimoni che hanno collaborato con il presidente. Al centro dell’attenzione la gestione dei fondi, le transazioni su conti correnti francesi e le consulenze esterne. Intanto, la Regione, per salvare il premio, starebbe pensando alla creazione di un gruppo di saggi, alla cui guida vi sarebbe la scrittice Dacia Maraini.

Grinzane/ Patron Soria a maggiordomo: "Tu sei il mio schiavo"
Il racconto nei verbali del giovane Nitish

Torino, 18 feb. (Apcom) - "Dovevo essere sempre disponibile, a qualsiasi ora, anche sabato e domenica. Non potevo mai uscire di casa. Nessun giorno di riposo e per le commissioni avevo i minuti contati. Se facevo un errore mi toglieva i soldi: 50 euro per un cappuccino che non gli piaceva, 30 euro per le pulizie non perfette. Il professore mi pagava sempre in nero, certe volte a rate. Altre volte non mi pagava per niente".

È quanto ha dichiarato Nitish, 28 anni, giovane maggiordomo e collaboratore di Giuliano Soria ai Pm Valerio Longi e Stefano De Montis che indagano sulle attività illecite del patron del Grinzane Cavour, Giuliano Soria, e sull'accusa di violenza sessuale lanciata proprio dal ragazzo originario delle Isole Mauritius.

"Il professore mi obbligava a mangiare i rifiuti, il cibo scaduto e la carne rossa: Io sono induista e la mia religione non me lo permette - continua la testimonianza di Nitish - ma lui urlava 'tu sei mio schiavo, decido io quello che fai'". Il giovane maggiordomo racconta di aver conosciuto il professore un anno e quattro mesi fa, quando fu proprio Giuliano Soria a fargli il colloquio di assunzione. E quando arrivò la notizia che poteva lavorare nella casa di via Montebello era contento. Ora Nitish è preoccupato visto che la sua posizione in Italia non è regolarizzata, è clandestina. "Ho chiesto diverse volte al professore di mettermi a posto e lui mi ha detto di stare tranquillo che se ne sarebbe occupato. Ricordo bene la frase esatta: la legge sono io ...". Ma non l'ha mai fatto. Lo insultava invece chiamandolo "idiota, bastardo, schiavo, sporco negro".


Cultura/ Grinzane Cavour, finanziamenti per 4,9 milioni di euro
La metà arrivano dalla Regione Piemonte

Torino, 18 feb. (Apcom) - Man mano che le cifre salgono agli onori della cronaca, prende forma la realtà del Grinzane Cavour, diventato nel tempo un Premio letterario dalle dimensioni di un'industria, culturale, ma pur sempre un'industria. E' emerso un bilancio di 4,9 milioni di euro di finanziamenti pubblici entrati nelle casse della fondazione amministrata da Giuliano Soria, la metà dei quali concessi dalla Regione Piemonte per un totale di 2,3 milioni di euro. Una parte dei fondi del Grinzane arrivano poi da fondi governativi: tra gli sponsor figurano il ministero dei Beni culturali, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute.

Il Grinzane ha esportato la sua attività anche in Liguria, Puglia e Molise; le tre Regioni hanno finanziato i vari progetti e sono intervenute anche Fondazioni bancarie come la fondazione Crt, le Casse di risparmio di Cuneo, Saluzzo, di Calabria e Lucania (Carical) e la Compagnia di San Paolo. E poi le Province di Cuneo, Torino e Verbano-Cusio-Ossola. Dal bilancio emergono altre voci: ristoranti 242.164 euro, alberghi 238mila euro, viaggi 285mila euro. Il catering assorbe poco più di 27mila euro.

Lo sfogo di Nitish
"Dovevo mangiare il cibo scaduto"

I verbali del giovane di Mauritius: "Se facevo un errore mi toglieva i soldi"
NICCOLÒ ZANCAN
TORINO
Il professore mi obbligava a mangiare i rifiuti, il cibo scaduto, anche la carne rossa. Io sono induista, non posso. Ma lui urlava: “Tu sei il mio schiavo, decido io quello che fai”».
È un ragazzo magro, bello, con la voce calma. Un viso perfetto di lineamenti sottili, la pelle ambrata. Originario di Mauritius, è in Italia dal 2006. Non sembra arrabbiato, non cerca vendette. Con l’avvocato Gianluca Vitale ha scelto la strada del massimo riserbo. Quattro mesi di silenzio assoluto. La denuncia, corredata di video e registrazioni audio, è stata depositata in Procura alla fine di settembre. Nitish, 28 anni, ex maggiordomo di casa Soria, è stato sentito per la prima volta all’inizio di ottobre. Quel giorno, davanti ai pm Valerio Longi e Stefano De Montis, ha messo a verbale la sua ricostruzione dei fatti. Da allora vive fra Milano e Torino, lavora saltuariamente, aspetta. Dice che avrebbe preferito che questa storia rimasse segreta: «Non cerco pubblicità, non mi interessano le interviste. Voglio solo giustizia, un lavoro serio, restare in Italia». Perché Nitish è preoccupato soprattutto per questo: è clandestino.

«Ho conosciuto il professore un anno e quattro mesi fa. È stato lui a farmi il colloquio di assunzione. Su suggerimento di un amico, mi ero iscritto a un’agenzia. Quando mi ha detto che potevo lavorare nella casa di via Montebello, ero contento». Primo stipendio: 700 euro per otto ore di lavoro.

Poi cosa è successo? «Dovevo essere sempre disponibile, a qualsiasi ora, anche sabato e domenica. Non potevo mai uscire di casa. Nessun giorno di riposo. Per le commissioni avevo i minuti prestabiliti. Se facevo un errore mi toglieva soldi: 50 euro per un cappuccino che non gli piaceva, 30 euro per le pulizie non perfette. Il professore mi pagava sempre in nero, certe volte a rate. Altre volte non mi pagava per niente».

Nitish si sdoppia, si triplica, non si arrende. Cuoco, domestico, cameriere, badante dell’anziana madre di Giuliano Soria, archivista del Grinzane Cavour, lo vedono al Ristorante Letterario di Costigliole d’Asti, spesso fa anche l’autista: «Nei viaggi a Parigi, il professore mi faceva guidare per otto ore di seguito. Io avevo paura, perché non ho i documenti, non sono in regola».
Questo è il tema centrale, il permesso di soggiorno: «Ho chiesto diverse volte al professore di mettermi a posto. Lui mi ha insultato, si è arrabbiato molto. Quando mi sgridava, urlava: “Idiota, bastardo, schiavo, sporco negro”. Certe volte mi faceva saltare il pranzo».

Nitish va a chiedere il permesso di soggiorno ancora una volta, all’inizio di giugno. Era sconvolto, perché lo aveva appena fermato la polizia: «Allora il professore mi ha detto di stare tranquillo, che se ne sarebbe occupato. Ricordo bene la frase esatta: “La legge sono io...”».

Questo è il contesto, secondo Nitish. Il clima in cui si sarebbero consumate le violenze sessuali. Mani addosso, scherzi pesanti. Nel video si vede qualcosa: un breve palpeggiamento. Il resto è nella denuncia: «Per tre volte il professore si è infilato nel mio lettino, io mi sono sempre difeso». Nitish dice che un po’ se lo aspettava: «Mi aveva messo in guardia il precedente maggiordomo peruviano».
La Stampa 17 febbraio 2009

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