Sean Connery sotto accusa
"Prestò soldi come un usuraio""
La vicenda sarebbe iniziata nel 1972, quando il già allora ricchissimo Sean Connery prese a prestare soldi a breve termine all'amico immobiliarista, impegnato in lucrosi affari, nel sud della Francia. I prestiti diventano sempre più importanti e più a lungo termine. Connery nel frattempo diventava anche socio in affari di Jean-René.
Nel '78, pochi mesi dopo l'uscita de "La spia che mi amava", l'attore comunica a Renè che le garanzie fino ad allora ricevute non coprivano più i prestiti concessi. Per rientrare, allora, Connery, secondo le accuse, iniziarebbe a vendere alcuni dei beni ricevuti in pegno dal socio, tra cui un prezioso solitario. Nell'88, poi, è la volta di una residenza nella campagna francese, da cui ricavò 15 milioni di franchi.
Intanto gli affari di Jean-Renè, che iniziava ad accusare i sintomi di una grave malattia, presero ad andare a rotoli. Morì nel 2002 e, adesso, è il figlio e suo unico erede, Christian, che non riesce a capire se il padre gli abbia lasciato degli attivi o dei passivi. "Chi deve che cosa a chi?", è la domanda che l'uomo si è fatto innumerevoli volte e che ha tentato, inutilmente, di girare a Sean Connery, scrivendogli a più riprese a Nassau, alle Bahamas, dove la star scozzese, nota per la sua idiosincrasia nei confronti del fisco, risiede da tempo.
Non avendo ricevuto alcuna risposta Christian si è, allora, rivolto alla giustizia svizzera. L'erede di Jean-René tiene a precisare di non volere soldi da Connery, la cui fortuna è stimata a 170 milioni di dollari, ma solo delle spiegazioni. Ma questa volta James Bond non dovrà comparire davanti al mitico "M", il capo dell'M16, ma di fronte ad un più banale magistrato svizzero.
la repubblica 2 marzo 2009
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