venerdì 27 marzo 2009

Prigioniera per 25 anni, un amico di famiglia:"Laura non sta bene di testa, siè inventata tutto".

Un'orribile storia di violenza sessuale e degrado. L'uomo è finito in manette assieme al figlio accusato di abusi sulle sue bimbe


Prigioniera in casa stuprata per 25 anni dal padre padrone

TORINO 27/03/2009 - Nonè facile guardare nell'abisso e non èsemplice riconoscere il male quando lo incontri. Lo sa bene quel perito del giudice che, 15 anni fa, visitò una ragazzina che denunciava lo zio per abusi sessuali. La giudicò non credibile, le accuse caddero e lei tornò in famiglia. All'incubo di un padre padrone che abusava di lei da quando era bambina.

Ha 34 anni oggi Laura - il nome è di fantasia - e da quando ne aveva 9 doveva soddisfare le voglie del padre padrone, Michele M., un ambulante di origine pugliese - secondo gli archivi delle cronache coinvolto con i figli in un giro di furti di rame, negli anni scorsi - di 61 anni che la considerava sua proprietà. Tanto da non farle terminare le scuole, da impedirle di vivere una vita normale fatta di amicizie e rapporti umani. No: per lei il mondo iniziava e finiva nella stanzetta senza energia elettrica della casa dove viveva con i genitori, nel cuore della Falchera. Violentata per anni, con il silenzio complice della madre e forse anche degli altri nove tra fratelli e sorelle. Una schiava del padre: quando di notte l'uomo aveva esigenze fisiologiche, era lei che doveva portargli il pappagallo e provvedere. Tra i M. si usa che il padre sc... con la prima figlia femmina?e' una"voce di famiglia" che si legge nell'ordinanza del pm.
Ora quest'uomoè in carcere, assieme al figlio Giuseppe di 41 anni. Condividono la stessa accusa. Entrambi hanno abusato di Laura. E Giuseppe anche delle sue quattro figlie.E' stato proprio il padre padrone a denunciare il figlio: perchè all'inizio di febbraio Lauraè scappata di casa, si è rifugiata dal fratello. Il padre ? andato a riprendersela e poi le ha fatto sporgere denuncia contro il fratello: Mi ha costretta a rapporti sessuali orali vicino al cimitero di Sassi recita la denuncia.

Partono le indagini della Procura, coordinate dai pm Pietro Forno e Paolo Scafi, e del commissariato Barriera Milano. Le intercettazioni telefoniche sono decisive: per una fortunata coincidenza - la cornetta rimane sollevata - una di queste si trasforma in "intercettazione ambientale". Gli investigatori sentono tutto, anche quello che ? chiaramente un rapporto sessuale di Giuseppe con una figlia. L?uomo abusa di tutte e quattro le sue figlie di 20, 12, 8 e 6 anni. Per lui scattano le manette. Ma l'incubo nonè finito.

Già, perchè Laura ha un segreto ancora piùpesante da svelare. Sono i 25 anni di incubo e schiavitù sessuale. Dalla quale si sarebbe salvata, se solo uno psichiatra avesse saputo riconoscere il male... Era il 1994: Laura era fuggita di casa e si era rifugiata da uno zio. Il padre se l'era riportata a casa e le aveva fatto sporgere denuncia per abusi sessuali contro il parente. Uno psichiatra incaricato dal giudice aveva incontrato Laura e l'aveva giudicata non credibile. Le accuse erano cadute, ma la ragazza era tornata in famiglia: ad altri 15 anni di prigionia e di umiliazioni sessuali. E il padre padrone non si limitava a lei: anni fa avrebbe abusato anche di una figlia del fratello, che aveva ospitato per qualche tempo. E si sospetta possa aver molestato anche le nipotine. Ora questi due uomini, assistiti dagli avvocati Antonio Foti e Antonio Genovese, sono rinchiusi in carcere con pesanti accuse. Le ragazze sono in comunità protette.

Se si bussa all'alloggio-prigione, la porta si apre solo per un attimo: una donna sui trent'anni, con l'aria stranita si fa sulla soglia. Subito dietro di lei giunge un'altra donna, che strilla "Cosa apri, handicappata?" e poi sbatte la porta in faccia ai cronisti. Un amico di famiglia, un romeno, blocca uno dei fratelli che vorrebbe scagliarsi contro il cronista e poi spiega: "Laura non sta bene di testa, siè inventata tutto".

Gli indagati incastrati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla magistratura



"Papà, vuoi togliere la mano? Sei un bastardo, devi smetterla"

TORINO 27/03/2009 - Il primo a essere smascherato è G.M, il figlio quarantunenne. Poi è il turno di M.M, il padre sessantaquattrenne. G.M. viene tradito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, M.M. dai racconti orribili della figlia Laura, costretta a subire in silenzio per 25 lunghi anni. Le 9 pagine di ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Silvia Salvadori il 9 marzo scorso, e i dialoghi catturati dalle cimici nascoste dalla polizia svelano un autentico film dell’orrore. Un film che non lascia dubbi sulle responsabilità dei due uomini arrestati e sulle torture fisiche e psicologiche subìte dalle vittime.

Vittime, come le quattro figlie dell’ambulante quarantunenne G.M. Un’intercettazioni telefonica (divenuta poi ambientale grazie a una cornetta del telefono agganciata male) cattura con chiarezza un tentativo di approccio sessuale di G.M. nei confronti della figlia di 8 anni (le altre figlie presenti nell’alloggio hanno 6 e 12 anni, la maggiore ne ha 20 ed è già andata via di casa). È il 19 dicembre 2008. La bimba si lamenta, piange, sussurra qualcosa. Le parole che pronuncia sono chiare, comprensibili: "Papà, vuoi togliere la mano? Sei un bastardo, la smetti?". La piccola piange, piange con insistenza. Si lamenta. Si avverte un rumore di passi, passi che si avvicinano in fretta. È la madre della bambina, la moglie di G.M. La donna entra in camera da letto, nella camera da letto della figlia. Poi comincia a urlare: «Avete rotto i c...., adesso vi sbatto fuori dal letto tutti quanti». La bimba riprende coraggio e risponde alla madre: "Tutti tranne me, naturalmente" La madre: "È logico, non posso mandarti via dal tuo letto. Quando dormi è meglio, non senti un c...". Il 18 febbraio di quest’anno, alle 21.42, viene registrato un altro tentativo di approccio. I protagonisti sono sempre gli stessi, padre e figlia. E ancora una volta la piccola si lamenta, piange, implora il padre di lasciarla in pace. È tutto inutile, le sue preghiere restano inascoltate.

Le intercettazioni ambientali catturano altri due episodi, in entrambi il protagonista è ancora G.M. Nella prima intercettazione, l’uomo si rivolge alla figlia dodicenne e le ordina: "Fammi una s...". La seconda intercettazione, invece, consente chiaramente di ascoltare un rapporto sessuale completo tra il quarantunenne G.M. e la sorella trentaquattrenne Laura. La stessa Laura, poi, ai poliziotti di Barriera Milano riferisce un episodio che si sarebbe verificato nel febbraio di quest’anno nei pressi del cimitero Sassi: "Eravamo seduti in auto - racconta la donna agli agenti - e mio fratello mi ha costretta a un rapporto orale". È questo solo uno dei tanti abusi che Laura sarebbe stata costretta a subire dal fratello durante le due settimane di permanenza nella sua abitazione.

Se a tradire G.M. sono le intercettazioni telefoniche e ambientali, il padre-padrone M.M. viene invece incastrato dai racconti della figlia Laura. Laura che a un certo punto riferisce anche una particolare abitudine del padre: "Quando in piena notte si svegliava e doveva p...., mi chiamava e mi chiedeva di mettere il suo p... nel pappagallo che si trovava sotto il suo letto".

Giovanni Falconieri
FONTE: Cronaca qui 27 marzo 2009


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