venerdì 6 marzo 2009

Vanna Marchi, prima notte in carcere. L'incontro con la Franzoni

Venerdì 06 marzo 2009 22.07

Dopo la prima notte di carcere, passata in cella con la figlia Stefania Nobile, Vanna Marchi ha incontrato l'altra detenuta celebre del carcere della Dozza, Annamaria Franzoni, condannata per l'omicidio del piccolo Samuele

Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobili

Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobili


"Un fatto mediatico, come si usa dire, per due donne segnate dalla cronaca. La teleimbonitrice che aveva conquistato un pubblico con la sua chioma rossa e quel "d'accordo?" gridato durante le vendite su ReteA, prima di finire in disgrazia, e la mamma di Cogne sono le detenute più note, più o meno tristemente, tra quelle ospitate dal braccio 'Definitivì del carcere bolognese della Dozza. Vanna Marchi e Stefania Nobile avevano varcato mestamente quel portone attorno alle 20 di ieri, Annamaria Franzoni è entrata in quella stessa prigione il 22 maggio 2008. "Sì, si sono incontrate - è costretto a confermare l'avv.Liborio Cataliotti - ma non sono autorizzato a dire cosa si sono dette".

DUE DONNE, DUE STORIE. Simile il destino, diverso l'atteggiamento rispetto alla condanna. Vanna lo accetta fino in fondo, assumendosi le proprie responsabilità, non proclamandosi innocente come continua a fare Annamaria: "Del processo non ne parleremo più", spiega Cataliotti, dopo due ore passate a delineare le strategie con Vanna e Stefania. Però parleranno ancora, e molto. "Presto affideranno il loro pensiero a un video, che sarà diffuso da un'emittente tv secondo modalità che faremo sapere più avanti. Diranno che ora è il tempo di Vanna 2 e Stefania 2. Che le donne massacrate dai media e condannate non esistono più. Ora ci sono due persone diverse, e già questo spiega che non ha molto senso il carcere sette anni dopo, e che sono completamente ravvedute. Che hanno sempre rispettato le prescrizioni di legge, non sono mai espatriate, nemmeno quando potevano, che si sono costituite, hanno cercato di lavorare e sono state private di questo diritto dall'odio della gente.

L'UNIONE SARDA 6 MARZO 2009

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