Il padre mostro e la figlia schiava
Va in scena il processo all'orco Fritzl
Austria: per 24 anni ha abusato della ragazza, per sette volte l'ha messa incinta. Lei non sarà in aula: ha raccontato le sevizie in un video di 11 ore. All'orco hanno offerto un milione di dollari per le sue memorie
VIENNA,15 marzo 2009 - COME NELLE fiabe, niente è quello che sembra. La vecchietta che vende dolciumi all’angolo della strada è la strega cattiva pronta a cucinarvi nel pentolone in cucina, il cagnone grasso e pacifico si trasforma in drago, il lupo cattivo che si vuol pappare Cappuccetto Rosso anche i bambini sanno che potrebbe essere il signore gentile che offre caramelle. Le favole sono ispirate da fatti di cronaca, ci hanno insegnato i fratelli Grimm. Il pifferaio magico era un reclutatore di giovani lavoratori, in quanto a Pollicino, nelle magiche e reali foreste europee, in tempi di carestia, c’erano genitori che divoravano i figli. Tanto, prima o poi, sarebbero morti di fame.
HERR JOSEF Fritzl i figli li generava numerosi, e li segregava in cantina, crescendoli alla luce artificiale per anni e decenni. Un padre con due famiglie, una in superficie, sette figli, numero magico, e sette figli sotto. Oggi è un fatto di cronaca. Ieri sarebbe stata trasformata in favola. O, forse no. Le favole devono avere una morale, e un lieto fine. Nella storia di Amstetten, lindo paesone nella Bassa Austria, non abbiamo né l’una né l’altra.
NELLE FAVOLE si sorvola sui particolari, nella cronaca sono indispensabili: il padre ha 73 anni, ancora prestante, un imprenditore agiato, e rispettato dai vicini e dai clienti. Per 24 anni ha segregato e violentato la figlia Elisabeth, da cui ha generato sette bambini, e uno, secondo l’accusa, l’avrebbe fatto morire appena nato. Se l’avesse fatto curare, ovviamente, si sarebbe dovuto tradire.
La figlia, rapita a 18 anni, tornata alla luce a 42, non testimonierà al processo che si apre domani a St. Pölten. La legge austriaca tutela le vittime.
LEI HA RACCONTATO la sua terribile storia in dvd, una sorta di film dell’orrore lungo undici ore. Sarà visionato in tribunale, senza bisogno di penosi interrogatori e confronti. Elisabeth non sarà costretta a rivedere il padre. Oggi ha l’aspetto di una sessantenne, vive protetta in una casa di cura, assistita da psicologi. Come i suoi sei figli. Anche i sette ragazzi del «mondo di sopra» hanno bisogno di cure.
La perizia psichiatrica di Frau Doktor Adelheid Kastner è lunga 127 pagine. E la storia inizia da quando Josef, a sua volta, era un bambino. E ha una madre, colpevole e forse vittima a sua volta. Il padre la maltrattava. Lei cerca uomini violenti, ne sposa uno che non lo è, che non le dà figli. Divorzia, si trova un compagno che soddisfi il suo desiderio di maternità. Quando ha un figlio, lo lascia, senza curarsi che il piccolo Josef abbia un padre. Picchia il bambino a sangue, gli vieta di giocare con i coetanei. Josef cresce solitario, quando è adulto si vendica: rinchiude la madre in una stanza, mura la finestra. La donna morirà nel 1980.
LA MADRE maltrattava gli uomini. Josef maltratta le donne. Sposa Rosemarie quando la ragazza ha 17 anni, e lo considera un dio. Dipende da lui forse anche adesso che ne ha 69. Cosa sapeva di quel che avveniva sotto il giardino di casa, nella cantina costruita all’inizio come bunker antiatomico? Intuiva e ha taciuto? I giornali troppo indiscreti sulla sua vita matrimoniale le hanno dovuto pagare i danni (13mila euro).
Il giovane Fritzl ha successo negli affari. Mette al mondo un figlio dopo l’altro e fa soldi, come rappresentante di una fabbrica danese di tubi in cemento, come agente immobiliare, come gastronomo.
È UN UOMO eclettico e sessualmente insaziabile. La moglie perdona i suoi viaggi in Thailandia a caccia di minorenni, le visite al bordello, e si mostra «comprensiva» anche quando il marito è condannato, per lo stupro di una giovane infermiera, a un anno e mezzo di carcere. Viene sospettato anche dell’omicidio di una ragazza, nella sua zona. Incredibile che la polizia abbia accettato tutte le sue storie senza indagare. Sostiene che la quarta figlia, Elisabeth, è fuggita di casa «È una sbandata» si sfoga con gli agenti, che comprendono e lo consolano.
UN GIORNO del 1984, si fa aiutare dalla ragazza a sistemare una porta nel bunker, l’anestetizza, la blocca con una lunga catena, pochi metri perché possa aggirarsi nella sua «nuova casa», per 24 anni, esattamente per 8641 giorni. E la violenta a giorni alterni. Quando rimane incinta, l’abbandona, che metta al mondo i figli da sola. Nel 1994 in giardino viene trovata una neonata. Josef sostiene che è figlia di Elisabeth, che vive da vagabonda, e l’ha portata a casa. La piccola Lisa sarà l’unica a venire accolta nella famiglia di sopra. Nel 1996 nascono due gemelli, uno sta male, deve essere curato: «Sarà quel che sarà», dice Josef e lo lascia morire. Lo seppellisce di notte in giardino.
DOVRANNO trascorrere ancora dodici anni: il 19 aprile del 2008, Josef conduce la figlia diciannovenne Kerstin, in fin di vita, e Elisabeth all’ospedale di Amstetten. La ragazza comincia a parlare, i medici, poi i poliziotti, sono increduli. Il 26 aprile, Josef viene arrestato, due giorni dopo confessa. «Ho fatto tutto per amore — sostiene — mia figlia era su una cattiva strada. Non ho fatto mai mancare nulla alla mia famiglia». Le due famiglie, quella del «mostro» e quella del signore agiato e rispettato. Ha ricevuto l’offerta di un milione di dollari per le sue memorie. Anche se la sua storia non è una favola.
di Roberto Giardina
Quotidiano Nazionale 15 marzo 2009
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