martedì 17 marzo 2009

AUSTRIA: PROCESSO FRITZL, IL 'MARTIRIO' DI ELISABETH


» 2009-03-17 18:16

(di Flaminia Bussotti).

(ansa) VIENNA - Dopo lo show di ieri del carnefice, che si è lamentato per la sua infanzia difficile e ha barricato il volto dentro un raccoglitore per documenti blu, al processo a Josef Fritzl(73) a St. Poelten è stata oggi la volta della vittima: la figlia Elisabeth (43), segregata e violentata dal padre-mostro per 24 anni, che ha raccontato il suo "martirio" in un video di 11 ore mostrato in parte in tribunale. L'udienza oggi si è svolta completamente a porte chiuse. Ieri Fritzl si era riconosciuto colpevole di segregazione, stupro e incesto ma non di omicidio colposo e riduzione in schiavitù. Oggi il portavoce del tribunale Franz Cutka ha confermato che la sentenza ci sarà giovedì e che domani l'udienza, con la perizia della psichiatra Adelheid Katener, sarà aperta al pubblico. A Fritzl vengono attestati piena facoltà di intendere e di volere ma anche gravi disturbi della personalità. Ieri Fritzl, per non farsi fotografare, si era sempre nascosto il volto dietro un contenitore di cartone blu e sono proprio queste foto, con la sua nuca grigia e la calvizie, che hanno fatto oggi il giro del mondo. Secondo il suo legale Rudolf Mayer si è nascosto perché "si vergognava". Oggi invece si é fatto invece fotografare dall'agenzia Apa nella pausa pranzo.

Ieri il padre-mostro aveva raccontato con dovizia di dettagli della sua infanzia infelice con la madre che non lo voleva e lo picchiava. Ma l'intervento più forte è stato quello della giovane procuratrice Christiane Burkheiser che ha descritto il "martirio inimmaginabile" di Elisabeth durante 24 anni di schiavitù, violenze e aberrazioni inflittele dal padre nella sua cella sotto terra dove è stata costretta anche a partorire sette figli (di cui uno morto) in condizioni igieniche e psicologiche disumane. Un'altra sola persona, il fratello Harald, ha accettato di testimoniare, pure in video. I figli dell'incesto e la madre Rosemarie hanno fatto uso del loro diritto di non testimoniare. Intervistata giorni fa dal Sun, inglese la madre aveva detto che la sua vita era distrutta. La stampa austriaca e internazionale è piena di servizi da St. Poelten e Amstetten, la cittadina teatro degli orrori, anche se, col silenzio stampa di fatto imposto, di informazione vera ne gira poca o niente. Molti dei reporter stranieri accorsi sul posto (fino a 300 ieri) sono in buona parte ripartiti e sono infuriati per il trattamento delle autorità locali, ritenuto discriminatorio. Il fatto ad esempio che la rete pubblica austriaca Orf sia stata autorizzata a entrare oggi in aula e fare delle domande a Fritzl (senza che rispondesse a nessuna) ha fatto imbestialire i tedeschi.

Per supplire al buco di notizie, l'ufficio del turismo ha pensato bene di organizzare una visita a St. Poelten. La disputa sui media è già materia di esperti: concetti come il "mostro della cella" o il "padre dell'incesto" sono associati all'Austria: una società di gente che guarda dall'altra parta e rimuove, dice l'esperto di media Wolfgang Bachmayer. A suo avviso la ragione risiede sempre nella cattiva elaborazione del passato. Accanto all'immagine di patria di Mozart e della cultura c'é quella del nazismo, del caso Waldheim e le sanzioni Ue al tempo di Haider: "viene fatta d'ogni erba un fascio", ha detto aggiungendo però che l'immagine del Paese non verrà assolutamente scalfita da queste cose, a meno "non si ripetano in serie ogni mese". Un giornale austriaco, La Krone, critica il "mercato delle vanità" con tanto di spettacolino davanti al tribunale e, su Fritzl nascosto dietro il raccoglitore, titola: "vigliacco fino alla fine".

ansa 17 marzo 2009


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