Rilievi della polizia scientifica nella casa del delitto |
Un’altra irruzione nella casa di Mez, scomparsi anche i coltelli
ELISA LORENZETTI
PERUGIA
Potrebbe essere opera di un voyeur, un feticista del macabro, il furto dal casolare perugino di via della Pergola del materasso di Meredith, dove, sul telo che lo ricopriva, era rimasta impressa la sagoma di una lama sporca di sangue. A volatilizzarsi, calati, come il resto degli oggetti, dalla finestra della cucina, anche i cuscini della giovane britannica uccisa ad Halloween nel 2007, oltre ad una valigia, contenente una serie di coltelli, lasciata nella camera della coinquilina americana Amanda Knox.
I dubbi
Questa è la seconda effrazione del casolare umbro, tuttora sotto sequestro, dove quella notte di Ognissanti è stata stuprata e assassinata la ventunenne londinese, arrivata in Italia da poco più di due mesi per studiare. Che la doppia intrusione nella villetta del delitto possa essere opera di un mitomane dalla condotta psicotica è difatti ben più di un’ipotesi. Considerando anche i dettagli dell’incursione del 18 febbraio durante la quale alcuni sconosciuti dopo aver violato i sigilli e messo a soqquadro l’abitazione, si sono premurati di compiere un inspiegabile rito, posizionando dei coltelli sul pavimento della cucina, accertandosi poi che uno di essi fosse poggiato su una busta di plastica blu della polizia (diversa da quelle utilizzate dalla questura del capoluogo umbro), accendendo infine una candela dalla quale avrebbero fatto colare della cera. Una specie di firma esoterica, insomma.
Un’intimidazione?
Ad essere tuttavia poco convinti della pista della necrofilia sono gli inquirenti umbri che ritengono piuttosto si sia trattato di un messaggio in codice destinato proprio a loro. Una sfida, forse un’intimidazione. In ogni caso, qualunque sia la verità e a prescindere dalla supposizione in base alla quale a introdursi nella casa del delitto sia stato un maniaco, resta il fatto che qualcuno è entrato nella villetta dell’orrore, muovendosi con agio tra la stanza di Meredith, quella di Amanda e il bagno piccolo. Lasciando perfino delle tracce. Alla questura perugina spetterà così il compito di decriptare le impronte digitali impresse da una mano sporca di cacao e quelle lasciate sul nastro isolante che sigillava la finestra del bagno. Oltre, naturalmente, a due orme di scarpe rinvenute, appunto, nello stesso bagno. E ancora. Tra i reperti da analizzare anche una lattina di Coca Cola, trovata schiacciata sul pavimento, un pezzo di stoffa verde a quadri bianchi e un telefono cellulare rinvenuto nel giardino che circonda la villetta. L’apparecchio, che non ha più la scheda sim, potrebbe, in virtù del codice Imei. A dover parlare sarà dunque, ancora una volta, la scena del crimine attraverso le tracce che qualcuno vi ha incautamente lasciato.
LA STAMPA 22 MARZO 2009
Potrebbe essere opera di un voyeur, un feticista del macabro, il furto dal casolare perugino di via della Pergola del materasso di Meredith, dove, sul telo che lo ricopriva, era rimasta impressa la sagoma di una lama sporca di sangue. A volatilizzarsi, calati, come il resto degli oggetti, dalla finestra della cucina, anche i cuscini della giovane britannica uccisa ad Halloween nel 2007, oltre ad una valigia, contenente una serie di coltelli, lasciata nella camera della coinquilina americana Amanda Knox.
I dubbi
Questa è la seconda effrazione del casolare umbro, tuttora sotto sequestro, dove quella notte di Ognissanti è stata stuprata e assassinata la ventunenne londinese, arrivata in Italia da poco più di due mesi per studiare. Che la doppia intrusione nella villetta del delitto possa essere opera di un mitomane dalla condotta psicotica è difatti ben più di un’ipotesi. Considerando anche i dettagli dell’incursione del 18 febbraio durante la quale alcuni sconosciuti dopo aver violato i sigilli e messo a soqquadro l’abitazione, si sono premurati di compiere un inspiegabile rito, posizionando dei coltelli sul pavimento della cucina, accertandosi poi che uno di essi fosse poggiato su una busta di plastica blu della polizia (diversa da quelle utilizzate dalla questura del capoluogo umbro), accendendo infine una candela dalla quale avrebbero fatto colare della cera. Una specie di firma esoterica, insomma.
Un’intimidazione?
Ad essere tuttavia poco convinti della pista della necrofilia sono gli inquirenti umbri che ritengono piuttosto si sia trattato di un messaggio in codice destinato proprio a loro. Una sfida, forse un’intimidazione. In ogni caso, qualunque sia la verità e a prescindere dalla supposizione in base alla quale a introdursi nella casa del delitto sia stato un maniaco, resta il fatto che qualcuno è entrato nella villetta dell’orrore, muovendosi con agio tra la stanza di Meredith, quella di Amanda e il bagno piccolo. Lasciando perfino delle tracce. Alla questura perugina spetterà così il compito di decriptare le impronte digitali impresse da una mano sporca di cacao e quelle lasciate sul nastro isolante che sigillava la finestra del bagno. Oltre, naturalmente, a due orme di scarpe rinvenute, appunto, nello stesso bagno. E ancora. Tra i reperti da analizzare anche una lattina di Coca Cola, trovata schiacciata sul pavimento, un pezzo di stoffa verde a quadri bianchi e un telefono cellulare rinvenuto nel giardino che circonda la villetta. L’apparecchio, che non ha più la scheda sim, potrebbe, in virtù del codice Imei. A dover parlare sarà dunque, ancora una volta, la scena del crimine attraverso le tracce che qualcuno vi ha incautamente lasciato.
LA STAMPA 22 MARZO 2009
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