giovedì 7 febbraio 2008

Strage di Erba, oggi in aula il 'giallo' dello straniero

Attesa la testimonianza di un residente nella corte di via Diaz

All'apparenza, quella che si vivrà oggi nell'aula della Corte d'Assise del Tribunale di Como potrebbe essere considerata come una giornata interlocutoria. Collocata insomma tra la sconvolgente testimonianza del medico legale Giovanni Scola di lunedì scorso, con il racconto delle ferite mortali per Raffaella Castagna, Paola Galli, il piccolo Youssef e Valeria Cherubini, e la presenza davanti al presidente Alessandro Bianchi, al giudice a latere Luisa Lo Gatto e alla giuria popolare, di Carlo Castagna e dei figli di Mario Frigerio, il supertestimone della mattanza dell'11 dicembre 2006. Eppure, questa mattina, l'accusa potrebbe piazzare un colpo da novanta alle speranze della difesa, interrogando Khalouf Abdelkarim, per la storia del processo diventato per tutti 'il siriano'. Ovvero il testimone che, con la sua famiglia, viveva al piano terra della palazzina della strage, quello visto scappare con la moglie Heba Baddoura - che sarà anche lei in aula questa mattina - e con i due figli avvolti nelle coperte per proteggerli dal freddo di quella terribile notte d'inverno. Perché, dunque, le parole di Abdelkarim potrebbero essere tanto importanti per le sorti del processo' Tutto va fatto risalire ai primi interrogatori della scorsa settimana, quando gli avvocati della difesa, Fabio Schembri, Luisa Bordeaux ed Enzo Pacia, fecero chiaramente intendere che, secondo una loro ricostruzione, sul luogo del delitto, in quella stessa ora, sarebbe stato presente un soggetto extracomunitario o comunque straniero non identificato dalla Procura. Un personaggio simile, nell'immaginario difensivo, a quello che avrebbe descritto Mario Frigerio in un primo momento, dicendo di essersi trovato di fronte a un aggressore di carnagione olivastra, alto, con i capelli neri. Non proprio assimilabile in tutto e per tutto, dunque, a Olindo Romano. Un 'mister X', insomma, che per la difesa non sarebbe però nemmeno Abdelkarim, uscito dalla propria abitazione con la famiglia per sfuggire all'incendio e mai più rientrato in casa. Stando però ai primi soccorritori intervenuti sul luogo - tra cui quel Glauco Bartesaghi che è stato insignito del titolo di Cavaliere dei diritti dell'uomo per aver salvato da morte certa Mario Frigerio - sull'uscio del proprio appartamento ci sarebbe stato un «extracomunitario, forse il siriano» (la moglie al riguardo è molto più precisa, indicando proprio Abdelkarim) che gli avrebbe prestato il cellulare per chiamare aiuto. Ed è proprio su questo particolare che la difesa mantiene un margine in cui giocare le proprie carte: nelle quattro volte in cui fino a oggi 'il siriano' è stato ascoltato dagli inquirenti, mai avrebbe raccontato di aver prestato il proprio telefonino per chiamare aiuto. Una dimenticanza di non poco conto che, se dovesse essere confermata oggi in aula, aprirebbe nuovi inquietanti scenari a tutto vantaggio del pool di difensori: chi sarebbe, a quel punto, l'uomo del cellulare in piedi all'interno della palazzina poco dopo il quadruplice omicidio' Un semplice 'sì' da parte di Abdelkarim, invece, colpirebbe in modo duro l'ipotesi di una eventuale presenza di terze persone sul luogo della strage.Abdelkarim, tra l'altro, secondo la Procura avrebbe sentito ciò che stava avvenendo nell'appartamento sopra casa sua, tanto da essere ascoltato per un'ora e mezzo al riguardo proprio dal piemme Astori. 'Il siriano', tra l'altro, fu sottoposto dal comandante dei carabinieri di Erba, Luciano Gallorini, a una prova audio per riprodurre i suoni captati dall'appartamento dei Castagna la sera dell'11 dicembre del 2006.Quei passi e quelle grida che nulla avevano a che fare con un banale «litigio» (come poi ha riferito Abdelkarim ai carabinieri) bensì raccontavano il dramma che si stava realizzando a pochi metri di distanza. Solo quando su via Diaz calò il silenzio, e il fumo invase la palazzina, 'il siriano' scappò con la moglie e i due figli avvolti nelle coperte, come raccontato dai vicini di casa che li videro in cortile. Rimane però quel punto oscuro sull'uso o meno del cellulare. Dato non trascurabile che Khalouf Abdelkarim non ha mai raccontato o ricordato nelle quattro volte in cui è stato sentito dagli inquirenti. Le udienze del processo per la strage di Erba riprenderanno poi la prossima settimana, con la testimonianza proprio di Luciano Gallorini, il primo a individuare nei coniugi della porta accanto - Rosa e Olindo Romano - i possibili massacratori di via Diaz.
Il Corriere di Como Mauro Peverelli

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