mercoledì 13 febbraio 2008

STRAGE DI ERBA, NUOVE TRADUZIONI DEL CODICE DI OLINDO

«Perdonateci Olindo e Rosa». L'enigma si scompone pezzo a pezzo. Una nuova pagina del 'Codice Olindo' sembrerebbe essere stata aperta. Frecce e piccoli arabeschi sono trasfigurati, ancora una volta, in lettere e parole. Un nuovo possibile significato è stato decrittato. Ma la sfida è stata più difficile. Nei mesi trascorsi in carcere al Bassone, Olindo Romano, l'ex netturbino di Erba accusato con la moglie Rosa Bazzi della strage di via Diaz, sembra aver affinato la tecnica, complicato i passaggi e, talvolta, commesso errori (magari volontari) che hanno deviato il lavoro di chi ha tentato di comprendere cosa potesse celare un segno di penna tracciato su una Bibbia. La richiesta di perdono, ad esempio, campeggia subito sotto la scritta, in chiaro, «chi sa capisce». Capire, già. Il 'Codice' si fa sempre più aggrovigliato. «È inserito in mezzo a simboli che non hanno significato apparente - spiega Gregorio Guidi, ricercatore universitario che ha ottenuto la nuova, possibile, chiave e lavorato con altri colleghi alla soluzione del primo crittogramma - si accompagna a pezzi del primo 'Codice' e a passaggi tuttora oscuri. Inoltre le parole non sono suddivise ma scritte in sequenza, fatto che ha complicato non poco il lavoro».«Questa la pagano» appare dal 'Codice' fra le righe di una pagina fitta di annotazioni, non crittografate, in cui Olindo racconta della mattina in cui qualcuno (probabilmente la moglie Rosa) trovò un micio abbandonato. E ancora. Poche parole, «Uccidere è una cosa istiva» (un'abbreviazione per 'istintiva', probabilmente). Nella stessa pagina, in una colonna a fianco, Olindo annota, senza simboli: «Mi hanno chiesto di ripensare alle emozioni alle sensazioni che ho provato in quei giorni». La data dell'appunto è del 28 settembre 2007.Assume i contorni del viaggio, di una geografia priva di mappe, tutta da capire, l'itinerario oscuro che il 'Codice' disegna. Anche in questo nuovo crittogramma, così come nel primo, non manca il presagio o, forse, l'auspicio: «Noi moriremo insieme il nostro vero patto il giorno (') alle (') quando ci siamo sposati se tutto va male il nostro (') anniversario di matrimonio sarà l'ultimo». È la pagina in cui Olindo chiede di essere cremato, dà indicazione sul luogo ma lascia libera Rosa di decidere diversamente. Chiede che i suoi organi non vengano donati e poi si giustifica: «Non è cattiveria credetemi».Promessa e patto. Parole che ricorrono frequenti. A volte senza 'Codice', a volte tra frecce e triangoli: «Il patto» compare anche come ritaglio di giornale. «Una promessa un debito poi insieme per sempre». «Il secondo 'Codice' è stato sicuramente più difficile da decifrare - sottolinea Guidi - ci sono simboli che cambiano significato. Per esempio, una specifica freccia a volte viene usata per la 's', a volte per la 'i'». Questa volta un supporto alla statistica è arrivato anche dall'intuito. «Ha aiutato la decodifica il fatto che il contenuto di alcune righe di testo si poteva sospettare -continua il ricercatore - Ad esempio, ho cercato le parole «Rosa», «Olindo» e «Amore». Rimangono però alcune parti da interpretare, sono state scritte usando un alfabeto simile ma non identico».Nonostante gli ostacoli e una continua gimcana fra chiavi e slittamenti di senso, Guidi è sicuro del suo lavoro. «Al 99% - dice il giovane studioso - tutto torna. Sono praticamente sicuro del risultato. Questa chiave porta un testo quasi del tutto coerente. Si tenga conto che per verificare le ipotesi ho lavorato su alcune parti di 'Codice'. Quindi ho provato ad applicarle ad altre che non avevo mai visto. Il risultato mi sembra armonico».

Il Corriere di Como Davide Cantoni 12 febbraio 2008

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