lunedì 11 febbraio 2008
STRAGE ERBA:UN TESTE,RAFFAELLA PERSEGUITATA DAI CONIUGI ROMANO
"Raffaella Castagna era perseguitata da quelli del piano di sotto, i signori Romano. Si lamentavano per ogni e qualsiasi cosa. Spesso andavo a casa di Raffaella per l'ora del te', non eravamo mai piu' di cinque o sei amici, tranne che per un compleanno quando eravamo in una decina. Ogni volta Raffaella raccomandava a tutti di non fare rumore. Aveva riempito la casa di tappeti". In sintesi, il quadro dipinto da Simone Menonzio, un amico di Raffaella Castagna residente a Cesana Brianza che fu testimone al matrimonio tra la 32enne e Azouz Marzouk. Rispondendo alle domande dell'avvocato Fabio Schembri (difesa Romano) ha spiegato che "conoscevo Raffa da una vita. Era una mia grande amica. Non condividevo il legame tra la mia amica e quel tunisino. Vedevo sempre che aveva problemi di coppia, poi lui non era uno stinco di santo. Ho fatto da testimone al matrimonio solo per la grande amicizia che avevo con lei, ma le avevo sempre detto di non sposarlo". L'ultima volta che Simone vide Raffaella e Azouz fu sette giorni prima della strage. L'avvocato Enzo Pacia ha fatto dire al testimone perche' ha rotto i ponti con la sua amica: "Si erano creati troppi problemi, vedevo strani giri che non mi piacevano da quando si era sposata". Poi sul banco dei testimoni e' salita una ex residente della "corte dei veleni" che aveva avuto spesso discussioni con i coniugi Romano. Durante la sua deposizione non sono mancati battibecchi tra il Pma e l'avvocato Pacia. Quindi e' stata la volta del figlio della testimone: "I rapporti con i Romano erano impossibili. Si lamentavano per ogni cosa. Non potevamo aprire la finestra del nostro bagno perche' avevano da ridire. Offendevano con male parole mia madre. non so come ho sempre resistito a non menare le mani". I due imputati oggi sono presenti: lei indossa un golfino bianco, lui un maglione bianco con delle vistose righe. Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi oggi sono apparsi meno sorridenti rispetto alle passate udienze. D'altronde gli avvocati delle parti civili la scorsa settimana avevano annunciato che se non avessero mantenuto un comportamento piu' sobrio, sarebbe stata avanzata richiesta di allontanamento dall'aula. Davanti ai giudici popolari e togati sono sfilati diversi residenti ed ex della cascina di via Diaz. Una donna ha detto di aver litigato piu' volte con i coniugi Romano "per delle cose davvero stupide. Non si poteva fare un passo che quelli rompevano le scatole". Sullo stesso tono un'altra testimone: "Le parolacce che Olindo e Rosetta rivolgevano a Raffaella erano pesantissime. Una volta, in occasione del compleanno di Raffa, ho visto Olindo staccare i contatori della luce perche' a suo dire quelli facevano troppo casino". Era il 21 agosto 2001, pieno pomeriggio. "Noi di casini non ne sentivamo". Un amico del testimone di nozze, Simone Mariani, a sua volta sentito stamane: "Quando andavo in via Diaz con Simone, spesso vi erano discussioni con quelli di sotto. Una volta mi trovavo sulla balconata e mi arrivo' addosso la terra di un vaso di fiori lanciato da sotto; un'altra mentre stavamo bevendo il te' e' andata via la corrente perche' qualcuno aveva staccato il contatore, in un'altra occasione intervennero anche i carabinieri che ci consigliarono di stare tranquilli e non raccogliere provocazioni". Il primo a salire sul banco dei testimoni al processo in Corte d'assise a Como e' stato l'avvocato Claudio Ghilanzoni, chiamato dal Pm Massimo Astori a spiegare i motivi delle quattro querele. Il legale era stato nominato in tutte le occasioni da Raffaella Castagna e Azouz Marzouk, che nella prima risultavano imputati perche querelati da Daniela Messina, la vicina che per prima ha testimoniato il 29 gennaio scorso davanti ai giudici popolari e togati. La querela risale al 25 marzo 2005 con udienza fissata il 9 giugno dell'anno successivo. Le parti trovarono un accordo e la questione fini' nel nulla. Le altre tre, invece, riguardavano le frequenti liti fra Raffaella Castagna e Azouz Marzouk da una pa (AGI) - Como, 11 febbraio -
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