giovedì 28 febbraio 2008

ROMANO, IN CARCERE TRATTATI COME BESTIE

2008-02-28 13:43

COMO - In carcere "eravamo trattati come bestie". Olindo Romano lo ha detto concludendo le sue dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della Corte d'assise di Como. Una scelta così maturata dall'ex netturbino: "Siamo andati avanti a fare i pentiti, perché dovevamo essere credibili, pensi che disprezzo verso di noi da parte di quella gente, degli agenti, non di tutti, che avevamo confessato di aver ucciso un bambino cosa che non avevano fatto". Nella strage, l'11 dicembre del 2006, morirono quattro persone tra cui un bambino di poco più di due anni.

"Ci trattavano come bestie - ha proseguito - è stato un calvario fino a maggio, però, per fortuna, ci sono stati il cappellano, la psicologa e l'educatrice che sono state le uniche persone che non ci trattavano come bestie. Abbiamo cambiato l'avvocato, che non capiva niente. E' stato grazie alla psicologa, che ho recuperato fiducia in me stesso. "Quando a ottobre ho dichiarato la mia innocenza - ha concluso - ho riacquisto la mia dignità e abbiamo deciso di lottare per la libertà, per la verità e basta, quel che viene viene. Tutto qua, ecco che cosa avevo da dire".

"Siamo stati a Como da Mc Donald's": durante le sue dichiarazioni spontanee Olindo Romano é tornato alla versione, resa prima del suo fermo. "Quando arrivai c'era folla - ha detto Olindo - poi ho viso il signor Castagna, era un uomo distrutto. Abbiamo incrociato lo sguardo,mi vennero in mente le liti, le banalità, perché lo insultavo". Poi un vicino, che era stato nell'appartamento gli disse che "era peggio di un film dell'orrore".

"Che cosa dovevo confessare? Noi non abbiamo ucciso nessuno": è quanto ha affermato Olindo Romano. L'imputato per la strage di Erba ha pronunciato queste parole mentre ripercorreva i momenti precedenti la confessione, avvenuta quando, a suo dire, aveva subito pressioni da parte dei carabineri.

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