giovedì 28 febbraio 2008

Gravina piange Ciccio e Tore : Lo sconforto dei cittadini uniti nel dolore

La mamma di Ciccio e Tore ha assolto al più terribile dei compiti: riconoscere i corpicini dei due figli ormai privi di vita da oltre due anni. In queste ore la città è raccolta in un silenzio irreale. Ci si domanda ancora come sia potuto succedere che due bambini siano finiti in quella cisterna profonda 25 metri in un casolare che di notte farebbe paura anche ad un uomo adulto. La città aspetta chiarezza su ciò che nell’antico centro di Gravina è successo quel tragico giorno. Una città in cui la speranza di trovare Ciccio e Tore ancora vivi, si è spenta con incredulità. Una speranza che Mons. Paciello non perdeva occasione di rinvigorire nei cuori della gente. Su Gravina nei giorni dopo la scomparsa dei fratellini si stese un cupo velo di omertà, di brutalità, di ripugnante mistero. Questa era Gravina leggendo i giornali e guardando le TV per due lunghi anni. Anche il Vescovo, nella sua lettera all’indomani della scoperta dei corpi, si dice sicuro che “Se non ci fossero stati testimoni e soccorritori” a salvare la vita di Michele “ ancora una volta si sarebbe parlato di Gravina violenta, omertosa e satanica.” Oggi la città non pensa a riacquistare la dignità di città leale e sana per uscire da quel tunnel di accuse infamanti e disumane che la stampa ogni tanto gode a sferrare per tingere di originalità le proprie notizie. Perché da città rispettosa, ciò che adesso desidera di più non è una rivincita su se stessa, ma la verità sul tragico destino di Ciccio e Tore che ormai erano diventati figli di tutti. Dopo le parole del Procuratore Marzano durante l’intervista “hanno sofferto un’orribile morte”, che lasciano pensare ad una lunga agonia dei bambini laggiù, e la sicurezza del questore Speranza di aver a suo tempo perlustrato l’ex convento, fa provare a tutti nell’anima un senso di fallimento. Se i soccorritori avessero cercato con più attenzione, se la gente avesse informato gli addetti che quel casolare era spesso luogo di gioco, se la giustizia avesse avuto il giusto intuito forse Ciccio e Tore sarebbero ancora con noi. Nel caso in cui la colpa di un assassino venisse provata o se si accertertasse l’immediata morte dopo la caduta, probabilmente solleverebbe dal senso di fallimento molte persone. E’ tragico pensare che avremmo potuto salvare Ciccio e Tore. Forse la fatalità dell’incidente di Michele che come un angelo ha voluto seguire le loro voci per portarli via da li, ha probabilmente risparmiato ai bambini ancora tanti altri anni in quel posto orribile. Gravina si chiude nel silenzio della preghiera e nel ricordo di quegli occhi vispi e sinceri che non dimenticheremo mai. Redazione di Gravinaonline

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