giovedì 21 febbraio 2008

Erba, Difesa Romano presenta identikit assassino:non è Olindo

La difesa ha ricostruito i tratti somatici dalle dichiarazioni di Frigerio
«L'identikit mostra che non è Olindo»
Como«La difesa può presentare tutti i contro identikit che ritiene più opportuni. È suo diritto. Questo, però, non sposta di una virgola la questione: quando, il 26 febbraio, Mario Frigerio salirà sul banco dei testimoni non avrà esitazione nell'indicare nell'uomo dentro la gabbia, colui che ha tentato di ucciderlo quella sera. E sappiamo che dentro quella gabbia l'unico uomo è Olindo Romano». Pacato il commento dell'avvocato Manuel Gabrielli dopo la diffusione da parte dei difensori dei due coniugi accusati di essere gli autori della strage di Erba, dell'identikit del presunto assasino. Un identikit realizzato dall'investigatore torinese Oscar Candiani che ha inserito nel software dell'Fbi i dati relativi alla descrizione fornita a suo tempo dall'unico scampato a quell'eccidio. «I colleghi della difesa da subito hanno detto che avrebbero smontato la testimonianza del mio assistito. Che contro di essa avrebbero dato battaglia. Se vogliamo, fa parte del gioco ma a volte bisogna anche non barare. Qui si sta barando sull'evidenza dei fatti. Non dimentichiamo la moltitudine degli indizi e prove raccolte durante le indagini». Gabrielli definisce «di disgusto» il sentimento provato dal suo assistito nel sentire l'altro giorno le parole dell'ex netturbino che ha rinnegato ancora una volta le iniziali confessioni dicendo di averle rese dopo una sorta di lavaggio di cervello.
I giudici del Tribunale del Riesame, intanto, si sono riservati di decidere sulla richiesta di revoca dell'ordinanza di misura cautelare nei confronti di Azouz Marzouk, il tunisino che nella strage di Erba perse la moglie, Raffaella Castagna, il figlio Youssef e la suocera Paola Galli. Azouz era stato arrestato l'1 dicembre del 2007 nell'ambito di una inchiesta della Procura di Como su uno spaccio di stupefacenti.
Il suo legale, Roberto Tropenscovino, aveva chiesto al gip di Como la concessione degli arresti domiciliari, ma la richiesta era stata respinta. Da qui la decisione di interpellare il TdR di Milano, competente anche per i casi comaschi.
Il tunisino ieri non era presente in aula perché «quella che si trattava era una questione squisitamente giuridica – ha detto l'avvocato – e ho inteso evitare una sovraesposizione mediatica». Tropenscovino ha confermato che, il prossimo 22 febbraio, Azouz sarà in aula per deporre come parte civile nel processo a carico dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. L'avvocato Tropenscovino ha aggiunto che Azouz «è pronto a rispondere a tutte le domande con chiarezza e sincerità». «Non dimentichiamo – ha concluso – che ha il diritto di essere parte civile, anche se è accusato di spaccio di sostanze stupefacenti».
La Gazzetta del Mezzogiorno 21 febbraio 2008

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