giovedì 14 febbraio 2008
Olindo senza segreti: ecco il terzo codice
STRAGE DI ERBA L'ex netturbino preoccupato per la moglie e per lo stato in cui lei versa in carcere
Una frase: «L'odio rinchiuso per tanto tempo diventa aperto e violento»
«L'odio rinchiuso per tanto tempo diventa aperto e violento e non conosce più la misericordia e non dà quartiere». Pensieri che crescono in una nuova versione del 'Codice', la terza. Olindo Romano, l'uomo accusato insieme con la moglie Rosa Bazzi di essere l'autore materiale della strage di Erba, trova rifugio ancora una volta nel segreto del simbolo, camera blindata cui affida i propri misteri. Compone una lingua solo sua, che si chiude al mondo.Sotto le prime parole del nuovo cifrario, Olindo annota, senza simboli: «Sono le 24,30 piove forte sono preoccupato per la nostra casa tesoro. 25.09.09». La Bibbia è così, un documento in chiaroscuro fatto di codici, disegnini e appunti mistici cui si aggiungono lampi di assoluta realtà. Olindo sembra oscillare fra la solitudine della cella e la mancanza di Rosa.«Forse anehe (anche, ndr) un uomo può odiare se stesso io no». Parole criptate che campeggiano sopra l'immagine di un quadro, una deposizione di Cristo. Nella stessa pagina Olindo annota senza alambicchi enigmistici: «Venerdì scorso Rosa il mio amore è schizzata ha preso a pugni il tavolo, si è rotta un dito. Domenica ha rotto la sedia. Sta facendo sciopero della fame gli fanno la flebo vuole che riaprano il caso la nostra lontananza la sta uccidendo, la stanno uccidendo legge e regolamenti di mer(..)». E ancora: «la giudicano infantile 'vizio di mente'». Poi si lamenta: «In settimana non mi hanno detto niente di quello che era successo a mia moglie». Il terzo 'Codice' di Olindo parla e racconta, tra sgrammaticature e ricami ermetici, dove non mancano gli errori. Distrazioni forse, oppure tranelli messi per sviare la comprensione. «Se dovrebbe succederti qualcosa ti vendicherò io Rosa amore». Anche questa volta la possibile chiave arriva dal ricercatore universitario Gregorio Guidi, matematico, già decrittatore del secondo cifrario e del primo, assieme a due colleghi. «Come per il Codice 2 - spiega Guidi - anche stavolta la difficoltà maggiore l'ho avuta con un ampio numero di simboli privi di senso affiancati a disegni che invece potevano essere tradotti. Non ha aiutato nemmeno il fatto che le parole si presentassero in fila, senza separazioni».Che cos'è veramente il Codice' Un passatempo per blandire la noia di una cella, forse. Oppure la spasmodica ricerca dell'unica intimità possibile, il segreto. «La vita per noi non è stata una scala di cristallo ma abbiamo sempre continuato a salire», rivelano frecce e piccoli simboli in una pagina piena di appunti. Olindo racconta anche, in chiaro, degli incontri con la psichiatra: «È una donna gentile (') cerca di aiutarmi con la terapia. Eppure quando parlo con lei dopo pochi minuti non so se sia lei che riesce a farmi esternare la parte peggiore del mio carattere o sono io che istintivamente in modo naturale sento che con lei mi posso sfogare (') le porgerò le mie scuse (') capisco che ha timore di me».Poesie d'amore, pensieri e passaggi che anche tradotti appaiono criptici. Come nel secondo crittogramma, quello in cui Olindo ha scritto: «Perdonateci». E proprio nel Codice 2 l'ex netturbino di Erba scrive: «Oggi ciuaua (la razza canina ricorre spesso negli appunti) mi ha chiesto ricominciamo tutto daccapo un rapporto cominciato male per me va bene». E ancora un messaggio, forse, per Rosy: «amo te l'astuzia».Rosy, un pensiero fisso. Non c'è pagina della Bibbia in cui Olindo non parli d'amore, di assenza e dolore. È ancora il secondo Codice a raccontare. «Stasera avevo freddo e sono andato in branda sotto le coperte ho pianto pfsando (pensando, ndr) quando ti scaldavo i tuoi piedini sul divano è deprimente stare chiuso qui senza te amore». L'arcano sembra sciolto, almeno in una delle possibili soluzioni. Agli occhi degli esperti non sono sfuggiti altri passaggi, ancora da capire. Un tassello della sciarada potrebbe essere quasi a nudo. Questione di tempo.
Il Corriere di Como Davide Cantoni
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