”Ho incominciato a pestare, a pestare e, sembra stupido dirglielo, ma più pestavo, più mi sentivo sollevata”. Sono parole di Rosa Bazzi, ascoltate questa mattina in aula tramite il video di una consulenza, disposta dall'ex difensore dei coniugi Romano al criminologo Massimo Picozzi, realizzato prima della ritrattazione dei due coniugi Romano. E sul piccolo Youssef, assassinato ad appena due anni, ha detto: “Ho dato una coltellata, però non l'ho picchiato”.
E’ un video shock quello visto martedì in aula, realizzato un anno fa e mostrato durante la testimonianza del giornalista Pino Corrias che ha ricostruito il delitto in “Vicini da morire”. Tra le immagini anche la descrizione dell'omicidio di Youssef e le botte alle due donne. Un racconto confuso in cui viene anche narrato il tentativo di dare fuoco alla casa della strage: “E' partito subito l'incendio e io ero nel mezzo dell'incendio”, e continua: “Olindo mi diceva di uscire ma io non sentivo il caldo, non sentivo il pericolo”.
LA TESTIMONIANZA DI FRIGERIO - Ad aggredirlo due persone. Mario Frigerio, testimone oculare ed unico sopravvissuto alla strage di Erba, ha ripercorso nell’aula del tribunale di Como l’aggressione che l’ha ridotto in fin di vita quella sera dell’11 dicembre 2006. "C'erano due persone e di una sono sicurissimo che fosse Olindo, l'altra non posso giurare che fosse la moglie".
“Mi è sembrato di vedere la moglie, Rosa Bazzi, metà però, dietro lo stipite – ha dichiarato Frigerio al pm Massimo Astori-. Non posso giurarlo però ho pensato Olindo Romano con la moglie quei due delinquenti". “Lo vedevo benissimo – ha continuato il sopravvissuto parlando di Olindo Romano -, ho l’assoluta certezza, non mi dimenticherò mai quella faccia. Mi guardava con due occhi d’assassino, uno sguardo strano”.
Frigerio ha raccontato di essere stato preso per il collo da Olindo che poi l’ha colpito forte allo zigomo destro. “E’ stato una belva” ha detto il testimone. Ad aggredire la moglie, la signora Cherubini, invece, sarebbe stata un’altra persona.
"A me non interessava salvare me, ma mia moglie” ha ricordato Frigerio ripercorrendo il momento in cui la moglie Valeria Cherubini veniva colpita a morte dai killer. All'arrivo dei soccorsi, nella corte di via Diaz luogo della strage, il superstite voleva solo sentire dire "che era viva e invece il primo vigile del fuoco Bartesaghi non ha detto niente". Frigerio è stato trasportato in ambulanza all'ospedale sant'Anna di Como e anche lungo il tragitto "speravo -dice- che fosse viva. Mentre mi svegliavo pensavo fosse un brutto sogno invece era la realtà".
LO SCONTRO - Frigerio poi si è alla difesa dei coniugi Romano, Olindo e Rosa Bazzi, accusati del quadruplice omicidio. Frigerio, esclamando più volte “vergognatevi, vergognatevi”. Pochi minuti di tensione che hanno richiesto una piccola pausa prima della ripresa dell'udienza.
“FAREI IL KAMIKAZE” - "Farei il kamikaze così muoio anch'io e non mi condannano". E' una delle farsi pronunciate da Olindo Romano contenute nella relazione di servizio firmata da alcuni agenti della polizia penitenziaria del carcere di Como in cui è detenuto dal gennaio 2007. Frasi ascoltate dagli agenti che lo sorvegliano a vista e che sono stati chiamati a depositare nell'aula del Tribunale di Como. “Ammazzare una persona non è così male - avrebbe detto Olindo -. Viene voglia di farlo ancora”. Davanti al giudice è comparso anche Marco Santoro, comandate del carcere di Como. Romano successivamente si giustificò dicendo di aver detto quelli frasi in un momento di rabbia.
25 ore -26 febbraio 2006
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