martedì 5 febbraio 2008

LA STRAGE DI ERBA: "Quei due che ridevano in gabbia e ci guardavano con aria di sfida...."

Lettera aperta del fratello di Raffaella. Giuseppe Castagna sfoga il suo dolore: "Erano a pochi metri da me, ridevano e ci guardavano con aria di sfida, soprattutto lui'', e ancora: sapere quello che hanno fatto "ha fatto andare in frantumi i miei principi morali''

COMO, 5 febbraio 2008 - Non riesce ancora a digerire la vista, al di là della gabbia al processo, di Olindo e Rosa Romano che si accarezzano tenendosi per mano. E così Giuseppe Castagna - fratello di Raffaella e zio di Youssef, figlio di Paola Galli, tre delle quattro vittime della strage di Erba - ha preso carta e penna e ha sfogato il suo dolore scrivendo una lettera aperta al quotidiano La Provincia di Como.
''Martedi' scorso - scrive Castagna - ho visto gli assassini di mia madre, di mia sorella, di mio nipote e della signora Valeria, erano a pochi metri da me, ridevano e ci guardavano con aria di sfida soprattutto lui''. ''Nei loro occhi - commenta - non ho letto il benche' minimo pentimento. Essendo stato chiamato a testimoniare, ho dovuto abbandonare il processo, anche se purtroppo ho avuto modo di leggere l'orrore del racconto del medico legale''.
Giuseppe Castagna continua: ''Venire a sapere il numero di coltellate che ha ricevuto mia sorella, il modo con cui e' stata finita, il fendente portato alla gola del piccolino con torsione ripetuta della lama per aumentarne gli effetti, il fuoco appiccato sul corpo di mia madre ecc., ha fatto andare in frantumi i miei principi morali''.
Quotidiano.net 5 febbraio 2008

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