giovedì 13 marzo 2008

Gravina, lite fra toghe: pg e pm attaccano il gip

Bari - "Le valutazioni del gip e la qualificazione da lui attribuita ai fatti non è vincolante di per sé, e, nella fase delle indagini preliminari, per l’ufficio del pubblico ministero, che è l’unico titolare dell’esercizio dell’azione penale". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, riferendosi alla modifica delle accuse che il gip ha ieri contestato a Filippo Pappalardi. Il gip Giulia Romanazzi ha infatti derubricato le accuse di duplice omicidio volontario e di occultamento di cadavere in quella meno grave di abbandono di minorenni seguito dalla morte. Con la modifica fatta dal gip, si è passati quindi dalla contestazione di un reato che prevedeva l’ergastolo a uno per il quale la pena massima è di otto anni, scrivendo un’altra verità rispetto a quella della procura sulla triste storia dei due ragazzini di Gravina.
Forse ricorso "Di fronte al provvedimento del gip, di cui l’ufficio del pm ha appena avuto conoscenza ufficiale, è necessario approfondire gli argomenti del giudice per le indagini preliminari". Sono queste le parole di Marzano, che sta indagando sulla scomparsa e la morte dei due fratellini di Gravina, Ciccio e Tore. Incontrando i cronisti Marzano ha voluto illustrare quali saranno le valutazioni della procura: "Bisogna riflettere sulle argomentazioni del gip e confrontarci all’interno dell’ufficio inquirente sull’interpretazione e sulla determinazione del pubblico ministero potrà adottare rispetto al provvedimento". Adesso la procura ha dieci giorni di tempo per valutare e, casomai, presentare ricorso in appello contro la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari.
Il Giornale 12 marzo 2008

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