lunedì 10 marzo 2008

GRAVINA: PAPPALARDI, IL GIORNO DELLA VERITA' SLITTA A DOMANI

IL GIALLO DI GRAVINA
Pappalardi, il giorno della verità slitta a domani
Il padre di Ciccio e Tore, in carcere dal 27 novembre, è accusato di aver sequestrato, ucciso e occultato i cadaveri dei figli, ma il ritrovamento dei corpi ha cambiato il quadro indiziario

Bari, 10 marzo 2008 - La decisione sulla scarcerazione di Filippo Pappalardi, il padre di Ciccio e Tore, slitterà a domani mattina. Lo ha detto il presidente dell'ufficio Gip, Giovanni Leonardi ai giornalisti che stazionavano fuori dall'ufficio della Procura.

La decisione slitta a domani, si apprende da fonti giudiziarie, non perché il gip attenda ulteriori perizie o elementi di indagine ma perchè il gip Giulia Romanazzi avrebbe deciso di utilizzare a pieno i cinque giorni dalla data dell'interrogatorio di Pappalardi avvenuto giovedì scorso, termine peraltro che, è bene ricordario, è ordinatorio e non perentorio.
Altri fonti giudiziarie hanno confermato che in Procura non è stata consegnata alcuna relazione intermedia da parte dei periti, nè sarebbe prevista e che quindi la consegna della relazione sulle perizie medicolegali sarebbero previste, così come annunciato sin dal primo momento,a 30 giorni dal conferimento dell'incarico.


C'era grande attesa per la decisione del Gip Giulia Romanazzi che in giornata dovrebbe pronunciarsi sull'istanza di scarcerazione di Filippo Pappalardi, il padre dei due fratellini Ciccio e Tore scomparsi il 5 giugno del 2006 e ritrovati cadaveri lo scorso 25 febbraio all'interno di una masseria nel centro abitato di Gravina.

Il padre di Ciccio e Tore, in carcere dallo scorso 27 novembre, è accusato dalla Procura della Repubblica di Bari di aver sequestrato, ucciso e occultato i cadaveri dei figli, ma il ritrovamento dei corpi ha cambiato il quadro indiziario, almeno secondo il suo legale, mentre non è dello stesso avviso la Procura diretta da Emilio Marzano.
Alle 9.30 in Tribunale è arrivato Antonino Lupo, sostituto procuratore che rappresenta l'accusa in questo processo, che ha dichiarato: "Siamo sereni e accettiamo ogni decisione, a noi interessa accertare solo come i bambini siano finiti dentro il pozzo". Anche questa mattina ai giornalisti non è stato consentito di entrare all'interno del palazzo di Giustizia, nonostante le proteste della categoria dei giorni scorsi.
Quotidiano.net 10 marzo 2008

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