martedì 11 marzo 2008

Video shock di Rosa, "Violentata da Azouz".Il tunisino:" Il racconto di Rosa non merita commenti"

Video shock di Rosa«Violentata da Azouz»

IL TUNISINO: «NON MERITA COMMENTI»

Rosa Bazzi non c'è. La gabbia della Corte d'Assise è vuota. Per la prima volta, anche Olindo, il marito, ha rinunciato a comparire davanti ai magistrati togati e popolari che lo stanno giudicando nel processo per la strage di Erba. Sono rimasti in carcere, i coniugi Romano. Perché, ha spiegato la difesa nei giorni scorsi, non vogliono riascoltare i nastri delle loro confessioni. Quelle rese prima alla Procura, poi al gip. E ancora, i colloqui con lo psichiatra.Non ci sono, Olindo e Rosa. Ma è come se fossero in aula. Perché le loro voci risuonano ugualmente nella lunga aula del Palazzo di Giustizia. Voci registrate. Voci che cambiano, ancora una volta, un quadro processuale in continuo divenire. Adesso è la donna che accusa: «Azouz mi ha violentata». E spiega, in questo modo, anche il movente degli omicidi. La vendetta. Dura. Violenta. Liberatoria. «Quando sono salita vedevo lui (Azouz, ndr), vedevo la scena, quello che abbiamo fatto sul divano. Lui che mi strappava i vestiti, io che pensavo di aver fatto male a Olindo. Mi sentivo addosso il suo odore, potevano esserci cento persone ma io vedevo la sua faccia. Anch'io mi sono tolta una soddisfazione, non c'era nessuna legge, non c'era nessuno che mi aiutava, me la sono fatta da me. E non mi trovo pentita». Le confessioniFacciamo un passo indietro. Dopo la rinuncia dei due imputati di sottoporsi all'esame, la Procura ha voluto far ascoltare ai giudici tutti gli interrogatori resi dai coniugi Romano nel corso della lunga istruttoria, oltre a una serie di intercettazioni ambientali. La difesa, per non essere da meno, ha chiesto la trasmissione integrale del colloquio in carcere di Rosa con Massimo Picozzi, psichiatra nominato dal primo legale della coppia, l'avvocato Pietro Troiano.Una procedura «estenuante», l'ha definita il presidente della Corte, Alessandro Bianchi. Ma anche suggestionante. Di forte impatto emotivo.Sono così stati diffusi gli interrogatori del 10 gennaio, quelli in cui Olindo e Rosa confessavano davanti ai pm la strage. Gli interrogatori di convalida del 12 gennaio, condotti dal gip Nicoletta Cremona. Il colloquio psichiatrico avuto da Rosa con Massimo Picozzi in carcere nel febbraio dello scorso anno e, infine, le dichiarazioni rese sempre da Rosa Bazzi ai sostituti procuratori Massimo Astori e Antonio Nalesso il 6 giugno 2007.La parte più interessante è sicuramente quest'ultima (insieme con il colloquio psichiatrico). Una ricostruzione-fiume della sera dell'11 dicembre, segnata da passaggi assolutamente non credibili.«Quella sera Raffaella e sua madre discutevano, stavano parlando male di me. È arrivato l'Olindo, mi ha preso il ferro dalle mani ed è entrato in casa. 'Cos'è che hai contro di noi'', le ha detto». Raffaella risponde a male parole, spiega la Bazzi. «Allora l'Olindo le ha dato un colpo in testa. Poi ha colpito la madre. La Raffaella s'è alzata, lì non ho capito più nulla. Abbiamo lottato tanto, io e la Raffaella. Le ho dato un colpo in testa abbastanza forte perché quando l'ho presa mi sono arrivati schizzi di sangue. Nel frattempo la mamma mi ha detto: 'Non è giusto che mi fai questo' e io le ho dato una coltellata».Un racconto in cui le due vittime sono colpite a ripetizione e, come nei cartoni animati, si rialzano di continuo. E in cui Rosa si ritaglia pure spazi di improvvisa umanità: «Dopo averla colpita la mamma di Raffaella faceva fatica a parlare e a respirare e le ho messo un cuscino sotto la testa».Lo stuproLa ricostruzione quasi fantascientifica della carneficina della casa del ghiaccio si interrompe bruscamente. Per lasciare spazio a un'altra storia. La presunta violenza sessuale subita qualche settimana prima dell'11 dicembre. Lo stupro commesso da Azouz sul divano del salotto. Rosa Bazzi spiega che il giovane tunisino la molestava di continuo.«Diceva che era cotto di me. Quando aveva rapporti con la Raffaella pensava di stare con me. Tutti i posti in cui andavo, lui c'era, si affacciava al balcone, abbassava i pantaloni, faceva i suoi gesti, tante volte lasciavo perdere, se lo dicevo all'Olindo si incavolava». Poi narra, con dovizia di particolari, la violenza. «Tre settimane prima di quello che ho fatto (i delitti dell'11 dicembre, ndr) lui è arrivato alle 9 con il furgone. Era un martedì, me lo ricordo perché non andavo a stirare, ero libera dal lavoro. Ha suonato il campanello, ho spostato la tenda della sala ma non mi sono affacciata. Dopo ho messo fuori la biancheria, lui era seduto sul marciapiede davanti casa, a fumare. Quella mattina, con la Raffaella, stavano litigando. Erano botte a tutto andare. Io ho messo fuori il piumino. Purtroppo ho il vizio di non chiudere le porte. Quando sono rientrata ho visto un'ombra in cucina. Pensavo fosse Olindo». Invece no. Rosa dice di essersi trovata di fronte ad Azouz. «In quel momento mi sono sentita fredda, ho preso un vaso e gli ho detto di uscire. Ero arrabbiata, tremavo dalla paura, dentro di me stavo male. Lui ha cominciato a dirmi che in galera pensava sempre a me. Gli ho detto se gli mancava una rotella, di tornare dalla moglie che aveva un figlio. Ho fatto uno sbaglio a girarmi, lui mi ha preso, mi ha detto che voleva lasciare la Raffaella ma gli dissi che era Raffaella che voleva lasciare lui. Mi ha strappato la maglietta, ho cercato di difendermi più che potevo ma mi ha sbattuto sul divano. Mi ha detto che avevo un corpo più bello di quello di sua moglie, ho lottato tantissimo, ma mi ha strappato la gonna e le mutandine, si è abbassato i pantaloni e ha fatto quello che aveva da fare. Ha detto che voleva ammazzare l'Olindo, che mi voleva come moglie e di volermi portare al suo Paese. Ho cercato in tutti i modi di dargli calci ma è entrato nel mio corpo».Da quel momento, Rosa Bazzi medita la vendetta. Tre settimane dopo si fa 'giustizia da sola'. Ma Azouz è in Tunisia.

Dario Campione

Il racconto di Rosa non merita commenti»

Il marito di Raffaella: «La amavo troppo per tradirla»La difesa: «Smentiremo la Procura con elementi scientifici»




Ride, in aula Azouz Marzouk. Il tunisino, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, due delle quattro vittime della strage di Erba, non riesce a trattenere un sorriso quando la Bazzi parla della presunta attrazione fisica che poi avrebbe portato lo stesso Azouz a violentare l'imputata. Secondo Rosa, in quelle dichiarazioni, uno dei motivi scatenanti della carneficina. Scuote la testa, il giovane tunisino, poi ride, infine si copre il volto.All'uscita il suo pensiero è affidato a un foglietto, l'ennesimo di questo processo, scritto a mano dal suo legale, Roberto Tropenscovino.«Non ho mai tradito Raffaella, la amavo troppo - dice Azouz - Il racconto della bella signora non merita commenti, e comunque, come è facile immaginare, non è mai stata il mio tipo». Tropenscovino poi aggiunge: «Se non fossimo in un processo di Corte d'Assise come questo avremmo potuto farci una risata, perché non si può che sorridere di fronte a una accusa così infamante che, ribadisco, non potrà che portarci nelle giuste sedi per tutelare il nome del mio assistito».Il riferimento è alla querela per calunnia nei confronti dell'ex vicina di casa di Marzouk.Al termine dell'ennesima giornata di ascolti e filmati che riguardano i due imputati, nonché dell'ultima udienza affidata alla guida della Procura, il bilancio degli avvocati di parte civile è comunque più che positivo«La ricostruzione della Procura è stata per l'ennesima volta confermata - dice Francesco Tagliabue, legale della famiglia Castagna - Abbiamo sentito ancora una volta confessioni degli imputati e credo che nessuno possa avere dubbi sul fatto che fossero genuine, non estorte o indotte come la difesa aveva fatto pensare».«La strategia difensiva' Non l'ho ancora capita. Anche il signor Carlo Castagna non riesce a comprendere come mai, dopo tutte queste confessioni, si stia andando avanti con il processo. Attende anche lui di sapere cosa la difesa avrà da dire».Stessa linea tenuta da Manuel Gabrielli, l'avvocato della famiglia Frigerio. «Dopo la testimonianza del signor Mario Frigerio per me il processo è concluso - dice - Adesso sentiremo la difesa ma non ci saranno sorprese». E sul supertestimone: «Frigerio è indispettito dall'atteggiamento della difesa. Lui, quella sera, ha visto il signor Olindo, l'ha ribadito in aula e quindi è infastidito dal fatto che qualcuno possa permettersi di dire che non sia attendibile». «Anche la Corte ha ridotto la lista dei testimoni della difesa - conclude Gabrielli - Siamo in dirittura d'arrivo».Ovviamente di parere opposto l'avvocato della difesa, Fabio Schembri.«Tante cose di quelle udite oggi dalla voce della Bazzi differiscono dalla versione del 10 gennaio. Si parla, ad esempio, di colloqui con le vittime dopo che erano state colpite, di arrivi delle vittime in modo diverso da quanto dice l'accusa, della presenza o meno della luce. Elementi che non sono particolari ma il nocciolo della storia». Quale sarà, dunque, la strategia della difesa' «Confutare l'ipotesi accusatoria della Procura, a partire dalla ricostruzione dei fatti che cercheremo di smentire basandoci solo su dati scientifici».

Corriere di Como 11 marzo 2008 Mauro Peverelli

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