martedì 4 marzo 2008

GRAVINA, IL PM: "PAPPALARI POTREBBE UCCIDERE ANCORA"

Ci sarebbe anche il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato di omicidio alla base del parere negativo espresso dalla procura di Bari alla richiesta di scarcerazione presentata dal legale di Filippo Pappalardi, detenuto per il duplice omicidio volontario dei figli, Ciccio e Tore, scomparsi da Gravina il 5 giugno 2006 e ritrovati ormai privi di vita il 25 febbraio scorso. Secondo quanto si e' appreso nel parere contrario del pm Antonino Lupo, non sarebbe piu' paventato il pericolo di fuga di Pappalardi, ma il quadro accusatorio della procura non sarebbe affatto mutato dopo il ritrovamento dei cadaveri dei due fratellini. In merito alla richiesta di scarcerazione decidera' il giudice per le indagini preliminari, Giulia Romanazzi, entro venerdi', sulla base del parere negativo depositato ieri, pero', non vincolante. "Ogni presunta deduzione circa la sopravvivenza dei bambini dopo la caduta, e i movimenti di uno o di entrambi all'interno della cisterna, non aiuta certamente ad affermare di per se' - e' scritto nel parere della procura - che la condotta del Pappalardi non abbia avuto alcuna incidenza causale sulla tragica precipitazione dei fratellini". Secondo gli inquirenti, infatti, non ci sarebbe "ogni altro dato oggettivamente serio o di provenienza scientifica, cioe' rinveniente dagli approfondimenti in corso di polizia scientifica e da quelli medico legali, di cui nulla si conosce ad oggi per la brevita' dei tempi". Per la procura, dunque, l'ipotesi accusatoria si baserebbe sulle "testimonianze convergenti" dei ragazzini che avrebbero giocato con Ciccio e Tore la sera della scomparsa. Infine, ci sarebbero anche le "reticenze e i falliti alibi" di Pappalardi, a sostegno dell'ipotesi della procura, e le intercettazioni ambientali. (AGI) - Bari, 4 marzo -

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