Ascoltati in Aula i verbali ritrattati, "non mi trovo pentita"
Milano, 10 mar. (Apcom) - Rosa Bazzi, imputata con il marito Olindo Romano per la strage di Erba, era ossessionata da Azouz Marzouk, il vero obiettivo della sua furia omicida. E' quanto emerge dalle tre confessioni del 2007, poi ritrattate, ascoltate oggi in Aula di fronte alla Corte d'Assise di Como. Quella sera "Era lui il mio scopo - ha detto la Bazzi in lacrime il 24 febbraio di fronte alla telecamera del criminologo Massimo Piccozzi, riferendosi al vicino di casa che l'11 dicembre 2006 ha perso moglie, figlio e suocera -. Vedevo lui sulla Raffaella, sulla mamma, sul bambino e sulla signora di sopra. Vedevo lui che mi sorrideva soddisfatto". Per l'imputata, che come il marito oggi ha deciso, per la prima volta, di non partecipare all'udienza, la strage fu una reazione esagerata, "volevamo solo spaventarli", ai tanti torti subiti dai vicini di casa.
Un calvario culminato, tre settimane prima della strage, in una presunta violenza sessuale da parte di Marzouk, che la donna avrebbe nascosto a tutti, perfino al marito, per paura della sua reazione. "Mi ha preso dalla schiena - ha raccontato la donna il 6 giugno ai pm - e ha incominciato a dirmi che senza di me non ce la faceva più a vivere e che voleva lasciare Raffaella". Il tunisino avrebbe poi cominciato a spogliarla: "Ho cercato di difendermi più che potevo. Lui mi ha preso, mi ha sbattuto sul divano e mi ha strappato i vestiti. Si è abbassato i pantaloni e ha fatto quello che doveva fare: è entrato nel mio corpo". Accuse che hanno suscito la reazione di Azouz, presente in Aula fino al primo pomeriggio: "Non ho mai tradito Raffaella - ha scritto in un messaggio affidato al suo legale che annuncia querele - la amavo troppo. Il racconto della bella signora non merita commenti... E comunque, come è facile immaginare, non è mai stato il mio tipo".
"Non ce la facevo più - ha continuato l'imputata di fronte al criminologo riferendosi alla presunta violenza sessuale subita da Marzouk - Ogni volta che chiudo gli occhi vedo quella scena. Quando sono salita vedevo lui sul divano che mi strappava i vestiti. Non so chi ho colpito perché non si vedeva, pensavo di avere fatto del male anche a Olindo, poi, ho toccato anche il bambino. Mi sentivo addosso il suo odore. Vedevo la faccia di lui che mi sorrideva soddisfatto - ha continuato sempre riferendosi a Marzouk - e anche io mi sono tolta una soddisfazione. Non c'era nessuna legge, nessuno che mi aiutasse, me la sono fatta da me e non mi trovo pentita".
Nel video Rosa Bazzi riferisce di avere vissuto l'aggressione come un gesto di liberazione e di riscatto: "Mi sentivo forte anche io. Quando siamo usciti e loro erano ancora vive - ha detto riferendosi a Raffaella Castagna e alla madre Paola - mi sono detta anche io sono diventata forte. Anche io sapevo che potevo difendermi". Una delle vittime è però il piccolo Youssef: "Ho cercato di tenerlo tranquillo e quando lui mi ha visto mi ha detto ciao, si è tranquillizzato". Poco dopo, ha continuato l'imputata, è intervenuta Raffaella e il bambino "si è messo a gridare e nel momento in cui gridava gli ho puntato il coltello alla gola".
L'undicesima udienza del processo si è conclusa con la decisione della Corte di ridurre, da 150 a una trentina, il numero dei testimoni della difesa che inizieranno a deporre il 13 marzo.
10 marzo 2008
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