giovedì 13 marzo 2008

Processo Erba: Rosa, intercettazione inedita

Processo per la strage Attese le mosse della difesa nell'udienza di domani

La donna voleva evitare le ammissioni di Olindo

Sembra seduta su una sedia che scotta. Sa che, nella sala vicina, il pm Massimo Astori sta torchiando il marito. Teme che Olindo possa cedere e così Rosa Bazzi tenta un gesto quasi disperato. Non sapendo di essere 'spiata' dalle cimici piazzate dal magistrato e dai suoi collaboratori. Si avvicina alla giovane agente della polizia penitenziaria del Bassone, sezione femminile, e tenta di 'corromperla'. «Senta - chiede una Rosa Bazzi intenerita - riesce a portare una notizia a mio marito'». La ragazza abbozza un sorriso. «Cosa dovrei dire a suo marito, signora'». «Che mi prendo tutto io' (la colpa della strage, ndr). E glielo dica che a me non pesa stare qui dentro».Ma il tentativo di Rosa va a vuoto. L'agente spiega che non può fare nulla di tutto ciò. «Senta, se lei vuole queste cose le deve dire al magistrato, non a me'».Rosa sospira e chiude gli occhi. Sono le 15.22 del 10 gennaio 2007, giorno in cui i coniugi di Erba hanno confessato la strage. L'interrogatorio di Olindo è appena iniziato e Rosa prova la carta della disperazione. Dal fascicolo della Procura, però, emergono anche altre conversazioni di quel giorno. In diversi orari della giornata. Con una Rosa sempre più agitata. Fino a quando arriva a chiedere alla ragazza che la sorveglia a vista: «Ma adesso che abbiamo detto queste cose, voi ci tratterete male' Mi raccomando di no, ve lo chiedo per mio marito». Una Rosa che si prodiga per limitare i danni di Olindo. Forse perché - come lei stessa ha poi ammesso nella confessione trasmessa in Corte di Assise - si è resa conto di avere «rovinato la vita al marito» con la sua scelta di salire nella casa di Raffaella Castagna. Ma poi tutto questo è stato ritrattato.
Corriere di Como Marco Romualdi

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