lunedì 3 marzo 2008

Fratellini Gravina: il pellegrinaggio alla cisterna

PER CICCIO E TORE LESIONI DA CADUTA

di Roberto Buonavoglia

GRAVINA IN PUGLIA (BARI) - Papà con figli piccoli in braccio che pregano davanti alla vecchia masseria abbandonata, mamme che spingono i passeggini e lasciano mazzi di fiori davanti al casolare, ragazzine che portano peluche, messaggi e uova di pasqua davanti al luogo dell'orrore in cui sono stati trovati lunedì i cadaveri di Ciccio e Tore Pappalardi. E' un pellegrinaggio triste quello che centinaia di persone hanno compiuto in via Consolazione per rendere omaggio ai "due angeli di Gravina" sulla cui "triste fine" ha parlato il Papa all'Angelus dicendo si essere "profondamente colpito". Mentre la gente, all'esterno della casa dalle 'cento stanze', continuava a chiedersi il perché di una morte così assurda, e se il papà dei due ragazzini debba continuare a restare in carcere, nella vecchia masseria i medici legali raccoglievano nuovi elementi per capire se la morte dei due fratellini sia stata causata da un incidente o dall'improbabile azione di un assassino. Le prime conferme sono arrivate dal medico legale nominato dalla procura, Francesco Introna, che al termine del sopralluogo ha detto: "Abbiamo fatto delle analisi, è stato detto che sui corpi di Ciccio e Tore non ci sono segni di violenza, abbiamo trovato delle lesioni compatibili con una precipitazione".E subito dopo ha rivelato che sono cinque e non tre i punti di accesso al cunicolo della cisterna in cui sono stati trovati i cadaveri: i tre punti finora conosciuti sono nel cunicolo verticale ad un'altezza di sei, 16 (da qui sarebbe precipitato Ciccio) e 22 metri dalla cisterna; gli altri due, quelli trovati oggi, si troverebbero sul soffitto della cisterna ma da lì non sarebbe potuto precipitare nessuno. Cosa sia successo in quella casa la sera del 5 giugno 2006, quando Ciccio e Tore scomparvero, nessuno lo sa spiegare. E forse rimarrà per sempre un mistero dato che sono passati 20 mesi e molte tracce utili sono scomparse. Tracce di unghiate "evidenti e sovrapposte" sono state trovate su una parete, si è appreso da fonti vicine alle indagini. Questo proverebbe che uno dei due fratellini, quasi certamente Salvatore, ha tentato invano di guadagnare l'uscita dalla cisterna. E' certo che accanto al cadavere di Salvatore sono state trovate due palline da biliardino (oltre ad un evidenziatore e alla batteria di un cellulare) ed è certo che nella vecchia masseria c'é un deposito di flipper e biliardini arrugginiti. Quindi - si chiede qualcuno - è possibile che quella sera i fratellini siano andati nella casa per giocare, così come facevano spesso? Marco, che ha 16 anni, e che in quella vecchia masseria ha scorrazzato fino a due anni fa, racconta che lui e i suoi amici andavano a giocare in quel deposito. E forse lo facevano ancora tutti i frequentatori abusivi di quella casa maledetta. Ma si tratta di ipotesi. L'unica certezza è che col passare delle ore il quadro indiziario a carico di Filippo Pappalardi, in carcere per omicidio e occultamento di cadavere, si sgretola sempre più. Con gli elementi che ha - pensano in molti - la pubblica accusa non sarà mai in grado di provare, in un processo, che l'uomo abbia ucciso i figli. Certo, Filippo Pappalardi ha detto un cumulo di bugie, ha depistato colpevolmente le indagini: ma basta questo per lasciarlo in carcere con un'accusa così infamante? Entro martedì si conoscerà quale parere darà la procura alla richiesta di scarcerazione di Pappalardi. Poi, forse entro cinque giorni, deciderà il gip. Intanto, stamattina, durante la messa del fanciullo, da don Michele Paternoster, parroco della chiesa di San Matteo che i due fratellini frequentavano, è arrivato un messaggio che alla comunità è sembrato come un'assoluzione nei confronti di Pappalardi. "Preghiamo - ha detto il parroco - sia per il papà che per la mamma di Ciccio e Tore affinché possano trovare la forza di affrontare questi momenti difficili, perché soffrono entrambi per la morte dei loro figli".
3 marzo 2008

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