Salvatore sarebbe entrato nel pozzo della morte in un secondo momento, per aiutare Francesco, dopo avergli lanciato un secchio con una corda. Intanto domani il Gip deciderà sulla scarcerazione del padre
Roma, 9 marzo 2008 - Nell'ambito dell'indagine sulla morte dei fratellini di Gravina, la polizia sta valutando l'ipotesi che Tore sia entrato nel pozzo in un secondo momento, per aiutare Francesco, dopo avergli lanciato un secchio con una corda.
Lo scrive oggi 'Il Giornale', secondo cui gli inquirenti starebbero valutando sia la distanza tra i corpi dei due fratelli Pappalardi, sia il fatto che Tore sia stato ritrovato aggrappato a un secchio.
Gli investigatori si starebbero in particolare concentrando sulla corda spezzata, per stabilire se la rottura sia stata di molto precedente alla morte dei due fratelli - quindi se la fune si trovasse già lì - o se il lancio del cavo e la successiva rottura possano coincidere con i giorni dell'agonia di Tore e Francesco. In questo caso, si potrebbe ipotizzare un tentativo di soccorso.
SCARCERAZIONE
Intanto è attesa per ldomani la decisione del Gip Giulia Romanazzi sulla richiesta di scarcerazione di Filippo Pappalardi, il padre dei due fratellini di Gravina trovati morti in una casolare a ridosso del centro storico. Attualmente l'uomo detenuto a Velletri con l'accusa di duplice omicidio.
La Procura ha espresso parere negativo sulla richiesta avanzata dal legale di Pappalardi, avvocato Angela Aliani che in subordine ha chiesto i domiciliari. Filippo Pappalardi ha sempre negato ogni addebito come ha fatto anche giovedì scorso dinanzi al Gip.
E a Gravina c'è chi ha organizzato una raccolta di firme per sollecitare la scarcerazione di Pappalardi mentre proseguono a ritmo serrato le indagini, anche ieri c'è stato un sopralluogo della scientifica nella cisterna del casolare abbandonato dove i corpi dei due fratellini sono stati trovati.
Quotidiano. net 9 marzo 2008
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