19 marzo 2008 alle 17:36 — Fonte: repubblica.it
L’uomo che sgozzò Mario Frigerio aveva gli occhi neri come quelli di Olindo.
A sostenerlo fu lo stesso superstite della strage di Erba durante il primissimo colloquio con il sostituto procuratore Simone Pizzotti avvenuto il 15 dicembre 2006, quattro giorni dopo il massacro. Un particolare inedito emerso solo in queste ore dopo il deposito delle trascrizioni, con la forma della perizia, delle dichiarazioni che l’anziano commerciante rese in ospedale appena uscito dal coma. Rispondendo ad una specifica domanda del magistrato, Frigerio rispose senza esitazioni “occhi neri, come Olindo”. Purtroppo le difficoltà nel parlare causate dalla recisione di una corda vocale, impedirono all’uomo di farsi capire tanto che il Pm pare non si fosse reso conto di quella affermazione che, ora, riemerge proprio dalla perizia disposta dal Presidente della Corte d’Assise di Como, Alessandro Bianchi, e che verrà discussa nell’udienza del 26 marzo.
Il collegio peritale (Massimiliano Favarato di Parma per il Tribunale, Luca Ganzetti di Como per la Procura e da Raffaele Pisani di Rivoli per le difese; le parti civili non hanno nominato alcun perito) nelle loro conclusioni depositate in cancelleria scrivono fra l’altro che il killer di Frigerio “aveva occhi neri, come (Olindo) e abbastanza grossi”. Il nome dell’ex netturbino viene scritto fra parentesi perché l’interpretazione delle parole non è nitida da consentire assoluta certezza. Tuttavia sembra apparire un’ulteriore ‘mazzata’ per la difesa degli imputati(gli avvocati Enzo Pacia, Luisa Bordeaux e Fabio Schembri) che hanno sempre contestato la testimonianza.
Proprio per fugare i dubbi, il tre marzo scorso Bianchi dispose la perizia sui tre colloqui avuti da Frigerio con gli inquirenti. Il primo risale al 15 dicembre 2006, quello in cui fornisce una prima ricostruzione dell’accaduto e una prima descrizione dell’aggressore spiegando che era “un uomo grande e grosso, con la pelle olivastra”. La seconda registrazione, è del 20 dicembre, quando, davanti al luogotenente dei carabinieri di Erba Luciano Gallorini e ai Pm Astorri e Pizzotti, perfeziona il suo racconto indicando in Olindo Romano colui che lo sgozzò.
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