martedì 4 marzo 2008

Fratellini Gravina/sindaco scrive a presidente Regione Puglia

Scritto da Pasquale Dibenedetto
martedì 04 marzo 2008 20:39
Il sindaco di Gravina ha scritto al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, prendendo spunto dalla tragica conclusione della vicenda dei due fratellini Pappalardi.
Caro Presidente,
ora che sono i giorni dei sentimenti spezzati dall'angoscia, per quel filo di speranza irrimediabilmente reciso,voglio dirti alcune cose.
Ricorderai - per avertene parlato a voce e per iscritto per il tramite de La Gazzetta - le mie riflessioni sulle straordinarietà ed urgenze urbane del centro storico e del nucleo antico di questa città.
Ricorderai le mie insistenze perchè i rappresentanti delle istituzioni regionali scendessero qui per conoscere questa reale complicazione urbana. Soltanto la conoscenza stendhaliana di questa,come di altri pezzi di Puglia,avrebbe provocato le intelligenze e le emozioni adeguate.
Più volte ho raccontato come qui si possa entrare su di una sorta di macchina del tempo per scendere giù,sempre più giù,fino agli inferi,per arrotolare o srotolare i secoli e guadagnare persino il com'era durante l'assedio saraceno, i giorni dell'arrivo di Silla o di Alessandro il macedone.
Questa enormità urbana -un secolo sull'altro- si mantiene e sostiene come scala di bicchieri di cristallo,gli uni sopra gli altri. In bilico. L'ospite si emoziona ma poi s'indigna.
La sensibilità della storia che si fa persona si arrovella,si arrampica,si fa ciclope e poi nessuno. Quindi, con il basta finisci con il convivere.
Le speranze solitarie si esauriscono sempre in rese incondizionate,per cui,prima che qualcuno o qualcos'altro cancelli anche questo memo umanissimo, tenerissimo e tragico,ti chiedo di valutare la estrema,eccezionale urgenza di un punto all'ordine del giorno del Consiglio regionale pugliese perchè la questione etica ed istituzionale sulla conoscenza di questa città,martoriata dagli abbandoni e dall'indifferenza,porti alla rapida istituzione di una taskforce in grado di rassicurare i tumulti di sentimenti in disordine e di porre mano in tempi strettissimi alla realizzazione di sicurezze urbane. E così da piazza Arcangelo Scacchi,scendendo per via Matteotti sino alla punta di via Marconi,attraversata piazza della Repubblica e piazza Plebiscito,assisti ad un disastro ambientale. Una pavimentazione colabrodo con l'acqua che penetra,scivola rapidamente sotto a colmare cantine,foggiane e grotte per sbriciolare,prima o poi,anche le fondamenta dei palazzi circostanti. Per lutti che potranno ripetersi. Il rione Piaggio è abbandonato da quarant'anni,mentre le case sventrate ed implose si aprono negli anditi pericolanti,nei pozzi e sotterranei,invitanti ad un degrado senza limite.
Il rione Fondovito,pure abitato,si rappresenta ancora più pericolosamente per la presenza di voci,di odori,di grida di bambini.
La città del burrone si offre al sole ed alla luna,alle nebbie ed al gorgoglio delle acque de La Gravina tra chiese rupestri e meandri di grotte,riuscendo persino a disegnare una geometria dell'acqua piovana per una sete antica.
A Matera,un giorno dei primi anni cinquanta, scese il Presidente De Gasperi,si commosse,forse pianse e i contadini presero a risalire dai bassifondi. Qui,a poco più di venti chilometri,non è ancora mai sceso nessuno per commuoversi e forse piangere. Qui abita l’ira.
Come vedi,una storia lunga,sofferta,ingiusta,e pure sconcia. Sconcia.
Notizie online 4 marzo 2008

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