Cambia ancora una volta la strategia difensiva del legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano. Durante l’ultima sentenza, avvenuta a Como, lo scorso 13 marzo gli avvocati Enzo Pacia, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux hanno ricostruito in aula i tempi del quadruplice omicidio, escludendo il coinvolgimento dei propri assistiti.
Per la difesa, non sarebbero mai potuti bastare poco meno di cinque minuti per aggredire, uccidere, appiccare un incendio e poi fuggire via senza essere notati: anche un testimone sembrerebbe aver dichiarato di aver visto le luci dell’appartamento dei Romano spente, la sera dell’11 dicembre, e affermato che alle 19.30 la loro auto già non c’era più.
L’obiettivo dei legali mira a collegare la strage alle aggressioni subite in carcere da Azouz Marzouk, il marito di Raffaella Castagna finito, finito in manette per spaccio di stupefacenti. Si punta quindi a dimostrare il presunto reale movente della strage, riconducibile ad alcuni testimoni depennati precedentemente dal Presidente Alessandro Bianchi della Corte d’Assise.
Si tratterebbe dunque di liti banali che avrebbero portato il tunisino (che nella strage ha perso la moglie e il figlio) a subire aggressioni reiterate da parte di detenuti italiani legati alla criminalità organizzata, costringendolo in questo modo, come raccontato in aula da due agenti della polizia penitenziaria, a cambiare più volte sezione all'interno del penitenziario del Bassone di Como. E secondo gli avvocati, anche Raffaella Castagna, moglie di Azouz, sarebbe stata coinvolta in queste “discussioni” e persino minacciata in un’occasione.
Alcuni testimoni avrebbero raccontato che proprio Raffaella avrebbe riferito di essere stata seguita da un’auto di grossa cilindrata e poi minacciata. Una circostanza confermata anche da Maria Ines Valli, amica della donna, che però ha sottolineato che la Raffaella fosse “molto più spaventata quando era stata seguita dagli imputati … Ricordo il terrore di quando l’hanno seguita e delle tantissime minacce subite da loro”. Il processo riprenderà martedì 18 marzo con la testimonianza di tre carabinieri del Ris di Parma che hanno eseguito alcune analisi sul luogo della strage.
Fiore Angela
Barimia 18 marzo 2008
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