mercoledì 5 marzo 2008

Gravina: stamattina è cominciata l'autopsia

Iniziate le autopsie sulle due salme dei piccoli di Gravina ritrovati morti dentro una cisterna, caduti forse per un incidente di gioco e scomparsi per quasi due anni
BARI - Sono cominciate le autopsie su Ciccio e Tore Pappalardi, i fratellini i cui cadaveri sono stati trovati il 25 febbraio scorso nella cisterna di una masseria disabitata a Gravina in Puglia (Bari). L’esame si tiene nell’istituto di medicina legale del policlinico di Bari. I medici legali nominati dalla procura, Francesco Introna e Vito Romano, assieme a Luigi Strada, consulente di Filippo Pappalardi, accusato di aver ucciso i figli, hanno cominciato a fare i rilievi fotografici. Poi cominceranno con l’esame autoptico che servirà ad accertare essenzialmente i tempi di sopravvivenza dei fratellini nella grande cisterna interrata ed eventuali lesioni non compatibili con la precipitazione. Secondo le ipotesi finora fatte, Ciccio sarebbe morto qualche ora dopo a causa delle numerose e importanti lesioni ad una gamba e al bacino; Tore, invece, potrebbe essere sopravissuto anche per 48 ore, perchè su di lui è stata finora evidenziata un piccola frattura ad un piede. Quindi, per il più piccolo dei fratellini è quasi certa la morte per inanizione, cioè di fame e di freddo.
LA PROCURA: NON SCARCERATE IL PADRE PUO' UCCIDERE DI NUOVO Filippo Pappalardi non deve essere scarcerato per due motivi: può uccidere ancora e può inquinare le prove. Ne è sicura la procura di Bari che ha chiesto al gip Giulia Romanazzi di respingere l’istanza di scarcerazione avanzata dal legale dell’indagato. Il giudice depositerà la propria decisione quasi certamente il 7 marzo: solo allora si saprà se Pappalardi potrà tornare a casa. Secondo il ragionamento degli inquirenti, Pappalardi, poichè durante le indagini ha costretto i suoi familiari a dire il falso e a comportarsi come lui voleva, se questi dovessero disattendere le regole sarebbe in grado di far loro del male, fino ad ucciderli. Poi è in grado di inquinare le prove, come ha fatto finora, facendo perdere le proprie tracce, per due ore, la sera del 5 giugno 2006 dopo la scomparsa dei figli, Ciccio e Tore, trovati morti nella cisterna di una vecchia masseria disabitata il 25 febbraio. Inoltre – secondo il procuratore Emilio Marzano e il pm Antonino Lupo – contro l’indagato c'è un «corposo corredo probatorio e indiziario» che non è venuto meno dopo il ritrovamento dei cadaveri, anzi è avvalorato dal fatto che i piccoli sono morti.
LA MAMMA: SE SI FOSSERO ASCOLTATI I BAMBINI, LA TRAGEDIA SI POTEVA EVITARE «Se i due bambini fossero stati ascoltati in precedenza o chi di dovere li avesse tutelati in maniera adeguata magari questo dispiacere si poteva evitarlo». Lo ha detto Rosa Carlucci, la madre di Francesco e Salvatore Pappalardi «Questo - ha aggiunto - indipendentemente da come sono andate effettivamente le cose. Sta alla Scientifica decidere. Se ci sono delle respnsabilità sia fatta giustizia e chiarezza». «Ciccio e Tore non sono stati ascoltati nel loro desiderio, tipico di ogni bambino: essere liberi di crescere da bambini. Gli hanno impedito questo. Non meritavano di fare quella fine». Quanto al riconoscimento dei corpi fatto nell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari la donna ha affermato: «non auguro a nessuna mamma di trovarsi davanti a quello che ho visto io. E’ la cosa più crudele che un’istituzione ti può fare».
Gazzetta del Mezzogiorno 5/3/2008

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