PROCESSO PER LA STRAGE DI ERBA
«Questa perizia non corrisponde al vero», attaccano i tre avvocati dei coniugi Romano, Enzo Pacia, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, che ora chiamano in causa, in modo diretto, il consulente della società di Padova che ha effettuato l'ultima 'traduzione' per conto della Corte di Assise di Como. La perizia depositata ieri riporta una frase pronunciata da Mario Frigerio davanti al pm Simone Pizzotti, quattro giorni dopo la strage: «Occhi neri come Olindo».
Ora la perizia ha valore di prova nell'ambito del processo. Le prime parole di Mario Frigerio al suo risveglio dal brutto incubo della strage fanno litigare ancora le varie parti in causa. Secondo Manuel Gabrielli, avvocato dell'unico superstite della strage, la perizia è l'ulteriore conferma della bontà delle dichiarazioni fatte da Mario Frigerio in aula.
E se anche i legali di parte civile leggono favorevolmente l'esito della consulenza, quelli della difesa ribattono che i loro consulenti non hanno trovato traccia di queste parole. Sarà aspra battaglia in Corte d'Assise mercoledì prossimo alla ripresa del processo. Probabile che l'intera registrazione possa essere fatta sentire in aula per cercare di risolvere gli ulteriori contrasti. A Lecco, intanto, ieri ha avuto luogo la prima uscita ufficiale di Azouz Marzouk dalla casa dove si trova agli arresti domiciliari. Un'uscita all'insegna della cortesia. Prima al supermercato vicino a casa, poi in un negozio di frutta e verdura, infine in tabaccheria per le sigarette. Il tutto in un'ora. Tra sorrisi e strette di mano. Ma anche qualche abbraccio e pacche sulle spalle. Azouz ha cancellato così quasi di colpo le polemiche e le proteste per la sua presenza nello stabile di via Trento a Lecco, a due passi dal lungolago, dove si trova da martedì per avere ottenuto una misura meno pesante del carcere dal gip di Como, Luciano Storaci.
E se martedì qualche residente aveva osteggiato il giovane tunisino, rimasto vedovo della moglie nella strage di Erba e poi finito nei guai per spaccio di droga, ieri gli stessi vicini si sono presentati a casa sua con un piatto di pasta fumante. La conferma viene dal legale di Azouz, Roberto Tropenscovino, che ha accompagnato il ragazzo stamane nella sua ora a disposizione per le incombenze quotidiane. «Una situazione che mi ha persino commosso - ha detto Tropenscovino - Ho visto l'affetto vero a dispetto di qualche voce fuori dal coro dei giorni scorsi. Per Azouz, comunque, garantisco io».
Marco Romualdi Corriere di Como 21 marzo 2008
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