martedì 15 gennaio 2008

Strage di Erba: Azouz ha ancora voglia di combattere

Il no del giudice per le indagini preliminari di Como, Luciano Storaci, agli arresti domiciliari non sembra avergli tolto la voglia di combattere. A cominciare dal processo per la strage di Erba, dove sarà in aula a qualsiasi costo per guardare negli occhi la coppia accusata di aver ucciso sua moglie, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la suocera Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. È un Azouz sicuro e deciso quello che ieri ha incontrato, nella cella del carcere di Vigevano dove è sempre rinchiuso perché accusato di spaccio di droga, il suo avvocato Roberto Tropenscovino. E al legale ha subito detto che lui vuole essere in aula a Como per il processo della strage di via Diaz: «Ho perso tutta la mia famiglia, ho il diritto di partecipare», ha dichiarato con piglio deciso il tunisino che ha così rivelato - e ribadito - l'intenzione di esserci sempre, in ogni occasione, anche da detenuto. Un problema in più per la gestione dell'aula dell'Assise con tre detenuti: i due coniugi Romano, Rosa e Olindo, imputati della tremenda strage, e il giovane Azouz Marzouk, accusato di tutt'altro, comunque in condizione di detenuto. L'avvocato Tropenscovino, così, partito per Vigevano con l'intenzione di far cambiare idea al vedovo di Raffaella, ha dovuto prendere atto della grande determinazione del proprio assistito.«L'ho trovato meno teso degli altri giorni - è stato il commento dell'avvocato, che ha parlato a lungo con Azouz cercando di spiegargli il perché del no del giudice Storaci che lo manterrà in carcere anche per le prossime settimane, almeno fino alla chiusura delle indagini - Sembra avere accettato la decisione anche se è sempre convinto di riuscire a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dalla Procura e dal piemme Massimo Astori». Parere ben diverso, ovviamente, quello del pubblico ministero, che va avanti con interrogatori di clienti e accertamenti. Ma se il gip ha detto no ai domiciliari a Lecco - anche, tra i molti motivi, per la vicinanza con i luoghi dello spaccio - Tropenscovino non intende arrendersi. Probabile, a tal proposito, un ricorso al Riesame per attenuare la misura cautelare di Azouz. «Leggerò ancora gli atti e le spiegazioni del giudice Storaci - ha concluso l'avvocato del giovane tunisino - ma credo proprio che presenterò ricorso. Forse la decisione potrebbe arrivare dopo il via del processo, ma è una strada che vogliamo percorrere. Anche perché il rigetto, a mio giudizio, lascia aperta la porta ad altre possibilità. Non è un no tranciante per il mio assistito».
Marco Romualdi-Corriere di Como 13 gennaio 2008

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