sabato 12 gennaio 2008

ARRESTO AZOUZ: LEGALE, FORSE RICORSO DOPO RIFIUTO DOMICILIARI

(AGI) - Como, 12 gen. - "Non escludo di far ricorso contro la decisione del Gip che ieri ha negato gli arresti domiciliari al mio assistito": lo ha affermato l'avvocato Roberto Tropenscovino che cura gli interessi di Azouz Marzouk non solo come parte civile al processo nei confronti dei coniugi Romano, ma anche per le accuse di spaccio di droga. Questa mattina il legale e' andato a rendere visita al tunisino detenuto nel carcere di Vigevano con l'accusa di aver avuto un ruolo non proprio secondario nei traffici e nello spaccio di sostanza stupefacenti gestito dalla 'banda dei tunisini di Merone' anche dopo la strage di Erba. "Ho comunicato al mio assistito la decisione del giudice e ci e' rimasto molto male. Sperava di ottenere i domiciliari; che non fosse cosa facile glielo avevo detto nei giorni scorsi. Ora valuteremo assieme se fare ricorso, cosi' come valuteremo insieme l'opportunita' di esser presenti al processo contro chi gli ha distrutto la famiglia. Sarebbe paradossale - ha aggiunto Tropenscovino - vedere carnefici e vittima gli uni acconto all'altro nella stessa gabbia seppur separati dalle sbarre. In questi giorni appare sempre piu' demoralizzato e nervoso e per rilassarsi continua a scrivere le sue memorie in un libro per meta' in arabo e per l'altra in italiano". Nella sua ordinanza, sette pagine in tutto, il gip Storaci, spiega che non ci sono le condizioni per concedere i domiciliari e che la famiglia prescelta, quella del lecchese Marco Sancassani, non appare idonea per accoglierlo. Lo stesso magistrato titolare delle indagini nel spiegare la sua opposizione aveva sottolineato che l'abitazione di Sancassani e' "sin troppo vicina ai luoghi dello spaccio" e aveva inoltre sottolineato la carenza di garanzie nell'offrire vitto e assistenza quotidiana all'ospite. Il gip nell'ordinanza spiega pure che Azouz, come risulterebbe dalle indagini della guardia di finanza di Erba, avrebbe avuto un ruolo "organizzativo e rilevante (insieme al fratello Fahmi) per l'approvvigionamento dello stupefacente" anche dopo la strage di Erba. Nelle sette pagine di ordinanza, infine, il magistrato si sofferma a lungo sul ruolo di Azouz nell'attivita' di spaccio richiamandosi alle motivazioni del pubblico ministero laddove si sottolinea che "poco importa se si contesta un numero inferiore di episodi di spaccio 'porta a porta'. Quel che conta e' il ruolo avuto nell'organizzazione". Ruolo, secondo gli inquirenti e lo stesso gip, tutt'altro che di secondo piano. (AGI)

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