martedì 8 gennaio 2008

Arresti domiciliari ad Azouz. Formalizzata la richiesta

ACCUSATO DI SPACCIO DI DROGA

«Sono qui per chiedere gli arresti domiciliari. Secondo me, ora come ora, non ci sono più motivi per una custodia cautelare in carcere. Inchiesta quasi finita, non ravviso alcun motivo di fuga, reiterazione del reato, e tantomeno di inquinamento delle prove». Si è presentato così, moderatamente fiducioso, Roberto Tropenscovino al Tribunale di Como. Il legale lecchese di Azouz Marzouk ha prima fatto un salto nell'ufficio del pm Massimo Astori e poi è salito al piano superiore nell'ufficio del gip Luciano Storaci, che oltre un mese fa ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare per il 27enne tunisino che nella strage di Erba del dicembre 2006 ha perso la moglie, il figlio di 2 anni e la suocera.L'avvocato ora chiede l'uscita di Azouz dal carcere di Vigevano dove il tunisino è detenuto perché accusato di spaccio di droga assieme a un gruppo di connazionali. Non ha formalizzato la richiesta di scarcerazione, ma almeno gli arresti domiciliari. E per questo Tropenscovino, per essere credibile al massimo, ha anche indicato una famiglia dell'hinterland lecchese che sarebbe disposta - in mancanza di un altro luogo adatto - a ospitare il giovane tunisino nel periodo di 'domiciliari': padre operaio, madre casalinga e due figli adolescenti. Sono disposti ad avere Azouz con loro da sera a mattina, anche se dovranno fare i conti con il prezzo della notorietà. Lo sanno e hanno accettato i rischi. Loro ci hanno messo la buona volontà per dare un tetto ad Azouz, il suo legale pure.Adesso, però, la parola decisiva spetta al gip Storaci, lo stesso che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare un mese fa. Prima dovrà sentire il parere - comunque non vincolante sulla decisione finale - del pm Astori che si dovrà pronunciare sul sì o sul no all'uscita di Azouz dalla cella. Nel decidere, però, il giudice dovrà certo tenere conto della sistemazione prevista da Tropenscovino per Marzouk, ma anche dei nuovi sviluppi dell'inchiesta sullo spaccio. Le oltre 100 persone che sono state finora sentite dagli inquirenti, coordinati dal pm Astori, avrebbero spesso tirato in ballo proprio Azouz come presente al momento dello scambio della droga. E se la sua posizione, inizialmente, sembrava defilata tanto da far pensare a una facile scarcerazione, ora non sarebbe più così. E non si spiegherebbe altrimenti la lunga permanenza in carcere al pari degli altri fermati: oltre un mese in cella, senza alcun passo ufficiale se non da parte di altri due indagati, la cui richiesta di scarcerazione è stata però rigettata dal gip e dal Tribunale del Riesame. Ora tocca ad Azouz. La decisione sulla sua possibile uscita dal carcere di Vigevano è attesa entro sabato prossimo. Cinque i giorni di tempo che il gip ha a disposizione e che probabilmente si prenderà per intero.Azouz, intanto, sembra non avere ripercussioni di 'immagine', anche se è da diverso tempo che non si vede in tv o sui giornali. A fine mese, quasi in contemporanea con l'inizio del processo per la strage di Erba, è prevista l'uscita degli occhiali da sole che portano il suo nome. In fase avanzata anche il progetto del libro di Marzouk, scritto in queste lunghe settimane di carcere e in vendita forse già entro l'estate prossima.
Marco Romualdi

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