Non ammessa la testimonianza dell'avvocato di Mario Frigerio
Ascoltati i vicini di casa di vittime e presunti assassini delll'efferato omicidio. Ammesse tutte le prove testimoniali e documentali delle parti civili, del pm Massimo Astori e della difesa
Como, 30 gen. (Adnkronos) - Secondo giorno del processo per la strage di Erba. Il presidente della Corte d'Assise Alessandro Bianchi del Tribunale di Como, dopo un'ora di Camera di Consiglio, questa matttina ha ammesso tutte le prove testimoniali e documentali delle parti civili, del pm Massimo Astori e della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, imputati della strage. Tutte le prove sono già contenute nel fax inviato alla Procura e approvato dalle parti.Non è stata invece ammessa la testimonianza - definita superflua dal presidente Bianchi - dell'avvocato Manuel Gabrielli, legale di Mario Frigerio, unico sopravvissuto della strage dell'11 dicembre 2006 in cui morirono Raffaella Castagna, il figlio Yussef di 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.Dopo le ammissioni sulle fonti di prova, è la volta dei primi testimoni dell'accusa. A raccontare la sera della strage prima i quattro vicini di casa di vittime e presunti assassini, poi interverrà uno dei Vigili del Fuoco, tra i primi soccorritori, e un medico del 118 che trovò i quattro corpi delle vittime e soccorse l'unico sopravvissuto e testimone oculare del quadruplice omicidio.Secondo quanto ricostruito da Vittorio Ballabio, che vive in uno degli appartamenti della corte in cui avvenne la strage, erano ''le 20,20 quando, scuotendo la tovaglia, ho notato il fumo uscire dal palazzo di Raffaella'', ricorda davanti ai giudici del tribunale di Como. Un fumo sempre più 'consistente', così l'uomo indossa le scarpe e citofona al vicino Glauco Bartesaghi, volontario dei Vigili del Fuoco. In meno di un minuto raggiungono l'ingresso di casa Castagna dove vedono il corpo di Raffaella e quello di Frigerio, sdraiato e con il volto rivolto verso le scale. ''Raffaella Castagna indossava un golfino - ricorda Ballabio - e quel capo fumava. Dalla gonna si vedeva che aveva le gambe bruciate e anche i suoi capelli fumavano''.Il testimone parla di ''carne nera'' per rendere l'immagine della giovane donna. Mario Frigerio era invece ''una maschera di sangue e aveva i capelli che fumavano''. Di Valeria Cherubini, nessuna immagine. ''Ho sentito due volte una voce dall'alto che diceva 'aiuto, aiuto'. Una voce più sottile, femminile, ho capito che era lei, ma il fumo mi ha tolto il respiro''. E poi ''vedrai, adesso finisce tutto'': con queste parole Ballabio ha cercato di tranquillizzare Frigerio prima di scendere le scale e ritornare nel cortile, lasciando spazio ai Vigili del Fuoco. L'uomo ha anche tentato di avvisare gli altri inquilini della palazzina, ma alla porta di Olindo e Rosa non ha avuto risposta: ''La loro auto - assicura - non c'era''. Erano le ''22,30 quando, secondo un calcolo approssimativo - conclude Ballabio - li ho visti rientrare. Arrivavano a piedi da via Diaz''.Secondo la vicina di casa Monica Mengacci, tra i coniugi Romano e le vittime c'erano ''contrasti, soprattutto nel periodo estivo, quando il vociare e il discutere aumentava e nella corte di via Diaz sono intervenuti i carabinieri''. La donna è stata la prima a vedere le fiamme che uscivano dalla casa di Raffaella, a parlare di ''odore fastidioso di bruciato'' di cui si è accorta poco dopo le 20.20. Ed è ancora lei a ricordare quando ''Rosa e Olindo si lamentavano dei rumori, della musica e delle feste che avvenivano con una certa frequenza e anche a notte inoltrata nella casa di Raffaella Castagna''. Musica che anche lei qualche volta ha sentito. La sera della strage, l'11 dicembre 2006, ''mi sono sorpresa - racconta in Aula - quando non ho visto Olindo e Rosa uscire''.''L'ho afferrato per le caviglie che erano insanguinate e allontanato dall'interno dell'abitazione in cui le fiamme si stavano propagando''. Così Glauco Bartesaghi, Vigile del Fuoco volontario del distaccamento di Erba, ha ricostruito il salvataggio di Mario Frigerio. L'uomo è entrato nell'abitazione e, sul pianerottolo, ha visto Frigerio con la testa all'interno dell'abitazione e il resto del corpo supino sul pianerottolo. ''Non l'ho subito riconosciuto - racconta - era sporco di sangue, anche le caviglie erano sporche e nell'afferrarlo le mie mani si sono sporcate''. Bartesaghi è riuscito a fare ''uno o due passi al massimo'' all'interno dell'appartamento dove c'era Raffaella con ''i vestiti che bruciavano e che io - spiega - ho spento, mentre dalla stanza da letto arrivavano alcuni bagliori del fuoco che bruciava l'interno''. ''Due o tre grida di aiuto - ricorda ancora - poi c'era Mario Frigerio che alzava un braccio e con un dito indicava il piano superiore''. Troppo fumo, però, per procedere. L'impiegato, classe 1965, è riuscito solo ad aprire una finestra sulle scale per consentire al fumo di uscire. La sua testimonianza è stata preceduta da quella della moglie Claudia Canali, che chiama due volte i Vigili del Fuoco e una volta il 118 per dare l'allarme dell'incendio. Entrambi ricordano che i coniugi Romano non sono rientrati a casa prima delle 22,30 quando ormai le fiamme erano state spente, i carabinieri erano arrivati e la zona di intervento dei soccorritori era già stata delimitata.Quanto ai testimoni chiesti dalla difesa, il giudice parla di una ''palese sovrabbondanza'' per quanto riguarda persone che riferirebbero degli stessi episodi. Critiche anche per il numero di consulenti chiesti dalla difesa dei coniugi Romano, richiesta definita ''non rispettosa'' dal presidente della Corte d'Assise. Su questo punto il giudice si riserva di ridurre le prove ammesse entro i limiti a lui riconosciuti. Alla richiesta del presidente Bianchi di far entrare in Aula fotografi e telecamere per riprendere i due presunti assassini, il loro legale Enzo Pacia gli ha lasciato la parola: ''Sì, va bene'', hanno risposto Olindo Romano e Rosa Bazzi.
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