- COMO , mercoledì 9 gennaio 2008
La famiglia del lecchese, scelta tra le tante disposte a ospitarlo per gli arresti domiciliari, potrebbe in realtà non vederlo mai arrivare. Azouz Marzouk, il tunisino che nella strage di Erba ha perso moglie e figlio, rischia di restare nel carcere di Vigevano dove si trova dal primo dicembre scorso.
Da quando cioè gli uomini della Gdf di Como lo hanno arrestato nell'ambito di un'inchiesta su un giro di droga nella zona. Secondo indiscrezioni, contro di lui ci sarebbero le deposizioni dei tossicodipendenti ascoltati dai magistrati come " persone informate sui fatti" e che avrebbero indicato il tunisino come sicuro punto di riferimento per l'acquisto di cocaina e altri stupefacenti.
Il rischio che non siano riconosciuti i domiciliari è ammesso anche dal difensore del tunisino. L'avvocato Roberto Tropenscovino, raggiunto al telefono, dichiara: ''non nascondo il timore di un provvedimento negativo, se così fosse, andremo comunque avanti''. E che la difesa di Marzouk vada avanti lo dimostrano anche le denunce presentate per calunnia e autocalunnia a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, la coppia in carcere per la strage di Erba.
A motivare la querela nei confronti della donna, spiega il legale, il fatto di aver accusato Marzouk di abusi sessuali. La seconda, che è invece a carico di entrambi, è per aver confessato in un primo tempo di essere gli autori della strage e aver ritrattato in seguito.
Mosse, queste, che non hanno nulla a che vedere con il processo per la strage di Erba che comincerà a Como il prossimo 29 gennaio. Entro sabato invece, la decisione dei magistrati se riconoscere o meno a Marzouk gli arresti domiciliari.
Nicoletta Cammarota Antenna 3 online
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