PERUGIA (29 dicembre) - Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giovanni Palombarini, dopo una dolorosa requisitoria, ha chiesto ai giudici della Prima sezione penale di confermare la condanna all'ergastolo nei confronti dell'imprenditore edile Giorgio Giorni accusato di aver violentato e ucciso, a Città di Castello (Perugia) la piccola Maria Geusa, la bimba di due anni e mezzo che la madre Tiziana Deserto affidava all'imputato consentendogli di soddisfare sulla piccola i suoi desideri sessuali.Per il Pg l'uomo era pienamente consapevole che le violenze perpetrate su Maria avrebbero potuto condurre alla morte della piccola vittima e per questo è interamente da confermare la condanna al carcere a vita emessa il 20 settembre 2006, dalla Corte di assise di appello di Perugia. Il delitto avvenne il 6 aprile del 2004: fu lo stesso Giorni ad accompagnare Maria all'ospedale per le gravi condizioni in cui l'aveva ridotta. Il Pg Palombarini, mostrando durante la requisitoria una grande sofferenza emotiva nel ripercorrere la drammatica vicenda di Maria e le indicibili violenze alle quali è stata sottoposta da Giorni, ha sostenuto che non c'è «alcun dubbio sulla consapevolezza degli esiti fatali che le sue azioni fisiche potevano avere su una creatura così fragile e indifesa, dal momento che parliamo di un uomo alto due metri e pesante 130 chili». Per il rappresentante della Procura del Palazzaccio «la sanzione della condanna all'ergastolo non merita alcuna censura, così come la motivazione che la sorregge: e l'imputato non merita alcuna concessione di attenuanti, nemmeno quelle per il preteso soccorso prestato alla piccola accompagnandola all'ospedale, perché era costretto a fare questo». Giorni era il datore di lavoro di Massimo Geusa, padre della bimba. La madre della piccola, Tiziana Deserto, è stata condannata per concorso in omicidio e abusi dai giudici di merito a 15 anni di reclusione, tre dei quali condonati. In serata la Cassazione dovrebbe pronunciare la sentenza.
IL Messaggero 29 gennaio 2008
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